domenica 2 giugno 2013

Presi a calci dal vento: Valmaggiore

Meno male ieri mi son sfogato. Maledetta meteo ballerina. Oddio, sapevamo che il cielo non sarebbe stato limpido, ma non immaginavamo questo vento. E dire che Riccardo in macchina parlava di aver letto che sul ghiacciaio della val senales leggeva vento a 200km/h, ma credeva ci fosse un errore.
Ieri per me giornata lunga, rientro tardi e stanco per poter pianificare bene qualcosa, perciò vada per Cima Cece, voluta da Marco e con noi accondiscendenti, tanto è un terno al lotto. Sulla stradina che porta alla Malga Valmaggiore capiamo che tira un bel vento. Riccardo stupefatto “oh ma guarda che vento, ci sono gli alberi che fanno così così! Sol che non mi cada un ramo sulla macchina” e tom! Qualcosa cade sul tettuccio dell’auto.
Cielo nuvoloso ma nubi alte, la visibilità non dovrebbe certo essere un problema, mi piace sta cosa. Saliamo nel bosco, tutto bello verde, cime imbiancate ancora e acqua che scorre caparbia nel ruscello. Ci scaldiamo presto, e Marco entra in modalità Super Mario Bros: poverino il nonnino, ha solo un bastoncino, l'altro è rotto!. Qualche valanga invade il nostro sentiero, capisco perché sconsiglino la salita con pericolo marcato: addirittura passiamo un tratto dove due valanghe provenienti da versanti opposti si “baciano”.
Riccardo segue le tracce di qualcuno che ci precede, ora che le valanghe nascondono decine di metri di sentiero e le pozze di neve i segni CAI. E finiamo in mezzo alle sterpaglie, per una deviazione che sa di giungla. Beh dai, almeno taglieremo e saliremo prima! E invece no, saliamo saliamo per poi scendere a riprendere il vero sentiero: chi abbiamo seguito si è sbagliato anche lui.
Dal laghetto primaverile iniziamo a pestar neve, almeno.. Almeno una pippa, la neve è marciotta, se vai fuori traccia vai giù, e anche nella traccia un po’ si affonda. Più in alto con sotto le pietre lisce, oltre che affondare si scivola anche. La vedo grigia. Ma già la Cima Valmaggiore sarebbe invitante col suo versante di lingue di neve interrotte da roccia affiorante.
Ma il vento si fa sentire ora che siamo in spazio aperto, e man mano che si sale siamo ai livelli di far perdere l’equilibrio. Laggiù il Latemar si fa ammirare, con alle sue spalle un bel cielo scuro carico. Io e Riccardo osserviamo l'itinerario che abbiamo seguito quest’estate: adesso è un piano inclinato uniforme di neve.. E tra uno scivolone e l’altro, siamo spinti verso la forcella dal vento.
Eccoci al Bivacco Paolo e Nicola, che bellino! E c’è pure vita dentro: una coppia di Varese e tre ragazzi di Ferrara. Marco non perde l’occasione per dirgli “meniamo questo qua, che mi prende sempre in giro perché sono ferrarese!” ma lo scontro è evitato. Ci chiedono a che ora siamo partiti per essere alle 8e30 al bivacco. Sono increduli sul nostro orario di partenza, poi gli spieghiamo di altre levatacce o di non dormite.
Abbandoniamo l’idea della salita alla cima, troppo vento e neve di merda, oltre che rischio imminente di prendere l’acqua dal cielo. Osserviamo il lancio della banana (video): dopo averne mangiata una, apriamo la porta, la lanciamo verso l’alto e la osserviamo volare finire 50m buoni più in la. Grasse risate. Ma sconfortati per la cacciata che ci da il Lagorai. Amen, finirà a birra e canederli.
Dopo aver cazzeggiato un’oretta, canticchiamo il jingle di Super Mario Bros, scendiamo, sferzati dal vento in faccia (video). Facciamo un po’ gli scemi in mezzo a questo selvaggio ambiente, finché non torniamo sulle rive del laghetto, dove provo a boulderare un po’, ma qui ci sono dei 5b che con gli scarponi non sono comodi. E farmi male facendo una cagata non mi sembra una fine gloriosa. Poi la discesa sciata sulla valanga, filmando nella speranza che uno di loro due cada (video). All’auto un bagno ai piedi nel ruscello, ma quando è fredda l’acqua!
Alle 11e15 siamo già in auto verso valle, alla disperata ricerca di una coop o despar che dir si voglia per comprare i canederli da portare a casa. Sembra di cercare l’oro talmente fatichiamo, chissà quanti km percorsi avanti e indietro. Poi finalmente in centro a Cavalese la troviamo. E chiediamo consiglio su dove andare a mangiare, ci consigliano titospeck. Marco fa la figa e prende solo una fetta di torta, Riccardo i canederli, e io un bel piatto ricco di canederli, crauti, luganega e care, birra per tutti. Ne uscirò strapieno, la sera niente cena.
Va beh, andata così, almeno abbiamo una strategia di attacco per questa estate. Però mi son rotto un po’ i coglioni di queste uscite senza scago nelle mutande! Alta pressione e canali e pareti, venite a me!

Qui altre foto.
Qui relazione su on-ice.

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