domenica 9 settembre 2012

Circumnavigando il catino: anello alto del Carega

È da un po ' di tempo che volevo fare un trekking per toccare tutte (più o meno) le cime oltre 2mila metri del Carega, un obiettivo un po' così, tanto per averne uno in una zona di cui ho consumato sentieri e cime. Così combino questo obiettivo al voler salire il sentiero delle creste (fatto in invernale due anni fa, spettacolare) in estivo, gustandomi tutta l'alba su esso. E aggiungiamoci anche il voler scendere dal Passo della Lora. Così salta fuori un giro niente male: unico problema, essere a casa a pranzo.
Dopo il matrimonio dei due sinceri e reali piccioncini Ste e Chiara, son certo che domani può essere la giornata giusta: stanco morto e pieno come un uovo vado a letto presto, e alle 2e15, driin! Parcheggio al Rifugio Boschetto che è notte fonda, la luna non illumina abbastanza, e camminare al buio nel bosco da soli è sempre un'emozione. Sarà per questo che in men che non si dica raggiungo il Pertica. Accidenti, sono in ritardo, verso il Passo Pelagatta i primi storti raggi del sole infuocano l'atmosfera.
E sbaglio sentiero. O meglio, preso dalla foga della salita, prendo le solite scorciatoie, dimenticando che il 109 parte proprio da uno dei tornanti che così ho saltato.. Va beh, amen, continuo, per poi spararmi su dritto appena vedo la possibilità di farlo su sassi e prati. Così sbuco nella parte alta del sentiero delle creste, proprio al passo dove due anni fa ci calammo perché la neve verticale non sembrava tenere bene.
Ma ormai è tardi, l'alba c'è già stata, qualche foto son riuscito a farla, ma non quello che volevo.. Ma ho già visto due camosci e quattro caprioli. Tira un bel venticello, meglio coprirsi, siamo in estate ma adesso di notte pela.
Arrivato al Fraccaroli decido di deviare subito verso ovest verso Cima Posta e Cima delle Grolle, visto che su Cima Carega c'è gente. Sì, l'alba vera e propria l'ho persa, ma mi gusto il colorarsi pian piano della neve e delle cime di Adamello, Brenta e Cevedale. Le Dolomiti galleggiano sopra un letto di nebbia di valli, la Pianura Padana affonda nello smog che tutti i giorni respiriamo. Belle cose.
Cima Posta, tac, Cima delle Grolle, tac, e da questo lato è fatta. Una marmotta sul ritorno cerca di tramortirmi col suo fischio, ma è troppo lontana, nulla a che vedere con quella del Ciavazes! E ora verso Cima carega, salita sul versante (marcio) ovest. Pausa a rifocillarsi, banana e confetti di ieri, davvero buoni! Apprezzo il continuo colorarsi e prendere forma dei propri delineamenti delle cime e catene montuose, poi giù verso Bocchetta Mosca.
Passo sopra le uscite del Vajo Bianco, del Vajo dei Colori, e sogno che tutto qui si riempia di neve, che venga freddo, che il pericolo valanghe passi, e poi..si aprano le danze, vaji a tutta randa! Invece per ora devo accontentarmi di essere armato di bastoncini invece che di piccozza.. Verranno tempi migliori.
Camosci qui ce ne sono in ogni dove, anche su Cima Mosca ne scorgo, gli arrivo in bocca, poi si perdono nel cielo. Da Cima Mosca si gode un panorama centrale sul catino, ma ho già paura di essere in ritardo, scheggio giù. Ah quanti vaji.. Ed eccomi, qui parte un tratto nuovo di sentiero, per arrivare in cima al Monte Obante. Non proprio un EE, e ciò mi fa sol piacere! Ultima cima cercata della giornata, sacco pieno.
E adesso, per dove scendo? Finisco il giro prefissato o mi lancio giù per il Pertica? O per il 185? Bah, tanto alla fine se vado verso i Plische e faccio il rientro ad anello ampio, penso la differenza sia poca o nulla. Allora vai, saluto altri due camosci e mi dirigo per varie scorciatoie allo Scalorbi, e poi si risale verso il Passo Campobrun. Mi obbligo a non salire i Plische, non posso perdere tempo.
Ah questi Plische, anche loro belli bianchi e ghiacciati..come li vorrei! Provo a prendere il sentiero per il Forcellino del Plische per vedere come sia: mai più, sentiero sassoso, franoso, per nulla comodo ne in salita ne in discesa, uno spacca ginocchia. Ma eccomi al Passo Lora. Azz, son le 10e00, a quest'ora volevo essere quasi alla macchina!
Il cartello indica 1h30 per il Revolto, il Boschetto è ancora più basso.. Bevo qualcosa e riparto dopo essermi cambiato. La fretta mi porta a fare quasi tutto il sentiero di corsa (ok, è discesa, ma se ne spendono di forze e energie a frenarsi!) e così in mezzora arrivo all'auto.
Sarò onesto, questo era un giro più per la gamba (1500 di salita in circa 20-23 km in 5h) che per godersi il panorama. Ma di panorami da qui ne ho visti una miriade, e i migliori sono quando tutto è candido.. Comunque la compagnia dei camosci è stata ben apprezzata!

Qui altre foto.
Qui report dettagliato.

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