sabato 22 dicembre 2012

Frattina no Frattona sì: Vajo Fratta Grande

Tempo di Vaji, forse. Voglia di picche, tanta. Fosse è un po' presto per salirli, ma vogliamo provare lo stesso. Partiti con una rosa di quattro proposte di Nicola e due mie, finiremo su nessuna di queste. Ma andiamo con ordine..
Siamo io, Riccardo, Nicola, Gianluca, e a Verona tiriamo su Mirko. Sembra di partire per l'Himalaya, il baule della Touran si riempie fino all'orlo. E già il viaggio di andata è sputtanevole, con risate a crepapelle da crampi agli addominali.. "allora, io vengo in montagna per la colazione e la birra finale: se me ne togliete una io non vengo più, perciò a fare colazione ci fermiamo", e il conducente ha sempre ragione.. Poi quando Nicola da maestro di Alpinismo vuole insegnarci anche altri trucchetti di vita..beh, altro che crampi!
Arriviamo al parcheggio che le prime luci illuminano tutto. Saliremo osservando le Piccole Dolomiti che si infiammano:saranno piccole, ma hanno il loro fascino. Poi si sa che botte piccola fa buon vino! Non mi sento assolutamente in forma, sarà per la settimana in cui ho dormito poco, sarà per il fatto che stiamo partendo per salire un D-, sarà, ma il paesaggio rinvigorisce lo spirito, le risate aiutano.
Fino al Rifugio Battisti la neve è bella dura, anche se fa davvero caldo, poi si inizia a ravanare un po': ovviamente le ciaspole le abbiamo solo io e Riccardo ("bo bo, noi le lasciamo in auto, al massimo ci fate pista voi") ma per solidarietà non le usiamo: siamo dei signori!
Passa sotto il primo Vajo, secondo, terzo, Nicola "è questo" no no, è il Fratta Grande, avanti! E passiamo a quello dopo: spettacolo anche dal basso, bello incassato, via che si va! Ci armiamo di tutto punto e Riccardo parte in pole position, seguito a ruota da Mirko, Nicola cazzeggia e parte con calma. Ma tanto al primo ostacolo, si torna indietro.
Muretto di roccia compatta (compatta, strano per il Carega) senza ghiaccio, scoperto, uno stratino di neve farinosa. Io e Riccardo siam già legati, parto, mi tiro su sulle punte finchè posso: cerca un incastro per la punta della picca lì. là, qui, qua, quo, que, fanculo, non si passa. "Nicola prova te". Per un attimo mi sento davvero scarso, poi quando anche Nicola torna giù mi sento meglio..
Partiamo bene! E adesso?! Mi ruga da matti.. Scendiamo e ci spostiamo a fianco, al Fratta Grande, speriamo sia messo meglio. Lì rischiamo il problema opposto, ovvero di trovare troppa neve e quindi salita faticosa (se possibile) e pericoloso per distacchi.
Già la partenza si rivela sulla stessa linea della Frattina: non ce la faremo. Si va giù fino al ginocchio almeno, anche io che son rimasto indietro (col mio zaino ultra light) nonostante siano passati in quattro davanti a me finisco sempre giù come uno scemo. Poi passiamo su terreno svalangato e va meglio. Finalmente i polpacci e le punte possono sollazzarsi e gridare gioia (o solo gridare, a seconda dei punti di vista)!
Vai vai, Mirko sembra posseduto, lì davanti a tutti avanza e traccia, Riccardo lo segue a ruota: tirerà un pelo di fi, ma oggi a loro tira qualcos'altro! Li seguo fermandomi a fare qualche foto, un report fotografico a tutti. La neve a metà migliora ed è una goduria. Farà strano ai più pensare che qualcosa di faticoso possa essere piacevole: ma è lo spirito che conta, il corpo è solo uno "schiavo". certo, se lo schiavo lo mantieni e lo tratti bene è meglio..
Non fa freddo, siamo all'ombra delle pareti rocciose che ci sovrastano, ma stò sudando come se fossi in sauna, e addosso ho davvero poco (mamma mia Riccardo che ha anche il piumino! infatti il giorno dopo lo metterà a lavare visto l'odore che emana..). Quando poi nella parte finale si torna a sprofondare, apriti cielo, il sale negli occhi.
E così, come rinascere, come uscire dall'uovo, ecco il sole, ecco l'uscita, ecco il panorama. Fantastico, giornata tersa, nella nostra pianura do merda la nebbia che copre tutto, sopra spuntano Colli Euganei e laggiù addirittura il nostro Appennino: si distingue bene Corno alle Scale, Cimone, Cusna, Alpe di Succiso. Che giornata.
Escono anche Gianluca e Nicola, e visto l'ora possiamo prendercela con calma, cazzeggiare, ricominciare a ridere e scherzare. Gianluca realizza un video, col quale mi ricatterà per parecchio tempo.. Decidiamo di rientrare per il Passo Ristele, anche per studiare un eventuale discesa se portiamo qui il Corso AG1 del CAI di Carpi. Si scende lungo la cresta e poi si risale. Che cornici, sarebbe bello guardare giù per capire sopra quale Vajo siamo, ma meglio stare un po' indietro..
Arrivati quasi al Passo Ristele osserviamo sulla cimetta successiva un camoscio, tranquillo e pacifico ci osserva. Noi scendiamo, che abbiamo una sete di birra da spaventare un tedesco. E che discesa! Da sindrome della Barbie: ovvero una volta finita, potrebbero ruotarti le anche di 90° e poi con un colpo secco, stac, estrale come se fosse il tappo dello spumante! Ci metteremo forse di più a scendere che salire..
Al parcheggio incontriamo Tarcisio Bello, guru del Carega e dei suoi Vaji, che con la sua guida mi ha fatto aggiungere una serie di crocette delle vie da salire in questa vita. Il resto è storia di bestie in mutande al parcheggio che si cambiano, tetris per far rientrare tutto in macchina (incredibile, ci riusciamo!), e di una birra in compagnia che conclude sempre le nostre avventure. Ah, per non dimenticare, di altre risate in macchina!

Qui altre foto mie.
Qui le foto di Nicola.
Qui report.

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