sabato 10 marzo 2012

Punta Oberettes, 3459: gli scialpinisti ci fanno una pippa (ma che invidia)


Riccardo, quel volpone, mi ha stuzzicato la mente con la Val Senales: Palla Bianca in invernale improponibile (per ora), ma ho trovato una valida alternativa con Punta Oberettes. Oppure Legnone. Ma non c'è paragone tra le due mete, anche come impegno fisico e tecnico (nonché pericoli). Ma la follia è femmina, noi siam maschi, etero, e perciò ci caschiamo. Sveglia all'una, ci si trova alle 2, rimaniamo indecisi sulle due mete fino all'ultimo, fino al bivio A22 A4. Ma in cuor nostro avevamo già deciso entrambi.
Arriviamo al parcheggio alle 5, è buio, ma il fatto che ci sia un'altra auto con fuori quattro persone armate di sci e frontale ci conforta: c'è qualcun altro che sale, anche se loro hanno gli sci e vanno alla Palla Bianca. Ci si incammina a buio, un freddo birichino, -7, brrrr. Ma la follia..
Saliamo lentamente all'inizio, si sfrutta la pista dello slittino, “oh, al ritorno tiriamo una piccozzata a un bambino, gli fottiamo lo slittino e scendiamo!”. Osserviamo altre lucine che salgono nella Valle delle Frane, vanno al Palla Bianca: ma dietro di noi nessuno, solitari.
Ci godiamo un'alba timida in quanto il sole resta coperto da una velatura all'orizzonte. Laggiu le dolomiti, l'amico Pelmo. L'ambiente è grandioso, entriamo in una valle senza segno umano, neve neve e ancora neve (primo giro dell'inverno in cui pesto neve dall'inizio alla fine senza interruzioni). Si inizia a canticchiare (la fatica non si fa sentire ancora), finchè non ci sincornizziamo su “All my love” dei Led Zeppellin, che con mio stupore Riccardo canterà anche in discesa, mentre sente le gambe e le anche che vanno per i cazzi loro.
Sulla prima rampa la neve inizia a essere un salasso, coi ramponi si affonda fino al ginocchio, con le ciaspole si scivola verso valle, urge creare un nuovo attrezzo. Per ora fatichiamo e basta. Ma siamo fiduciosi, oltre che illusi che la cima sia li dietro. In realtà il dietro si rivelerà ben più lontano.
Il sole fa capolino e ci scalda, e si suda con la fatica che si sta a fare. Si vedono una dozzina di persone salire dietro di noi, ovviamente tutte con gli sci: beh facilitati con la nostra traccia! Ci sorpasseranno solo intorno ai 3000m, prima della seconda rampa, seguiremo le loro tracce (eh, un po per uno) che però sul pendio coi loro traversi saranno una fatica nel frenare la ciaspola che vola verso valle: ma non potete fare una traccia più larga???
Uno scialpinista mentre ci supera ci lancia lo sfottò “Ma voi con cosa scendete?” bastardo, “col culo” gli rispondo io, ma in tono simpatico, non arrogante. Se lo troviamo più su gli fottiamo gli sci e ride bene chi ride ultimo!
Che ambiente, l'anfiteatro finale termina con una bella cresta (a sud della selletta che invece condice alla cima), dalla quale scendono canali, oh che voglia, oh quanto mi sto godendo la giornata. Che sta diventando calda, finite le velature, il sole picchia bene (e la mia fronte se ne accorgerà).
Dalla base della salita finale alla cima, quota 3300m, si vede che su tira un certo vento. E sulla cima resteremo poco infatti, ma abbastanza da godersi un panorama sconfinato, estasiati dalla nord del Gran Zebru, attirati dalla Palla Bianca, salutando le dolomiti. E non possiamo certo lasciarci sfuggire la crestina molto aerea che porta alla cima vera e propria (sulla più facile c'è una cassettina, sulla vera c'è..un bastone a mo di croce).
Che giornata, dopo il Sass de Putia un'altra da incorniciare.
Scendiamo a crepacollo, tagliamo dritti tutti i pendii dove gli scialpinisti hanno zizgato, lanciamo verso l'alto grandi zoccoli che si formano sotto i nostri ramponi. Ma il tutto è goliardico, siamo contenti, cantiamo, siamo cotti dal sole (chi è panda e chi è aragosta). Scendiamo a una velocità che non mi aspettavo, così abbiamo il tempo per starcene un po' in mutande al parcheggio mentre sistemiamo la nostra roba.
Finiamo con una deludente Forst, senza giardino estivo non rende. Ma questa non può bissare questo magnifico giro, cima più alta raggiunta in invernale, e che cima. Certo, occorrerà imparare a sciare per essere più agili, ma la nostra prestazione non è niente male..gli scialpinisti ci fan 'na pippa!
 
Qui altre foto (che come al solito, nel blog ce ne stanno poche..)
Qui realazione
Qui video panoramica dalla cima

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