domenica 1 novembre 2015

Scuola Montanari allegramente: Moregallo Cresta OSA

Oggi si gioca vistosamente fuori casa. La giornata ha il sapore di una reunion tanto insolita quanto piena di aspettative. Purtroppo non riusciamo a essere in molti, ma per i presenti sarà una bella giornata di arrampicata, risate, cibo e lezioni. 
Già dal bar della colazione vediamo la nostra meta, timorosi del "fresco" di valle. Poi l'amara sorpresa del dover parcheggiare tanto in basso: notiamo gente che sale sulla strada asfaltata, ma saliamo lo stesso motorizzati, per poi scendere e parcheggiare dove si riesce. 
Curioso, pittoresco, e bravo, lo scultore che espone le proprie opere in giardino: peccato aver fotografato solo una delle sue opere, quella più in tema del periodo però! 
Si sale tra una chiacchiera e l'altra, ora belli accaldati da clima e passo: ci si maledice per non aver messo le braghe corte, ci si spoglia dalla cintura in su per chi può. Seguiamo i vari cartelli passando in mezzo a locali che ci fanno sentire ancor più lontani da casa: sarà anche per questo che facciamo più gruppo tra noi. 
Irti si sguscia nel bosco, si prendono i giusti bivi, si scrutano le pareti rocciose, le guglie, che improvvisamente sorgono e si alzano verso il cielo in questo brullo paesaggio di verde sbiadito autunnale. Si passa la Cresta 50° e poi si arriva al bivio per la nostra, alla base della quale troviamo già gente, ma ce l'aspettavamo. 
Ci si prepara tra una presa in giro e l'altra, finchè qualcuno non fa notare che "dai ragazzi, basta parlare della xxxxx di Nicola, c'è una signora" e lei che se la ride di gusto, e noi che si continua interpellandola per sapere il suo parere a più riprese. 
Parte per prima la cordata Gianluca-Cristian, seguita da Simone-Davide, poi Federico-io-Roberto e infine Fabio-Nicola. Già alla prima sosta è il caos, tra noi che affolliamo la via, chi ci stà davanti, chi stà dietro e chi stà di fianco salendo slegati per poi ritirarsi in doppia su corde altrui. Ben presto però riusciremo a isolarci, lasciando dietro chi ci stà dietro. 
L'arrampicata è piacevole, la roccia lavorata ma parecchio consumata dai numerosi passaggi. Mediamente facile ma con qualche passaggio un po' più tecnico o delicato anche "grazie" all'unto. Il tracciato è obbligato nel senso che la cresta è poco larga, il che rende l'affollamento ancora più problematico. 
Ma questo non è un problema tra noi, ci passiamo sopra e ci insultiamo allegramente e senza serietà, tra uno sfottò e l'altro si macinano metri senza nemmeno accorgercene. Beh, anche perchè il timore di ingorghi dovuti a cordate che ci raggiungono alle spalle è alto, e infatti di foto ne faccio ben poche. 
In cordata da tre siam naturalmente più lenti, e infatti Nicola e Fabio ci superano mestamente. Visto l'abbattimento delle difficoltà, Roberto per una conserva lunga che diventa molto lunga, e si interrompe solo quando si stufa di tirare su la corda come un mulo. Ci incamminiamo allora di conserva corta, e varcato un dosso troviamo gli altri li sotto che fanno su le canne. 
Ma come, basta?! Niente ultimi tiri?! (socia quanto è lungo però il trasferimento per andarli a prendere.. Oppure non stiamo ben capendo dove andare..) E niente cima?! Va beh, diamo spazio alla didattica, che oggi oltre che per provare un posto nuovo, siamo qui anche per scambiarci conoscenze nuove e vecchie. 
Scendiamo parlottando ovviamente di altre salite future, una fame che non conosce sazietà ma solo ingordigia! Posto affollato anche da escursionisti, ma noi chissà perchè ci ritroviamo da soli per lunghi tratti. Il gruppo si spezza, con Gianluca davanti che, alla pari di un adolescente che ha in testa solo il triangolino, ha in testa solo la birra. 
E infatti non riusciamo a raggiungerli, scorriamo pareti rocciose che potevano essere idonee a fare un po' di lezione ma nulla. Li scorgiamo ai tavolini con la fontana, ma qui c'è troppo freddo e umido per fermarsi. Si continua ad andare giù, ormai mi sa chiaro che finirà con le gambe sotto al tavolo! 
E come volevasi dimostrare, si arriva stranamente a fermarsi nel primo posto che presenta tavolini imbanditi, la fattoria. Per fortuna che fuori è tutto pieno, ed aspettando che si liberi un tavolo vediamo qualche manovra e ci scambiamo un po' di pareri. 
Tra muratori che insegnano la meccanica agli ingegneri e questi ultimi che si fanno pippe sui vettori di forze, passa tempo sufficiente all'apparecchiata della tavola, e allora è grande festa. Peccato per il sole che ci abbandona lasciandoci a metà banchetto con berrette e giacche addosso!

Qui altre foto.
Qui report.

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