sabato 5 marzo 2016

Libero Trail nel Parco di Roccamalatina

Il senso di libertà che ti da l'andar per monti, è qualcosa di indescrivibile, che va provato. Poi ci sono attività che ti danno un sesno maggiore o minore di questa libertà, ma in generale l' "agoragioia" è sempre presente. E un trail non sfugge a questa sensazione di spazi che ti si aprono davanti e che puoi scegliere. 

Devo salvare il sabato, le previsioni meteo pessime negano qualsiasi attività alpinistica, alchè mi si accende la lampadina di andare a esplorare il Parco Regionale dei Sassi diRoccamalatina, ma correndo (corricchiando..). Spulcia cartine, itinerari, ed ecco qui "Casona-Zocca, 17,5km, 930D+ e 348 D-", vado e torno. Ma accidenti, anche là il meteo non è molto amico, pioggia moderata dalle 12 alle 15. Basta arrivare a Zocca prima delle 12, a quel punto..all'auto devo tornare a ogni costo! 

Al parcheggio qualche goccia, un cielo scuro, ma me l'aspettavo. Zainetto carico di viveri e vestiti di ricambio: parto camminando per non bruciarmi subito, alla vista di una famigliola di escursionisti inizio però a correre per non far figuracce, e dopo poco mi tolgo già la maglietta a maniche lunghe che fa un caldo che non si può. Si corre finchè le pendenze non esagerano. Al secondo bivio sbaglio pure il sentiero. 

Fango e steppa, poi ci infila in una vallettina incassata dove scorre un ruscello, il sentiero dei ponticelli: fortuna i ponti ci sono, se fosse necessario guadare, avrei già finito la mia giornata. Lo Zio Teofilo sbarra la strada, ma la sua funzione è importante, un debole sole filtra tra i rami ma fatica a scaldare davvero. Le prime scivolate su fango mi fanno muovere come se fossi su bicchieri di cristallo, ed eccomi a Pieve di Trebbio. 

I sassi di Roccamalatina salgono svettanti, non li ricordavo così tormentati, ma di certo li ricordavo così sabbiosi. Invece che scappare dal brutto tempo che avanza, gli vado incontro: beh, il vento cerca di cacciarmi indietro, ma resisto a queste spinte, e una volta sceso verso il mulino di Riva, queste forze avverse mi lasciano stare. 

Altra risalita, Castello delle formiche, e una strada ciottolata che assomiglia più a un ruscello dove risalgono i salmoni che a a dove salgono le auto. Un breve spiraglio di verde e azzurro lascia spazio a un cielo cupo e un infido tratto di fango e neve. Mudandsnow sempre maggiore salendo verso il Monte della Riva, sempre da solo, sempre libero. In salita magari no, ma in piano è divertente. 

In 2h20, 16,5km (quasi 1000m D+ da cartina), sono a Zocca, nemmeno troppo stanco, e quindi..perchè non rientrare per un altro sentiero? Quello che fa il giro più largo spostato più a est? Ma sì dai, riempiamo la giornata! Accidenti a me.. 

Vago per il paese alla ricerca di non so cosa, poi prendo il sentiero corretto verso MonteCorone: ora sì che fuggo dalle nuvole scure! E fuggo nella neve, ormai i piedi sono spolti, non c'è nulla da fare. Trovare la giusta strada è sempre più dura, molto asfalto e un cielo minaccioso, ruscelli da tutti i cantoni e guadi da farsi col salto in lungo! Nonostante la stampa in tasca, fotografo a più non posso la cartina in piazza. 

I paesaggi sono un po' meno carini dell'andata, ma almeno sono diversi. E le gambe iniziano a essere durette.. La salita al Sasso di Sant'Andrea è perfettamente evitabile, ho altro a cui pensare oggi, finora non ho preso acquazzoni, sarebbe bello continuare così: ora che poi mi sono tirato la zappa sui piedi allungando di 7-8km il rientro.. 

Arrivare a Roccamalatina è quasi da denti stretti, sono già pronto a mandare tutto in vacca e tagliare per Pieve di Trebbio e rientrare per dove sono passato all'andata. Quasi 4h, quasi 29km. Però..ormai ho fatto 30..facciamo 31..e quando mi ricapita di rifare tutto questo giro. Ok, cerca il 406, eccolo, imbuchiamoci, discesa e poi steppa a fianco del ruscello che temo dovrò guadare per passare dall'altra parte. Due caprioli ben più agili di me, e i crampi che fanno toc toc al polpaccio dx.. 

Comincia a piovere, ma resisto, non è bagnarmi io il problema, ma lo zaino e il suo contenuto. Finalmente in vista di Monteorsello, che però sta lassu: infiniti tornanti su asfalto, camminando che non ce la faccio più, vento e qualche goccia. Prossima tappa Guiglia, che già vedo, ma il sentiero fa percorsi strani: va beh, per salute è meglio evitare la statale.

Guiglia arriva, entro in paese, mi siedo su un vaso di fiori per visionare la cartina, le gambe esultano come gli italiani all'ultimo mondiale vinto. Ma è tempo di ripartire, non riposiamoci o non si riparte più! Sto già sognando la birretta e il borlengo (che sarà sostituito da un paninaccio al bar), ma intanto devo capire dove andare, e vestirmi perchè la pioggia si fa fitta. Ma per scherzo, tra 10min smette e mi farà solo sudare.

Saliscendi nelle brulle colline modenesi, un cane mi abbaia da lontano, solo che non ci sia da passarti di fianco! Un cinghiale di un metro cubo scappa verso dove sono arrivato poco fa. Sol che arrivo giù.. Vedo il fondovalle, vedo il ponte, ma il sentiero piega molto a nord, e arrivato sulla sterrata tocca rimettersi in corsa trotterellando verso l'auto.

Eccola! Quasi 43km, 1600 dislivello, 5h45. Mo vacca che fatica! Fino a 2/3 - 3/4 andava ancora bene, ma dopo il 30imo km, down: d'altronde non corro mai più di 13km in pianura.. ci può stare essere una pippa! Almeno ho salvato la giornata e stasera dormirò beato. La perturbazione è in ritardo, solo ora comincia a piovere bene: grazie.

Quasi 6h vagando in posti brulli, solitari, in condizioni non proprio confortevoli. Ma la libertà dei grandi spazi, la libertà di scegliermi io queste difficoltà. La natura, il sole, il fango, la neve, le bestie. La fatica e l'appagamento. 


Qui altre foto.

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