sabato 26 maggio 2012

Dalla Russia con..voglia di non star fermo: giro dei 4 rifugi (MTB)


Parto quattro giorni per Mosca (lavoro) con la speranza al rientro di poter finalmente salire quella benedetta parete. Ma non c'è il meteo opportuno, bleah. In aeroporto cerco di organizzarmi il sabato in qualche modo, ma tra defezioni e persone che non rispondono al cell, non si trova nulla. Difficile organizzarsi così!
Ma non c'è problema, farò in solitaria, potrei andare in esplorazione in quella zona..ma se il meteo è questo, rischio di essere dentro le nuvole, che schifo. E va beh, allora giro in mtb, che in zona Civago ho quel giro che avevo trovato tempo fa che voglio provare. E sopratutto, voglio scendere quello stronzissimo 605..
Il 605, sentiero che parte da Case di Civago, sale al Segheria e poi arriva al passo di Lama Lite: quante volte percorso a piedi (tra le tante, qui)! In salita passa anche, ma in discesa, che agonia.. Non finisce mai (beh, come tutte le discese a piedi) e tartassa le caviglie e ginocchia con tutti quei sassi smossi. Già altre volte ho pensato “chissà in discesa in mtb..”: non posso resistere.
Il meteo è incerto, so che rischio l'acqua, il temporale, il vento e il freddo: per questo prendo lo zaino grande con dentro di tutto, perfino guanti impermeabili da sci, si sa mai.. E poi domani c'è la Marcia dei Tori, vorrei arrivarci in salute (di certo non ci arriverò fresco).
Alle 9e40 riesco a mettere i piedi sui pedali, dopo qualche esitazione viste le gocce che vanno e vengono, ma mi dico “tanto sarà così tutt'oggi, vai e basta”, e vado. E inizia la lunga salita verso il passo di Lama Lite, nel bosco. Non c'è nessuno, praticamente tutt'oggi incontrerò fugacemente 6-7 persone, non di più. Una pace assoluta.
Prima della famosa sbarra, un tratto in discesa mi regala qualche brivido di velocità, ma tra me e me penso “ahimè questo è tutto dislivello perso”. Arrivo alla sbarra, e dopo poco scruto la forestale che scende al Segheria, “se scendo di li dopo, poi il 605 finale è mio, vendetta!”. Arrivo al passo che tira un vento birichino, la salita e la sua sudata mi han tenuto bello caldo, ma ora.. Via di corsa verso il Battisti, dove sarò un po' più al riparo.
Il Cusna e il Cipolla sono li, si chiedono quale dei due salirò oggi, ma aspetteranno i miei piedi invani, oggi non sono qui per loro. Mangiucchio qualcosa di fianco al rifugio e poi via per la discesa dietro esso. Azzo, me la ricordavo più facile, avendola percorsa anni fa col cancello. Beh, magari era anche molto più secca all'epoca.
Il bosco è tutto bello colorato, il verde acceso dei faggi è quasi accecante quando esce il sole, mentre il verde scuro degli abeti è un po’ cupo. Ma resta il silenzio, interrotto solo dallo scrosciare dell’acqua, un rumore impetuoso ma che non fa paura, anzi.
Il raccordo tra la forestale che sale al Bargetana e il 633 si rivela da giardinaggio: quanti rami vecchi, foglie, pozzanghere, fango e acqua che trovo! Pensavo fosse un tratto di discesa, e invece con questo fondo pare più una salita! E iniziano a sentirsi gocce più grandicelle scendere.. Ma finalmente ecco il 633, discesa in single track con tornanti, che però con l’umido che c’è a la mia mancanza di forma in discesa, evito in gran parte.
Arrivo a Presa Alta, dovrei essere circa a metà, ma mi pare di essere alla fine: in fondo, mi manca l’ultima salita e poi è tutta discesa! E invece la salita sarà lunghetta, e verso metà non potrò far altro che mettere l’impermeabile: la pioggia fa capolino, e vedo pure qualche chicco di grandine scendere.. Ogni tanto appare anche il sole, mentre comunque continua a piovere!
Finalmente al Bargetana, dove due escursionisti della domenica sbraitano chiamando quelli che credo siano i gestori del rifugio. Siamo lontano dalla civiltà, nessun rumore, silenzio, ma che diavolo di bisogno c’è di urlare?! Ti tira tanto il culo fare 100m per andare a bussare?! Gentaccia.
Mi riappare il Cusna, ma è tutto scuro: che sia arrabbiato con me perché oggi non l’ho salito? Dai caro mio, prossima volta! Dal Passo di Lama Lite adesso mi aspetta la discesa.. Il momento di spegnere la testa, o meglio, spegnere la parte della prudenza eccessiva e accendere quella che ha fame di adrenalina. La prima parte della forestale viene tagliata ogni tanto per il sentiero, poi quella che va al Segheria la percorro davvero senza testa.. Pochi freni e via andare!
Raggiungo il Segheria in un attimo, porca vacca! Adesso tocca a te..il 605! Non sarà troppo comodo perché comunque è una discesa impegnativa, oggi pure bella bagnata, ma son qui. Qualche tratto a piedi non posso evitare di farlo, ma è comunque più ciclabile di quello che temevo!
Sull’ultimo ponte sul Dolo (ultimo in discesa) dove il manubrio della mia Kona passa a pelo, il sentiero mi punisce. Percorro il ponte spingendo coi piedi, o non passerei visto quanto è stretto, arrivato alla fine faccio per ripartire, mezza pedalata e la ruota anteriore si impunta su un sasso e..bam, si vola! Fortuna che col braccio mi lancio alla disperata ricerca di qualcosa cui aggrapparmi, trovando il legno del ponte, e rimanendo un po sospeso insieme alla bici. Per fortuna, altrimenti sarei volato più giù, e invece che con una stiratura all’inguine e un graffio alla coscia, sarebbe andata peggio!
Via giù dritti ammortizzando coi gomiti, e presto arrivo all’auto! Tiè 605! È fatta! 42km, direi circa 1800m di dislivello, un giro mica da ridere, e per fortuna nemmeno da piangere!

Qui  altre foto.
Qui report.

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