domenica 18 gennaio 2015

Salviamo questa domenica: Rocca Pendice, Spigolo Barbiero

Dopo l’ennesima ritirata di ieri e le abbondanti nevicate, ghiaccio e neve meglio stargli lontano. Però sia io che Giorgio abbiamo la giornata free, e vorremmo approfittarne che cavolo! Se le attività invernali sono off limits, passiamo alle attività tardo autunnali, che tanto come meteo e temperature ci siamo. 
Dopo un calvario decisionale del sabato sera, protratto fino alle 22, si opta per Rocca Pendice, posto in cui non sono mai stato e che mi incuriosisce, mentre invece Giorgio è navigato, e ci ha fatto pure l’esame da Istruttore Sezionale. Unica pecca..si spera la roccia non sia umida, o non si va su.
Il viaggio ci imbriglia nelle nebbie della bassa padovana, una colazione incerta ancora nel grigio, ma basta poi alzarsi qualche metro sul livello del mare e splende un bel sole, bella li! Ora c’è ancora da sperare che ieri non abbia piovuto qui.
I primi passi di avvicinamento (maledetti quei maleducati del cazzo che cagano proprio nel passaggio quando invece tutto intorno c’è un sacco di bosco!) invece sono nel fango, un albero caduto sbarra la strada: no good, ma speriamo che l’esposizione della parete su cui andremo sia confortevole.
Si passa sotto il paretone est, umidiccio, la via che Giorgio aveva pensato alla Bianchini, ma meglio desistere. Con qualche passaggio delicato ci immettiamo sulla cengia che porta alla Carugati, bella umida, e proseguiamo verso l’attacco dello Spigolo Barbiero: attacco che si raggiunge con passaggi esposti e non certo da EE. Insomma, un po’ brio.
Eccoci sotto, all’ombra, ma li su saremo al sole. Pari o dispari per chi parte, vince Giorgio. Vince, insomma, vince al gioco e quindi gli tocca partire. E la partenza non è banale, placca liscia con mano debole: riesco a leggere come vada salita, ma da sotto tutto è facile. Dopo un po’ di ostiare, Giorgio passa, e le difficoltà calano, fino a una bella spaccata per poi arrivare in sosta.
Tocca a me, e realizzo bene che tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. E fidati di questo piede che tiene! E infatti tiene, ma che incertezza.. Poi mi è venuto davvero freddo (tra poco avrò davvero caldo) e quell’alluce sinistro ha un unghia che lo infastidisce parecchio. Ma alla sosta arrivo, e da questo balcone si nota ancora di più quanto la nebbia imprigioni le popolazioni aderenti al suolo. Noi aderiamo al verticale, non all’orizzontale.
Parto per il secondo tiro, in spigolo finalmente, al sole, che caldo, bello esposto, con passaggi atletici ma con chiodatura sempre buona. Arrampicata divertente, mi piace! Certo che essere a metà gennaio, arrampicare in questi posti e avere caldo senza essere troppo vestiti..mah! Prendiamo quello che viene, d’altronde per noi è un hobby che viene condizionato dai capricci climatici, per altri è peggio.
Giorgio arriva, e il suo tiro prosegue..all’ombra. Ben presto scompare per risalire un diedro reso infido dall’umidità, mi chiede quanta corda c’è, “ancora tanta”. Sale, poi inizia a scendere, ma che fa?! Boh.. “Molla tutto”, ok vado io. E quanto è umido il diedro! Seppur sia un III, da del filo da torcere in questo stato.
Riparto, placca appoggiata ma di aderenza, poi una “piazza” con 6-7 fittoni e soprattutto..il pilastro finale, il tratto chiave, quello che Giorgio (sbucato qui da una via a fianco tempo fa) ricorda ostico e dove c’è da abbracciare la roccia. Decido di fare sosta qui, così almeno per il tratto duro ho meno corda fuori, Giorgio sarebbe ben vicino a guardare che faccio, e rischio meno l’ultimo tiro come lunghezza (infatti il prossimo tiro sarà davvero lungo! Oltre che bello).
Recupero Giorgio e riparto. Minchia se è duro. Non mi faccio sconti, so essere scarso e pure fuori forma, ma il V/V+ della Decima me lo ricordo ben più abbordabile! Forse la vera differenza è che in Moiazza dovevo uscirne con le mie forse, qui posso azzerare e fare resting. Insomma tutti giochi mentali.
Ostio, resting, salgo un po’ ma non mi fido del piedino, torna giù. Sicuramente mi stanco più così che se provassi in scioltezza, ma non sono per nulla sciolto. Mi sembra di metterci una vita, in realtà riguardando gli orari delle foto nemmeno tanto. Un’azzeratina gliela do su un rinvio, dopo 5m le difficoltà calano. Ma che sudata. Almeno niente A1!
Ora è tutta una goduria di spigolo, esposizione, passaggi articolati a superare la prua di roccia, davvero divertente, un tiro che da una stellina in più alla via! Ecco la sosta, mi ci piazzo comodo, la “vetta” è li di fronte. Giorgio è ben più sciolto di me e arriva su ben più rapido di me! Che fame!
Solo noi sulla via e sulla parete, un gruppo di scout sulla “cima” di fianco a fare del baccano, ma bello “solitario” come spigolo. Probabilmente trovarlo così spopolato è raro. Scendiamo verso un settore della falesia, c’è il tempo per un monotiro, ma prima panino! La giornata è stata pienamente salvata.

Qui altre foto.
Qui report.

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