domenica 20 marzo 2016

Trachite sbuffata: Spigolone a Rocca Pendice

Dopo la batosta di ieri, la voglia di riscatto è tanta. Certo che scegliere proprio una salita su roccia, la prima della stagione, per ottenere ciò..è da masochisti. Ma ormai la decisione era presa, anche per non svegliarsi mentre gli altri tornano dalla discoteca.
Sopravissuti solo io e Stefania a ieri, direzione Rocca Pendice: ritrovo, viaggio, colazione (in un simpatico bar) come da manuale. Solo che il sole latita, la nebbiolina domina, e noi avremmo voglia di fare le lucertole, non gli orsi polari.
Ci avviamo, con un "peso" dello zaino e materiale fuori dalle abitudini degli ultimi mesi, e subito una sorpresa: parete est vietata all'arrampicata per nidificazione del Falco Pellegrino. Ma porca vacca! E noi che si era diretti lì! Fortuna avevamo il dubbio con un'altra via, visto che non ci penso nemmeno a salire in una zona vietata, per quel motivo poi.
Arriviamo fin sotto la dritta parete est, e guardando verso ovest appare lo Spigolone finalmente al sole: ma è una parete nord est, bisogna anche muoversi per godere dell'illuminazione su quell'esposizione. Ma da lontano sembra già mica tanto easy quella via: una volta giunti sotto poi, con quell'arco strapiombante a dominare la Parete del Diavolo..
Qualche metro di roccia muschiata, e ci fermiamo all'anello di sosta per prepararci a partire. Già pensato a come suddividerci i tiri, sono io prescelto per toccare per primo la Trachite.
Beh, bella partenza non c'è che dire. Pochi resinati e mi trovo già in difficoltà: va poi detto che la salita è bella dritta, non sempre ben ammanigliata e su roccia che prima di prenderci confidenza ci vuole un po', sembra sempre saponata. Mi arrampico sugli specchi! Un azzero ci sta subito che non c'ho voglia di rompermi le caviglie, qualche sbuffo e si sale.
Ammiro il panorama, gli scorsi sulle colline venete, il proseguo della via, un mare di blocchi più o meno rettangolari accatastati tra loro. La salita si fa più facile, trovo una sosta che evito e salgo bene fino a dove immagino ci possa esser l'altra, ed eccola. Bon, il primo tiro è fatto.  
Recupero Stefania, non la vedo immagino le sue imprecazioni. Sulla carta il tiro dopo dovrebbe essere più facile, anche se da sotto osservo quello che mi pare il passaggio chiave del tiro e..vedremo. Riparte, primi metri tranquilli, poi subito un attimo di indecisione. Resting e azzeri si sprecano, accidenti a questa come prima via della stagione!
Supera il diedrino, si dirige verso lo strapiombo. Spaccate eleganti, se servissero a qualcosa, e invece è dura anche lì! Prova dritto, vai a sinistra, prova lì, vieni giù, prova e riprova, il tempo vola, lei no (almeno). I consigli anche da basso si sprecano, le maledizioni dall'alto pure. Parla a voce alta senza rendersene conto. Che ridere, dopo, una volta fuori dalla via.
"Basta, ultimo tentativo", e non va, per fortuna ritenterà. Eccola, ce la fa, la gamba sinistra resta giu nel vuoto tremolante, ma la mano vola, rinvia, azzera, si issa, ecco, è fatta! Quasi, ma in sosta ci arriva con urletto di soddisfazione. Tocca a me.
E fischia, dritto è dritto il tiro, ma ciò che più non mi piace è il come suonano a vuoto certi blocchi: "toc toc" e a momenti mi aprono la porta! Ed è pure duro, altro che 4c, ok che siamo scarsi, ma mi pare sottogradata. Arrivo sotto il traverso strapiombante e mi soffermo a pensarci anche io, che non è mica banale. Molto fisico questo tiro, arrivo in sosta anche io che non vedo l'ora di uscire. Anche perchè il tempo scorre, e non siamo certo delle lepri oggi.
Dai, ultimo tiro dalle difficoltà simili, e poi è fatta. Ma già da basso non mi pare proprio comodo.. Vado, fiducioso delle mie possibilità, presto devo ricredermi, anche perchè anche queste grosse scaglie e blocchi si muovono, suonano. Anche qui mi ritrovo poi in strapiombo, momah, fammi uscire. Su o a sinistra? Proviamo anche del dulfer, ma salire è davvero dura, e la caduta sulla cengetta non sarebbe carina..
Provo a sinistra, più facile, ma non banale, ecco un chiodo, allora non è così sbagliato, zigzago a cercare la sopravvivenza, e finalmente riesco a vedere la sosta! E niente, questa via sembra infinita. Bella arrampicata, a saperla fare, ma tutta sta roba che si muove.. No good.
Arriva Stefania, riparte per un tiro che dovrebbe essere molto sotto le difficoltà precedenti, in mezzo alla boscaglia ma con ancora qualche passo da prestare attenzione, trova la sosta, mi recupera, e finalmente fine! O quasi..
Un debole sentiero e una facile arrampicata ci conducono sulla "cima", e sull'altro versante c'è la falesia che brulica di climber, un altro mondo rispetto alla solitudine della parete che abbiamo lasciato. Un meritato mars, non tanto per la disinvoltura della salita, quanto per esserne comunque usciti, e via giù, sbagliando come al solito il sentiero. Ma la birra, quella non ci scappa. E bevendola, report su internet della stessa via, ci confortano un po'..

Qui altre foto.
Qui report.
Qui la guida.

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