domenica 3 febbraio 2013

Avanscoperta nel lecchese : Zuccone Campelli

Io e Marco parcheggiamo al piazzale della partenza della funivia, ed è il caos di sciatori. Questa non è montagna, almeno non la mia. Ben presto riusciamo a isolarci da questo caos, ma onestamente la partenza non è piacevole.. Una strada sterrata, leggera pendenza (ovvero tanto tempo per fare poco dislivello), e ghiaccio sparso che costringe la ricerca di zone asciutte o con un po' di neve. Va beh, siamo fiduciosi.
Dovrebbe anche esserci freddo e tirare vento, ma per ora reggiamo bene e io sono nella classica vestita intimo, maglietta e smanicato leggero antivento (estivo). Penso che chi dice che “oggi vento forte” non sia mai stato in Appennino. Forza su, siamo solo noi e qualche scialpinista sparso, che ci supera, e altri che superiamo.
Poi poco sotto l'arrivo della funivia finalmente finiamo su neve che possa chiamarsi tale, era ora.. Quota 1400 circa? Mah, io speravo trovarne ben di più, ma si prende quel che viene. E meno male che dopo la super ghiacciata da peste continue, troviamo quella ventata che ti costringe alla ravanata abituale! Ma dopo poco siamo sulle piste, quindi al sole (e ciò non dispiace affatto) e sul duro del piallato pista.
Che casino, gente, bar, rifugi, noleggi, una babilonia. Siamo partiti col caos, trovato la pace del bosco (triste), e ora risiamo nel caos. Voglio scappare al più presto verso lo Zuccone Campelli, spero la trovare meno gente, o almeno meno chiassosa. Ci incamminiamo a lato pista (non si può fare altro), e un carabiniere sugli sci ci affianca: “lo sapete che è vietato camminare sulle piste” e io mi inalbero subito, inizio a pensare di avere un problema con le istituzioni “guardi, mi pare che siamo proprio sul lato esterno della pista” “si si, dove andate?” e dopo aver saputo la nostra meta ci indica dove andare per non disturbare gli sciatori..
Arriviamo al rifugio Lecco, ora un po' di vento si sente, ma se questo è vento forte.. Si mangiucchia qualcosa, e ci si arma di ramponi, lo Zuccone Campelli col suo Canale dei Camosci è li davanti a noi. E la cresta Ongania?! Bellina.. Me la segno! Si vede già gente nel canale.. Dopotutto siamo partiti “tardi”, almeno rispetto ai nostri standard. Ma le temperature previste e il vento annunciato ci han fatto ben pensare di prendercela comoda. Invece, ma quale freddo?! Ma quale wind chill?! O siamo noi che ormai ci fa una pippa, o sono le previsioni.
Dai andiamo, voglio cavarmi dal caos delle piste e starmene da solo con la montagna. 3.. 2.. 1.. e torniamo all'ombra. Ma non è un trauma così grande, anche perché ora c 'è da sudare di salita.. La neve nel canale a tratti è godusiora, a tratti una merda. “Marco, cosa ti aveva detto il rifugista? La neve è bella dura?! Mmmmm!”. Ma dai, non ci si può lamentare, siamo comunque nel nostro elemento, e sappiamo che questa è la zona dove oggi il meteo poteva dare il meglio.
Appena riesco vado fuori traccia. Sentire che solo le punte dei ramponi entrano, il piede non sprofonda o sprofonda poco, la neve che cigola sotto il mio cambio di bilanciamento di peso sulla gamba sinistra o destra..oh che voglia di un bel canale cazzuto! Ma pensiamo alla gatta di oggi. Siamo abbastanza incassati, e questo rende sempre la salita piacevole e con un certo fascino. Finchè l'incasso delle rocce resta li e non ti frana addosso! Il termometro (vicino al mio corpo) segna -8: ma non sentiamo questo freddo.
Già dalla valle ho notato quanti canalini, pendii, camini offre questa montagnola. La curiosità mi assale, devo documentarmi, devo tornare per vedere se c'è qualcosa di più bellino. Ma oggi pensiamo all'avanscoperta. Sopra di noi, verso l'uscita, il vento sembra infuriare. Oh bene, mi ero preparato psicologicamente a volare via, adesso lo voglio 'sto vento! Usciamo, e troviamo due che scendono dalla cima e ci dicono “oh, c'è un vento che ti pettina!” meglio! Metto la giacca, mi preparo a sfidare l'elemento.
Io li porterei in Appennino. Lì si che c'è il vento che ti pettina! Per arrivare alla cima occorre percorrere un pezzo di cresta, piacevole, nulla di estremo, ma panoramica. Incrociamo un piumino di on-ice. Solo il tratto attrezzato mette un pelo di pepe, ma sono catene sicure, basta usare un po' di braccia. Ma vedo a destra e sinistra quella che sembra l'uscita di altri canali.. Preso dalla foga invece che seguire la traccia decido di provare a salire di la, e dopo poco devo desistere perché porta a uno sperone che muore nel vuoto. Va beh, stai calmo, ti sfogherai poi.
Ed eccoci in cima. Panorama sulle Grigne, Monte Rosa, 4000 svizzeri, Disgrazia, Bernina (beh, lui timido resta velato), Orobie. Che giornata! Spettacolo. Riusciamo anche a goderci un po' la cima, è solo mezzogiorno, sole alto, panorama, e non patiamo freddo. Ci raggiungono due ragazzi con cui scambiamo quattro chiacchiere (qui il loro sito) e poi via giù, che inizia a esserci traffico! Giù il caos delle piste, qui il silenzio del vento.
Beh, la discesa per lo stesso itinerario di solito non ha nulla da narrare. Nel canale cerco la neve dura per scendere punte a piatto, affina la tecnica in preparazione di cose più serie. Alcuni tratti hanno una neve talmente dura che ripercorro qualche metro in salita verso Marco, giusto per scaldare i polpacci! Marco che adesso si vendica lanciandomi pezzi di neve che io invece gli regalavo in salita..maledetto!
Ci fermiamo prima del rifugio, sotto la pista, per cavarci armamentario vario e mangiare qualcosa. Oddio, quanto si sta bene al sole.. Sole prendi me, vento vattene via. Ma, cosa vediamo?! Una cordata sull' Ongania. E Marco mi rivela che è tutta spittata! “Marco, quando torniamo?!”. Poi via verso valle, e alle 15 siamo di nuovo alla macchina. Si sistema la roba, ci si cambia, e adesso alla ricerca della birra usanza.

Qui altre foto.
Qui relazione.

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