sabato 6 aprile 2013

Ultima cartuccia su ghiaccio (forse): Ursprung

Aprile, si può ancora andare a salire cascate di ghiaccio senza trovarle già mezzi torrenti? Che ne so io, le salgo da un anno, e pure poche. Ma se l'esperto dice che si può andare, andiamo. Peccato che poi l'esperto si ricordi a metà settimana che è già impegnato (finirà a masticare della resina) e tutto si complica. Le riserve vengono sciolte venerdì sera alle 21e30: alle 2e30 si parte.
La giornata inizia pure bene: appena entrati a Campo Tures troviamo un bar con luci accese, la tizia fuori che pulisce, “scusi, è aperto” “no apre alle 6 (erano le 5e30) ma se volete entrate pure che vi serviamo”, il tutto detto con uno spiccato accento tetesco che avremmo ripetuto tutto il giorno. E la colazione, con paste al plutonio, inaspettata si fa. E non è una cosa ovvia, molte volte con questi orari, tranne in autogrill, non trovi nulla.
Ci incamminiamo che nevischia: beh, che ce frega, sabato scorso pioveva! Mi preoccupa solo che se le nubi si abbassano non troveremo la cascata a vista..ma sarà tracciata la neve! 'Ste palle! Siamo belli carichi, le cordate saranno io con RiccardoMirko con Roberto: io e Mirko dobbiamo fare gli esperti oggi, e questa è una parola grossa. Ma va bene, la cascata è data con possibilità di trovare sempre del facile, ce la facciamo! 'Ste ripalle! Andremo a cercare le varianti migliori..
Seguiamo gli sciatori, Rifugio Roma, un strada, ma dopo un po' di salita capiamo che stiamo andando dalla parte errata. E torna giù in mezzo al bosco. Dopo aver saggiato la neve al parcheggio e nella sicurezza che vista la classicità di questa cascata, ci sarà una trincea che ci porta alla sua base, abbiamo deciso di lasciare le ciaspole in macchina. 'Ste palle!
Finiamo su un sentiero che pare già migliore come direzione, continua a nevischiare, ma non ci preoccupiamo. Ci preoccupa il caldo che fa, ma la guida dice che è una cascata che si mantiene fino a stagione inoltrata. Stavolta niente “'Ste palle”, sarà così. E fino quasi alla malga Furth, basta non uscire dalla traccia e riesci a galleggiare: se esci di 5cm, brum giù. Ma dalla malga, dalla quale i bimbi che aspetto smaniosi il cioccolato vedono già la cascata (che pare pure grassa e di un bel colore, anche se un po' coperta di neve), niente tracce.
Va beh, se vedi la meta, non ti resta che fare tu strada! Cerco dopo la malga ma non vedo nulla, Roberto dice di girare a destra prima del ponte che abbiamo superato per arrivare alla malga. Parte per saggiare la neve, quattro passi con lo stesso esito: giù fino all'inguine. Poi va meglio e lo seguiamo. D'altronde che dobbiamo fare? La montagna da Maometto non ci va di sicuro, occorre sudarsela! E così sarà.
Ci scambiamo, passo davanti io. Come diremo alla fine “l'80% dei passi riesci a rimanere su e affondare poco (ma solo se adotti il passo dell'usignolo), il 20% delle volte giù fino a metà coscia”. Già, ma quel 20% pesa enormemente di più del 80! Dove sono le ciaspole..ah già, 'ste palle. Ma la vogliamo questa cascata, perciò avanti. Si fatica a tirare su il peso di tutto il corpo con un quadricipite solo che tra l'altro si trova in posizione leggermente scomoda (ovvero piede alla stessa altezza del culo, visto che l'altra gamba è affondata), ma c'est la vie, e l'abbiamo scelta noi.
Dopo un po' trovo una debole traccia nascosta dalla neve fresca fatta, la seguo: permette di galleggiare un po' di più, diciamo che ha permesso di arrivare alla media 20-80, altrimenti eravamo a 40-60. E solo grazie al passo dell'usignolo, ovvero lento e delicato. Usciamo dal bosco, finiamo l'argine del ruscello, e voilà, siamo alla base. Sì, alla base del conoide nevoso da risalire. Questa cascata è vicina, ma si allontana sempre..
E via su per il ripido su neve fresca, e qui non c'è debole traccia che tenga, occorre gattonare a volte. Ma sapete cosa vi dico? Alleluja! Finalmente una cascata con dell'ingaggio! Così si che mi sento davvero alpinista, altrimenti sabato scorso mi pareva di essere quasi un falesista. Nulla da togliere ai falesisti, ci vado anche io, ma oggi ho voglia di qualcosa di lungo e completo. E così sarà.
Con una certa fatica (avremo ancora forze per la bestia di ghiaccio?) arriviamo alla base. Nevischia ancora, ho lasciato il coprizaino a casa, perciò opto per recarmi verso la nicchia sotto la roccia per lasciare al riparo i nostri zaini. Ma questi ultimi metri di salita sono in realtà con già il ghiaccio sotto..delicati! Sotto sì, ma sotto un metro di neve da spostare! E tira calci, e scollina sulla cornice, arrivo sotto, oh leh! Arriviamo tutti, l'avvicinamento ci ha fatto spendere due ore e mezzo: un'ora fino alla malga, il resto nella neve da tracciare. E siamo solo noi. Cosa abbastanza abitudinaria, e che ogni volta mi lascia pensare.
Ci prepariamo con calma e attacchiamo. Parte Mirko, e in 4 pieno. Forse se invece che dalla nicchia avessimo attaccato ben più a sinistra, ma ormai siam qui. Il ghiaccio sembra buono, ma non è tutto buchi come a Sottoguda, qui la picca va lanciata e estratta! Dai Mirko, che poi tocca a me, fremo ma non so ancora cosa mi aspetta. Fatico non poco, ma supero il tiro e giungo alla sosta, attrezzata, altro motivo per il quale abbiamo scelto questa cascata.
E il secondo tiro sarebbe quello? Mah, ok che sembra che ci siano vari punti per riposarsi, ma ci sono dei bei tratti verticali pare. E tocca agli altri due tirare, ed è la prima volta che tirano da primi.. Vedremo. Roberto arriva maledicendo le sue dragonne, un po' provato, ma decide comunque di provare ad affrontare la lunghezza successiva. Riccardo anche. Bene, che Dio sia con voi.
Parte Roberto e sale dritto, Riccardo dopo un po' lo raggiunge e prende più a sinistra, “perchè non voglio intrecciare troppo le corde” “ok, ma guarda che li mi sembra più difficile” “beh vedo quando arrivo li sotto”. Roberto con qualche resting prosegue e sale e sale e arriva in sosta. Riccardo lo sento maledire la sua scelta, e guardo un po' sbigottito.. Poi tocca a me.. Intanto di fianco a noi, nella parte più a sinistra della cascata, vengono giù le prime scariche di neve..
Mirko parte, poi vado io. Accidenti a Riccardo, guarda te che cazzo di tiro è andato a fare! Ok, che stare molto più a sinistra era facile facile, però.. Verticale, alcune leggere pance, e pure un traverso (per tornare sulla linea di Roberto)! In sosta mi dirà “ti ho pensato mentre eri sul traverso, che mi tiravi degli accidenti”. Però, che pelo. O che incoscienza. In ogni modo, chapeau. Il ghiaccio almeno era buono per i piedi, anche se per le picche un po' esplosivo. Adrenalina.
Bene, siamo alla seconda sosta, quasi coperta dalla neve, fiuu. Mi conferma il fatto che la cascata è bella imbiancata dalla neve fresca! Mirko è già partito quando arrivo in sosta, lo vedo che va verso destra su ghiaccio un po' esile. Andiamo e vediamo se seguirlo o stare più a destra. Quando arrivo al bivio tentenno un po', ma poi opto per una strada diversa, per mantenere il trand dato dal secondo tiro.
Sembrava facile, e invece.. In traverso sbilenco, perchè io dovrei andare dritto, ma il ghiaccio sale e piega verso la mia sinistra ma storto, cioè alla mia sinistra va in basso. E col mezzo metro di neve fresca sopra..è tutto un'emozione! Arrivo vicino a una serie di candele alla mia destra, cerco per mettere un chiodo o fettuccia nella candela, quando sento la corda tirare verso il basso, strizza nei pantaloni, afferro la candela e mi tengo su. Era Roberto che è scivolato sulla parte più facile..che caga! Poi salirà senza troppi problemi.
Bene riparti, sali ancora un po su questa linea che spinge verso sinistra basso e poi su verso destra verso Mirko. Qualche altro passo e mi ritrovo a piantare la picca con estrema forza per trovare un po' di ghiaccio sotto il metro di neve. Poi non c'è più nemmeno quello, fidati dei piedi.. Pino, sosta, evviva! Finita, spetacol. Poco più di 3 ore e mezza per vederci tutti fuori. Il tempo è volato.
Aspettiamo con le congratulazioni, meglio calarsi prima, che di scariche se ne continuano a vedere, e non ti lascia tranquilla la cosa. Anche se tutto il nostro itinerario pare al riparo, vedere intorno cosa accade ha sempre il suo perchè. Prima doppia, poi alla seconda io e Riccardo finiamo fino alla nicchia, Roberto e Mirko faranno doppia anche dalla prima sosta. Non sto a spiegare i tecnicismi della cosa.
Una sete e una fame, che tutti e quattro la prima cosa che facciamo è rifocillarsi agli zaini. Poi con calma il resto, tra cui partire per tornare indietro. Il tempo è volato si, ma è comunque trascorso. Io la frontale non la vorrei usare.. Ok, se eravamo alla Funicolare, davo per certo il suo uso, ma qui no..
Scendiamo, e ora la neve fresca (su pendenza) di prima diventa divertente invece che una fatica. Oddio, si fatica anche ora, ma meno. Trovo un pezzo di ghiaccio, voglio fare un gioco.. Lo lancio giù sperando che raccolga neve, diventi una palla e rotoli fino al ruscello. Il pezzo di ghiaccio di partenza sarà stato 20 kg. Dopo qualche decina di metri si ferma, inciccionito. Farlo ripartire adesso è un bello sforzo.. Uh! Uh! (che imbecille che sono, quando sono nella neve fresca) Uh! E riparte! Stavolta fa più strada, cresce, fa una bella traccia che sfrutteremo a scendere, ma poi si ferma. Sarà un metro cubo adesso. Dai che voglio che riparta! Uh! Uh! Ma stavolta nulla da fare. Nemmeno con l'aiuto di Riccardo.
E tornando sui nostri passi, comunque qualcuno finisce col culo a contatto con la neve, e la gamba sempre distesa. Invece che le nostre tracce, a un certo punto seguo l'esile traccia che avevamo trovato dopo il totale ravanamento iniziale. Ci conduce dietro la malga: ma non l avevo vista prima?! Va beh, pace, ci siam divertiti uguale. Adesso poi il cielo si apre un po' e mostra sopra la nostra cascata una cima maestosa, triangolare, con un bel paretone. Acquolina in bocca.
Anche il rientro dalla malga, che sembrava sicuro, ci porta a vari dubbi sulla strada da prendere. All'andata abbiam fatto della strada in più, vogliamo capire dove abbiamo sbagliato. Ma ciò ci porta a sbagliare ancora! Ma poi riprenderci.. Speriamo che nessuno segua le nostre tracce o gli parrà di girare un po' in tondo. E intanto si riceve la telefonata dell'invidia..
Arriviamo alla macchina che sono le 17: che giornata piena! Mi ci voleva! Messa in ordine l'attrezzatura, cambiati e puliti (circa) ci infiliamo nel bar ristornate di fronte per una mezza pizza a testa e una birra. Questa è vita.

Qui altre foto.
Qui report su on ice.

1 commento:

  1. Ehh bravi.
    Invidia a mille per non essere stato con voi.
    Molto felice ed orgoglioso di avervi ben consigliato.
    E' veramente un bel flusso !

    RispondiElimina