sabato 13 giugno 2015

MOLH: MOdena Lowest to Highest

Perchè lo fai?

Pensavo a questa domanda mentre salivo gli ultimi km verso Fanano, domanda di un'ipotetica “intervista” di un amico o di un conoscente. Domanda filosofica. Che rispondere.. Perchè metto a prova me stesso, perchè mi piace, perchè mi diverto. Ma sono risposte che hanno senso? (lasciamo perdere i “perchè devo fare il figo” e surrogati visto che proprio non mi si addicono).

In realtà la miglior risposta potrebbe essere che “non tutte le domande devono avere una risposta. È giusto che restino domande”. Ecco, questa suona bene, mi rispecchia anche forse. Troppe domande nella vita, domande che portano a pensare troppo, a volte meglio fare, agire, anche senza che alle spalle ci siano motivazioni; o senza cercare di capirle, ci sono, sono li, non riesco a leggerle, ma va bene.
Un progetto che avevo in mente da un annetto (no, anche meno), una modenasizzazione di altre che avevo letto (quello che aveva salito la Presanella partendo da Riva del Garda, dal punto più basso al più alto del Trentino), una roba simile che posso fare, senza tanti soldi, tempo, organizzazione, aiuti (circa). Mi metto allora a cercare quale sia il punto più basso della provincia di Modena. Dai sarà Concordia!

No. Paolo e Luca mi dicono entrambi sia la campagna a sud di San Martino Spino, 9 mslm, uno dei paesi più lontani.. Va beh, hai voluto la bici.. Il punto più alto di certo il Monte Cimone, 2165mslm. Lo metti su google maps e il percorso risulta essere 126km. Sì ma passando per provinciali e strade trafficate. No, io voglio evitarle.

Mezzo. Bici da corsa? No, non ce l'ho. E poi nell'ottica di fare argine o ciclabili sterrate, serve una mtb. Ce l'ho! Ha quasi 10 anni, scassatina, 17kg di metallo. Ma quante ne ho passate con lei (una tra tante). Prendo te, pazienza se il cambio va male, un pedale è storto. Non cerco la performance.

Questo sembra essere il weekend giusto per tentare. Pochi o nessun amico alpinista disponibile per la montagna (escluso Nicola che però va solo sul 6b), la morosa via, la sorella che mi aiuta a casa. Meteo: fa caldo, urca se fa caldo, ma spero essere in collina presto. E spero non scoppino temporali. I prossimi weekend fino a metà luglio sono pieni, quindi o è questo o è l'anno prossimo.

Da martedì questo pensiero, questa idea mi gira per la testa. Quatto quatto compro freni di ricambio per la discesa, al giovedì sera apparecchio il tappetto di materiale. Faccio due conti speranzosi, partendo alle 5 essere in cima per le 16? E poi? Torno giù? Sto su? Beh prendo con me un po di materiale da bivacco (dove capita capita), ma sento anche un paio di amici con domande vaghe "ma se avessi bisogno di un passaggio..".

Zaino minimale. Certo, nel mio stile. Tra liquidi, cibo, cambi, officina, vestiti e roba da bivacco, mi serve il 30l. Peso? Spero non più di 10kg, ma non lo misuro, meglio. Macchina fotografica anche se già so che le foto saranno poche o nulla, GPS, batterie di scorta ecc.

Riposo. Dai vado a letto presto. Ma no, c'è la serata con Luca Montanari, doveroso partecipare. E tra due chiacchiere, una birra, gli amici, vado a letto all'1 per avere una sveglia alle 3:15. Come la volta del crinale, non mi smentisco. Ma anche col Baldo. Che disastro che sono.

Sveglia, in piedi, dormito poco ma mi carico subito quando mi rimembro del perchè mi sveglio. Caffe veloce e zero cibo perchè o sono ancora pieno da ieri sera (ma non credo) oppure l'aver dormito poco non piace nemmeno al mio apparato digerente. Carico la bici e parto alla volta di San Martino Spino.
Un'afa e un'umidità senza paragoni, mangio controvoglia il cibo del buon augurio e guido per le campagne della bassa verso il basso. Dopo un buon 45minuti varco le porte del paese, cerco di trovare la via giusta che avevo cercato su google maps, eccola! C'è anche l'indicazione "Barchessone". Parcheggio.
Sono già in ritardo. Parto che sono le 5e30. Attraverso una zona naturale piacevole, ricca di lepri e fagiani, silenziosa, cupa per l'umidità che copre il sole già sorto, bagnata. Era questa la zona che mi spaventava di più per quanto riguarda l'orientamento e trovare la strada giusta invece tutto fila liscio.
Cerco di cogliere qualche bella sfumatura in cielo, ma il grigio umido non lascia scampo. Mi defilo sull'asfalto verso Massa Finalese. Qui invece sbaglio, in centro prendo per San Felice sul Panaro invece che per il Polo Industriale! Non ci voleva, pochi km di troppo, ma per la testa non fa bene sbagliare.
Torno sulla retta via, fermarsi è una tragedia, il vento che ti scorre in faccia mentre vai a 22 km/h rinfresca, ma se ti fermi il sudore la fa da padroni. Al Polo Industriale ancora un po di indecisione, ma poi intuisco la strada corretta e vedo l'argine, dai che si sale sopra e diventa più piacevole!
Ecco, altro errore. Salgo sul lato sinistro orografico ma non è battuto. No eh! Forature e dimezzamento della velocità di crociera no! Scioccamente non guardo la cartina (quella della provincia) dove potrei vedere dove sia il prossimo ponte per saltare sull'altra sponda. Già, mi pare di vedere che dall'altra parte sia battuto.
Vado verso nord, ovvero allungo, ma immagino e spero che Finale Emilia sia vicino e ci sia un ponte. Vicino relativamente, allungo di km e mi innervosisco, male. Finalmente vedo il ponte, dai che si passa di la.

Passo, un km e sono punto e a capo. Argine non battuto. Ormai sono qui.. Fortuna che poi la ghiaia c'è, anche se non è scorrevole come mi aspettavo (come mi avevano detto). Ora bando alle cancie, sono palesemente in ritardo devo pedalare. Mi ero imposto di partire senza tirarmi il collo, ma ora. Ogni tanto verifico sull orologio di mantenere un buon passo.

Un altro ponte, vediamo se di la c'è la ciclabile superveloce di cui mi han parlato. Non c'è. Mangio qualcosa che è meglio. Continuo lato destro. Il sole riesce a uscire dall'afa, così ne ho due di forze contro, ma sapevo ci sarebbero state. Meglio il sole che il vento contro: quello più avanti.
Verso Camposanto (scoprirò a casa che era Camposanto) sull argine torna l'erba, ovvero fatica, un passaggio sotto il ponte del treno ed ecco un nuovo ponte e la possibilità di passare dall'altra parte. Ciclabile asfaltata! Velocità! E siamo già a 42km (direi 10 più del previsto visto il passaggio per Finale Emilia).

Anche qui l'asfalto dura poco. La scorrevolezza che credevo avere in tutto il primo tratto non c'è. Brutto colpo per la mente che si ritrova a dover affrontare difficoltà non insormontabile, ma che non si aspettava. Ostacoli.
Testa china e avanti, il tempo ce l'ho, vie di fuga anche. Tiro dritto fino a Bomporto, dove abbandono il Panaro e seguo il Navicello. Mi avevano detto che da qui la ciclabile sul Panaro non c'è più, su web ho visto che si poteva prendere la Modena-Ferrara, la cerco.
Non ci metto molto a trovarla, ma l'attesa e la paura di non farcela sono ancora cazzotti per la testa. Testa accaldata, sono sudato da matti, bevo ma ho sete. Poi a Bastiglia trovo un bel cartello che mi indica la ciclabile per Modena, manna dal cielo, asfaltata. Daje, e inizio a vedere la Ghirlandina in lontananza.
Senza accorgermene entro a Modena, passo sotto la tangenziale per dei cancelli che di notte sono chiusi, ma ora come andare a rendere il percorso natura per Vignola? Il mio naso correttamente mi fa seguire la ciclabile finchè c'è, mi aiuto con la cartina, via Divisione Acqui verso est e poi un cartello mal messo mi indica di svoltare.
E sono sul percorso Natura, 72km nelle gambe, 30 mi aspettano per Marano. Almeno sono piacevoli, in mezzo alla natura, poca gente, ma caldo e caldo. qualche strappettino che stupidamente faccio in sella e che mi sega un po' i quadricipiti. Una tartaruga che mi attraversa la strada: un sorriso che rinfresca la mente.
Il passaggio lato fiume è traumatico, avrei voglia di buttarmi dentro. "Al ritorno" mi dico, conscio che sto mentendo a me stesso. Altri sali scendi nello sterrato, un caldo che non se ne va, la mia maglietta deve essere inaffrontabile come odore. Il senso dello spazio se ne va, poi vedo una rocca, sarò a Vignola. Passo a lato della piscina: mi fermo come fa un affamato davanti a una pasticceria chiusa.
Ponte di Marano e ora è asfalto. Fino a sotto il Cimone. Sono stanco, ma so bene di non essere nemmeno a metà. Arrivo a Casona e mi fermo in sosta al bar, devo rifocillarmi. Coca media, brioche, qualche cosa dallo zaino, un altro gatorade (il mio finito), un altro litro e mezzo di acqua, torno a fare il pieno con 3l di liquidi.
106km in poco meno di 6h, mi valuto in ritardo su una tabella di marcia che ho solo abbozzato senza pensarci più di tanto. E so bene di non essere nemmeno a metà. Metà solo della salita eh, perchè se conto anche di scendere, quanto ce ne è ancora! Avviso gli amici che ora viene il mio di 6b.
Riparto, al sole, a breve anche al vento che spesso mi soffia contro. La fatica si fa sentire, sotto la coscia destra tira tutto, bevo e bevo per combattere il rischio crampi. Numerose pause accompagneranno questa che sarà la tratta più dura: l'inizio delle salite, blande anche, ma che spesso sono seguite da discese e quindi salite.
Cerco di farmi forza. Vedo il Cimone dietro una curva, vacca se è lontano. Se riesco ad arrivare a Fanano poi è fatta, a costo di salire tutto a piedi, tanto sono sui 13km (eh no, sono 20 invece!) a piedi li faccio in 3h. Se anche arrivo in cima alle 21 non me ne frega un cazzo, ormai la porto a termine sta giornata.

Ma perchè sono qui? Perchè lo faccio? Non perdere tempo a cercare risposte a domande che non le meritano e non le necessitano.

Basta, scendo dalla bici e proseguo a piedi, stanchezza tanta, paura di crampi e di spomparmi quando la meta è ancora lontana, meglio tenersi un po' di energie. Energie..quali?? L'orologio si ricarica nello zaino, quindi non seguo l'orario, ma ho paura che si dilati tremendamente. Questa strada l'ho fatta spesso, ma in auto hai una concezione diversa dello spazio, molto più "compressa".
I temibili tornanti di Fanano, che annunciano almeno che il paese è vicino. Fatti quelli decido che magari potrei mettere il rapporto più piccolo: cambio manuale, nel senso del con le dita devo andare sulla catena e cambiare. Ultime pedalate, la fontana sacra.
Fermo, pausa. Mi abbevero alla fontana e mi siedo al bar. Fetta di torta, coca cola, pane e dolci che ho nello zaino (ma anche prima mi fermavo a mangiare!). 32.5km da Casona a qui, 2h12min. Riposo. Vento, quanto vento. Messaggino agli amici, e goloso prendo un'altra fetta di torta. quanto si sta bene qui, ma quanto è vicina la meta. Non mollo, fuori le unghie e i denti, che servono.

Riparto in direzione Fellicarolo e poi risalgo per andare sulla strada che porta a Canevare. Parecchio a piedi a spingere la bici, son cotto. La fetta di torta aggiuntiva fa sentire il suo peso specifico alla digestione. Il cielo si carica, accidenti, ma non mi importa, salo anche con l'uragano! Ma sono solo due gocce, un albero è sufficiente a ripararmi, nuvola presa di striscio.

A un bivio mi fermo, cartina alla mano. A sinistra per Canevare, ma il Lago della Ninfa me lo indica a destra: so che a sinistra è piu corta, andrei di li, ma un ragazzo si ferma a darmi indicazioni e mi consiglia a destra. Nel parlare mi chiede "ma dove hai la macchina" "lascia stare, non vuoi saperlo davvero" "ah vieni da lontano allora". Mi convince, vado a destra, magari riesco a pedalare qualche tratto.

E dei bei pezzi riesco a pedalarli. La solitudine si fa sentire, ma ancora mi sono ritrovato in poche occasioni a parlare da solo. Poche, non nessuna. In salita il ragazzo di prima mi viene di fianco, due battute e gli dico "cmq vengo da San Martino Spino, se vuoi vedere su google dov'è" "ma lo so dov'è! Dai ci vediamo al Lago", ma lo vedrò scendere che io non sarò ancora a Cervarola.
Il tempo adesso non mi interessa, so che è dalla mia, anche a piedi faccio in tempo. Già quando spunto a Cervarola, dove la vista sul Cimone è in primo piano, i primi segni di commozione: ma calmati, non è ancora il momento. Una rapida discesa, che maledico perchè al ritorno so già sarà salita, mi porta al caotico Lago della Ninfa, non me curo e vado avanti alla sbarra della strada che porta a Pian Cavallaro. Intermedio 13,5km in 2h20min.
Me la fischietto ormai, ce la farò. Fontana Bedini è sempre un bel vedere, ma quante zanzare! Mi allontano dopo aver fatto il pieno, pedalando quanto possibile sui tornanti che portano a Pian Cavallaro. Sembrano in falso piano ma salgono. Si sente, e dall'alto si vede. Ultimi metri per poi posare la bici e continuare a piedi.18.10km in 3h10 da Fanano.
Avrei voluto portare la mia bici in cima, ma l'ho già fatto una volta anni fa, una fatica allucinante. No oggi no. Son già qui che bramo un panino con salsiccia e birra. Lego la bici al gatto delle nevi e parto per salire: gambe stanche. Con questo zaino questa salita me la farei volando in una giornata normale, invece oggi è dura. Mi fermo qualche volta a gustarmi il raggiungimento prossimo della meta.
Alla fin fine questo 1 km di cresta con 300m di dislivello me lo mangio in mezzora: allora ne ho ancora! Tutta testa. E sono in cima. Sono le 18, 2600m D+ (circa, forse piu), 157km, e la provincia di Modena è sotto i miei piedi. In cima sono da solo, come lo sono stato per tutte le 12h30 di fatica fin qui trascorse. Vacca che soddisfazione.
Non mi godo tanto la cima perchè tira un vento che fa davvero freddo, ma mangio e bevo quel che posso e inizio a scrivere qualche messaggio. Messaggi vocali su whatapp a Nicola e Gianluca per avvisarli che ce l'ho fatta, e se per caso han voglia di venirmi incontro a prendere. Tralascio tutte le cazzate, risate, prese in giro a vicenda che ci saranno da qui fino a quando Nicola mi prenderà in macchina: parecchie soste ad ascoltare e registrare.

Ci sta anche un messaggio a Cristian (anche ad altri amici), che poi evolve con un suo "vuoi del bravo?" e io che gli rispondo "no, vorrei una birra fresca, un panino con la salsiccia, la morosa, e un letto" e lui stronzissimo "io ce li ho tutti, tie!".

E così, senza quasi accorgermene, dalla toscana si caricano nuvoloni. Scendo di corsa, ma queste scarpe da ginnastica versione slick richiedono attenzione: no eh, scivolare e cadere adesso no! Alle 18:45 sono in sella, pronto a lanciarmi in discesa folle verso Fanano: ora mollo le briglie, che la fatica dell'andata sia ripagata! Ma il vento e qualche goccia mi fa paura, preferisco non fermarmi e telare giu!
Le marmotte ai lati ella strada mi fanno sorridere, cercano di scappare nella tana appena mi vedono, ma ora sono ben piu veloce di loro. Certo che però con questo mezzo dalla ruota posteriore traballante è da nervi saldi e sangue freddo scendere ai 50 km/h: mia bella resisti ancora oggi, che poi posso mandarti in pensione!
Sosta ancora a Fontana Bedini per altra acqua, finchè c'è meglio prenderla, poi giù di nuovo con occhiali anti zanzara nell'occhio e guanti, un po' per il freddo e un po' per protezione in caso di eventuale caduta. L'euforia dell'obiettivo raggiunto si mischia con l'adrenalina della velocità, un mix folle! Non penso ad altro, concentrazione.
Quella maledetta risalita dolo il Lago della Ninfa, poi di nuovo giù, a uovo aerodinamico quando la pendenza non è sufficiente, poi qualche pedalata anche, ma il tratto che all'andata mi impiegò 3h10 adesso lo faccio in un 1h10 (soste messaggi compresi).. Ho comunque il tempo di gustarmi una bella luce sul verde del Corno alle Scale.
Fanano, ho fatto presto, dai direi che a Casona prima di buio ci arrivo, avviso Nicola che sta prendendo accordi con Federica, all'andata non ridevo, ma ora posso farlo e ho occasione per farlo. Mi lancio giù di nuovo, ma adesso so che non è tutta discesa, anzi! Mettersi a uovo per cercare di sfruttare la pendenza il più possibile inizia a essere faticoso per i muscoli delle gambe.
Riesco ad arrivare a Casona proprio alle ultime luci, 21:30, faccio in tempo a fermarmi che ecco il mio amico (salvatore) con sua moglie che arriva. Ho ancora sufficienti forze per smontare il mezzo, caricarlo (il signorino è vestito bene e non vuole sporcarsi, io andrò a cena puzzolente ma con maglietta di ricambio).
A cena stranamente ho poca fame, si vede che lo sforzo mi ha chiuso un po' lo stomaco. Ma maccheroni al cinghiale, tortelloni all'ortica, filetto e grasparossa vanno giù con gusto! Poi a nanna, domani è un altro di giorno, ma di riposo.
E adesso la domanda, perchè lo "pubblicizzi"?! Devi vantarti? Chi ti credi di essere?

Nessuno, c'è chi è più forte di me, chi è più debole, chi è più furbo e chi è più scemo. Siamo 6 miliardi e oltre, ci sarà sempre di meglio e di peggio. Io non devo fare il ganzo con nessuno tranne che con me stesso: le soddisfazioni le prendo da me, non dagli altri. Però come capita a me di emozionarmi con le (vere) imprese degli altri, magari qualcuno può sorridere nel leggere le (mediocri) mie. Se posso regalare un sorriso, perchè non farlo? E se magari qualcuno stava pensando di fare una cosa simile, può prendere spunto!

Un po' di numeri (più per mia memoria che vostra):
- mezzo: schockblaze yosemite, ferro di 10 anni, 17kg di metallo pieno, cambio manuale nel senso che spesso è a mano
- zaino per ogni evenienza, materiale da bivacco, officina, cambio, cibo e bere: crca 10kg (ma ho sempre paura a pesare i miei zaini)
- partenza ore 5:30
- San Martino Spino - Casona : 106 km, poco meno di 6h, 200m D+
- Casona - Fanano: 32,5 km, 2:15, 700m D+
- Fanano - Cimone: 19,2 km, 3h40, 1677m D+ (di cui 1km, 30min, 300m D+ a piedi)
- ore 18 cima
- Cimone - Fanano: 19,2 km, 1h20, 150m D+
- Fanano - Casona; 32,5 km, 1h45, 200m D+
- ore 21:30 Nicola
- Totale: 209 km, 16h (pause comprese), quasi 3000m D+
- NB: non tutta pedalata
- 2 banane, 3 fette di pane primus, 2 fette di torta, una pasta, 3-4 barrette, 3-4 pacchettini piccoli di biscotti (cena esclusa)
- circa 10 e passa litri di liquidi ingurgitati (a seguito della loro espulsione sudata), tra cui 2 coca cole medie, 2 gatorade, resto acqua (cena esclusa)

Qui altre foto, ma sono poche. Oggi era concentrazione.

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