sabato 12 aprile 2014

Sfuggiva nella nebbia: Cima Undici da lontano (Elferspitze)

L’iniziare ad avere sempre meno weekend disponibili porta poi a questa fine. Il meteo partiva incerto fin dall’inizio della settimana, ma solo all’ultimo è nettamente peggiorato, anche se non al punto di dire di stare a casa. Ok partiamo, e ormai ci siamo caricati tutta settimana con la Val Venosta (forse per la Forst sabato sera?).
Un bar aperto lo si trova, due paste belle tamugne a testa, poi via che il meteo sembra reggere. Ma ci avviciniamo a Passo Resia e si vede che la in fondo non è così luccicante. Alla base degli impianti di Roia, sci ai piedi, ma ci sono già degli scialpinisti che sono tornati giù: va beh, saranno partiti presto.
Si inizia sulla pista, poi di devia a destra nel bosco, accidenti a lui, ripido, fitto, neve dallo squagliato alla ghiacciata, saliamo che non vedo l’ora di uscire da qui! E man mano riusciamo a uscire da questo dedalo di tronchi e rami e ghiaccio, e il cielo sembra pure schiarirsi, pensa te! Sta a vedere che ce la facciamo a portare a casa la giornata di oggi! Puntiamo più su di quella di domani, ma se anche oggi andasse in porto..
Panorama mozzafiato, dall’altra parte della valle tutto un versante da discesa, km e km ma..ora è rimasta poca neve, terremo l’idea per il prossimo inverno. E iniziamo a litigare con lo zoccolo sulla pelle, accidenti a lui, oggi pomeriggio cerchiamo un negozio per comprare dell’impermeabilizzante.
Continuiamo a salire il versante della montagna, sempre più in alto, girando un po’ a destra un po’ a sinistra, scoprendo maggiormente la valle. E iniziamo a vedere una cima, ma non credo proprio sia quella, e intanto alle nostre spalle il cielo torna a farsi plumbeo. Saliamo un altro poco e la conferma che la cima con la croce è laggiù in fondo.
Solo che l’ultimo tratto per salire sulla cima più prossima a noi, la Zwolferkopf, la neve si fa davvero dura, ghiacciata, e ripida. Da qui sarà dura scendere, ma dai, vedrai che c’è un altre versante più divertente da sciare. E calano le nubi e inizia a nevicare. Siamo sulla cima minore, proviamo a proseguire su una cresta larga ma altalenante, ma ben presto la visibilità cala a poche decine di metri. Senza pensarci due volte, ora che abbiamo pure capito che si scende da dove siamo saliti, via giù.
Io non parto subito a piedi, troppo duro questo pendio per me, e senza visibilità non mi attento, ben presto anche Riccardo toglie gli sci. Dopo qualche decina di metri di discesa, mettiamo le aste e proviamo a scendere. Io faccio una bella fatica, numerose cadute all’inizio, una ogni curva, poi inizia ad andare meglio.
Sciata sempre molto attenta, questa neve non perdona come quelle a cui ero abituato, poi traverso verso le piste perché col cavolo che scendo per il bosco maledetto! Una sosta panino perché la fame è tanta, poi giù per la pista quasi deserta, ma aperta, che poi scopriremo esser nera (oddio!) ma con la neve che c’era era abbordabile.
Va beh dai, speriamo domani vada meglio. Ora stendiamo vestiti e scarpette sul cruscotto, aria calda a buco e via verso Passo Resia a vedere com’è, poi al campanile di Resia per la classica foto turistica, esplorazione al Couloir di Resia, e infine verso Merano alla ricerca dell’impermeabilizzante, ma poi finiremo per comprare anche altro (come due fighe in un negozio di scarpe).
Decidiamo cosa fare domani: andiamo in Val Martello, se va bene proviamo il Cevedale, se no ripieghiamo su una cima un po’ prima. Dai,s periamo bene, intanto Piatto del Mastro Birraio e buona birra alla Forst di Lagundo, viziosi.

Qui altre foto.

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