domenica 8 maggio 2016

212 MTB: Ultima avventura della mia bella (?)

Mi sono tenuto e ho cercato di non stancarmi troppo nella giornata di ieri, in Pietra col Corso A1 del CAI di Carpi: voglio essere in forma per oggi, che si va a fare una bella via cazzuta! Ma alle 20, uno dei peggiori sms che si possa ricevere quando si hanno queste aspettative: "mi sa che domani non riesco più, ti confermo dopo". A casa preparo fiducioso lo zaino, ma alle 21e30 la conferma "non ci sono". Devo reinventarmi la giornata.

Quel progetto in bici.. Si potrebbe.. Ma cacchio, voglio anche dormire! Rifaccio gli zaini, urca uno zaino da 8 kg (circa) per pedalare delle ore non è proprio il massimo, ma solo così posso attrezzarmi. Un'occhiata agli orari dei treni di ritorno, vacca boia se sono presto: chissà. A letto appena posso, la sveglia è vicina.

Giro che in parte avevo già fatto anni addietro. Stavolta però abito più lontano, ho studiato come arrivare al confine mantovano dell'argine del Secchia in modo da evitare ghiaia ed erba nei pochi km di argine rimasti tra Rovereto e Concordia: ma ne trovo comunque sulle "strade" tra Novi e Concordia! E poi, l'argine chiuso per lavori, e torna giù, e aggira, e aumenta i km.

Sull'asfalto dell'argine mantovano si corre lisci, ancora non so che il vento è in agguato. La ciclabile sinistra Secchia finisce per lasciare posto alla Destra Po, e qui il vento si fa sentire eccome! Vacca bestia che fatica, non si fa avanti, e nonostante la doppia patta mi fa male il culo sulla sella (era prevedibile). Testa china, qualche pausa e avanti.
Soste cibo e si passa nel Ferrarese, una fiera sotto di me e la gente che si diverte, io qui che sgobbo e sento il mio obiettivo allontanarsi: ma era logico, troppo ambizioso. Verde sterminato, nevicate di piumini e poca gente in giro. Un bel cielo sereno che mi cuoce ma non me ne accorgo grazie al vento che mi rinfresca.

Come aveva predetto il meccanico, i denti delle corone e la catena sono ormai molto consumati, e appena mi alzo sui pedali per dare un po' di spinta, saltano, e non è piacevole. Ma ormai sono qui, e le salite inizio a farle a piedi: un po' per riposare le chiappe e un po' per preservare una catena che deve riportarmi a casa in qualche modo.
Ormai ho deciso che il mio obiettivo è rimandato: replico il giro dell'altra volta, arrivo a Ferrara e trono indietro per strada normale (aiuto le auto!): così a Ponte Lagoscuro abbandono la Destra Po e fuggo verso il centro di Ferrara, voglioso di una birra. Ma accidenti a me, non trovo il castello: l'altra volta c'ho messo un attimo ad arrivarci davanti, stavolta circumnavigo TUTTO il centro prima di riuscire ad arrivarci sotto.

E per finire, faccio l'ingordo: birra piccola e piadina alla nutella, solo che mi portano anche noccioline e patatine, e faccio fuori tutto! Brutta cosa per poi riprendere a pedalare.
Via ora verso il Burana, ultimi km isolato dalle auto, dalla vita frenetica, immerso di nuovo nei piumini. E da Bondeno, non resta che la statale, le statali, i cavalcavia coi denti che saltano e la sete pressante ma lo stomaco pieno che da fastidio: che peccato che è l'ingordigia!
Arrivo a casa andando incontro a un temporale che si scatena per fortuna quando sono al coperto. Fuggo in casa, apro il frigo, lattina di Forst, riempio la vasca di acqua fredda, e trovo il paradiso: gambe immerse (brrr) a sbollire e birra in mano che finisce troppo presto. Dimentico di spegnere Runkeeper, che segna 212km in 10h30min. Mi sorprende quel numero però: 8300 cal. Va bene la distanza, il vento contro, lo zaino da 8kg, la MTB da 17kg, ma mi pare troppo troppo. Ma chissenefrega, io son stanco lo stesso!

Questa potrebbe essere l'ultima sgambata della mia mtb: regalo della laurea triennale, ormai ha più di 10anni, sdentata. E una dentiera nuova costerebbe troppo, e io sono contro l'accanimento terapeutico. Ma grazie per tutti i km fatti insieme!

Qui altre foto.

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