domenica 27 gennaio 2013

Chi marcialonga e chi marcialto: Cima di Litegosa

La giornata di ieri combinata al conto con Morfeo mi ha distrutto: sabato sera nessuna forza per cercare e brigare per un giro domani. Anche se le mie idee le avevo già esposte, quindi un minimo di ricerca già fatta. La sveglia suona alle 3, devo ancora finire lo zaino, ma alle 4 io, Riccardo e marco decidiamo che la meta sarà il Lagorai.
Ma se il buongiorno si vede dal mattino.. Giriamo in lungo e in largo alla ricerca di un bar aperto, che sembra come cercare un’oasi nel deserto in Val di Fiemme: son le 7 ormai e non si trova nulla. Poi finalmente un buco che fa anche da tabaccaio: latte macchiato e Kinder Fiesta.. E con tutti i bus che si vedono in giro, i norvegesi che sfoggiano le loro divise a bandiera, capiamo che oggi c’è anche la Marcialonga.. Non torneremo più a casa!
Bando alle ciance, si parte. Fa freschino, ma la giornata sarà di sole. Sì, ma la nostra valle è tutta a nord! Ci aspettano 1600m di dislivello, avremo modo di scaldarci. Ormai gli itinerari d’inverno li cerco nei siti di scialpinismo.. La neve parte fin dalla macchina, e dopo poche centinaia di metri è già ora delle ciaspole. Sarebbe anche ora dei bastoncini, ma uno dei miei non si blocca, e camminare con uno solo mi scoordina troppo: mi toccherà far senza oggi, e si sentirà!
Rispetto alla Cima delle Stellune c’è ben più neve, ed è bellissimo, un bosco invernale. Riccardo realizza uno suoi più grandi sogni: siamo su una forestale nel bosco, passiamo sotto molti rami carichi di neve, e quando marco è sotto uno di questi, ecco che Riccardo sferra un lancio del bastoncino teso a squassare la neve sul ramo e valangare marco! Che ridere.. ma rido ancora di più quando, parlando dei progetti futuri (non abbiamo ancora finito questa giornata e pensiamo già alla prossima), espone l’idea del Cevedale in invernale in giornata. Alche marco si mette a ridere come per dire “ma cosa diavolo stai dicendo?!” e Riccardo lo guarda malissimo. Dai che faremo anche quella!
Siamo solo noi in questa pace, ormai gli elicotteri della marcialonga non si sentono più. Si sente bene il freddo pungente appena ti fermi però! Infatti la neve è tutta super trasformata in granio giganti e leggeri, come patatine appoggiate su uno strato di zucchero.  La salita è lunga, ma ce la mangiamo bene. Quando dall’altro della cima vedremo dove sta il paese da cui siamo partiti.. Arriviamo allo spiazzo di Malga Toazzo e ci pare che ancora la nostra cima non si veda: ma quanto è distante?!
Adesso la forestale finisce, e la pendenza aumenta. Incrociamo la prima persona della giornata, già in discesa, e poi torniamo soli nel bianco. Alla Malga di Litegosa una breve pausa ristoratrice, molto breve che fa frio! E poi tra poco sbucheremo sul pendio innevato finale: semplicemente magnifico. Molto subdolo anche, visto che sembra che dietro ogni cunetta finisca, e invece no. Molto fotogenico anche, ci regala delle foto perfette da sfondo del desktop!
Vediamo una cima alla nostra sinistra, sarà quella. Ma man mano che saliamo ci rendiamo conto che non può esser quella, troppo ripida la salita, oppure cresta rocciosa non proprio escursionistica.. Infatti la nostra cima sarà a destra, e pure più alta di questa! Continuiamo a esser soli, e anche un po’ stanchi ora che siamo 200m sotto la cima. Riccardo mi guarda compassionevole, io che non ho i bastoncini, e lui che invece dice che ha quasi male alle braccia da gran che si spinge anche con quelle.
Pendio finale, un po’ pericoloso, la neve accumulata qui fa paura, ma cerchiamo di seguire il più possibile le rocce. E giungiamo in cima. Spettacolare il panorama in questa giornata serena. Presanella, tredici cime, Gran Zebru, Ortles, Palla Bianca, Latemar, Sella, Marmolada, Pale, Cima d’Asta. A forza di vederle così spesso, mi pare quasi siano mie amiche.
Il vento è anche clemente, e possiamo goderci la cima mangiando e bevendo. Ora arrivano degli sci alpinisti anche. Meglio scendere prima di loro! Scialpinisti che stavolta mi meravigliano. Nei primi metri di discesa, uno di loro invece che prenderci in giro “adesso vi godete la discesa con le ciaspole, ah ah ah”, ci dice “però, bella sgambata senza sci!”.
La discesa in questa neve fresca è goduriosa, si scivola che sembra quasi di non alzare il piede (perché è sotto un 20cm..). Ci fermiamo circa a metà del pendio, per mangiare un po’ di gnocco, e mentre sono chinato sullo zaino per tirare fuori la borraccia, giro la testa verso valle e vedo apparrire all’orizzonte sulla traccia, un lupo. Oh che è?! Visto così fa davvero impressione, è in realtà un pastore cecoslovacco, ma senza padrone (a vista nostra), nel bianco, dove ci sembra di essere in un posto selvaggio, fa la sua porca figura! Poi ci viene incontro e ringhia, ma sembra quasi un ringhio che dice “brutti stronzi, perché state li impalati invece che giocare con me?!” eh ciccio, perché Nicola insegna!
La padrona ci raggiunge, e sono commosso il lunedì dopo quando leggo la descrizione che ci fa qui. Scendiamo come delle saette, sulla massima pendenza, tagliando quando si può. Finirà che in 2h15 saremo già alla macchina! A Malga Toazzo ci raggiunge lo sci alpinista che ci aveva fatto i complimenti, ma adesso è un po’ più tetro “visto il pendio finale della cima? Era pericoloso. Ma ce l’avete l’ARTVA? Almeno che vi ritrovino, anche se morti” e Marco “ma guarda che può succedere anche a te”, tiè!
Arriviamo alla macchina che alcuni stanno ancora finendo la Marcialonga, ah, poppanti, adesso il prossimo anno ci mettiamo a fare sci di fondo e poi la vinciamo quella gara! Poi alla volta del ritorno a casa, troviamo un supermercato aperto, e possiamo prenderci la nostra scofanata di canederli da portare a casa, e tanta birra..

Qui altre foto.
Quirelazione.

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