martedì 16 agosto 2016

Alta Via 2 delle Dolomiti: giorno 4, Passo Valles - Rifugio Treviso

La colazione oggi è ovvio che salti.. Già è tanto non aver dormito all'addiaccio! Quindi posso benissimo sfruttare l'occasione per partire presto, anche perchè non è che abbia dormito molto ne comodo stanotte. Alle 6 metto il naso fuori e ricomincio a seguire il triangolino magico.
Il 751 sale sul versante giusto della montagna per potersi godere lo spettacolo dell'alba, spettacolo che non mi stanco mai di rivedere. Ben presto raggiungo una coppia (uno spagnolo e una francese) che stanno facendo un pezzo di Alta Via 2: due chiacchiere veloci e poi ci salutiamo, hanno ben presente che io vado più svelto. Tutte le persone che incontro, non le rivedo più, ma tant'è.
Le pareti rocciose iniziano a mostrare le loro invitanti rughe invernali, io devo sgusciare dietro esse per molta più strada di quello che credo. Mi infilo dietro, sembra quasi di nascosto, come se volessi cogliere di sorpresa queste montagne che mi hanno sempre rigettato in qualche modo, ma non oggi (anche se ci proveranno!).
Si scende, si sale, cavo d'acciaio, e finalmente vedo il Rifugio Mulaz, preceduto dalla visione dalle argute cime che lo sovrastano. Alle 8e30 posso finalmente prendere la mia meritata colazione, ma ben presto ripartire.
Forcella Margherita, distesa ghiaiata tenuta insieme da tronchi di legno, un piccolo vertical. Poi all'ombra verso quello che è il punto più alto dell'Alta Via 2, il Passo delle Farangole, ma prima un insidioso nevaio ghiacciato e..il nasoche sanguina! Naso che continuerà a sanguinare anche nei prossimi giorni, forse anche per le insolazioni..
Il Passo delle Farangole l'avevo già affrontato in veste primaverile con la neve, ed era ben meglio! Lo raggiungo e di nuovo altri panorami davanti ai miei occhi, la Val Grande, un nuovo paesaggio lunare.
Parte poi il traversone (mica in piano eh) che sta sopra il Pian delle Comelle, un sentiero dove non puoi mettere il piede in fallo, esposto, e in certi tratti pure franato e quindi ancora più delicato! Mi rendo conto sempre più che questo percorso non è proprio da tutti.. Passo sotto la Val Strut, e poi ancora avanti.
Un gruppo di ragazze/signore in solitaria, qualche passaggio attrezzato, e finalmente mi "deposito" su prati meno scoscesi, in vista della discesa e poi risalita sull'altopiano lunare delle Pale di San Martino dove giace la mia prossima meta. Ma prima una pausa, che meglio che recupero.. E c'ho fame.
Testa bassa, gambe forti, e poi si inizia a danzare e saltellare sulle rocce per guadagnare quota: abbandono una valle silenziosa e solitaria e arrivo alla bolgia sociale dove la funivia deposita miriadi di persone. Rifugio Rosetta raggiungo alle 11e45, coca cola e panino di ristoro prima di ripartire.
Ripartire, ma il cielo è già preoccupante, e le Pale son sempre le Pale per i temporali. Ma almeno al Pradidali voglio arrivarci. Ancora una volta temo sbagliare sentiero, controllo meglio, e meno male stavolta. niente scorciatoia che resta in quota, io voglio fare la classica, quindi mi fustigo nei mille tornanti del 702 che scendono impassibili. Mi che strazio, e le colonne di persone da superare e incrociare!
Il traverso verso il bivio col 715, dal quale invece il 702 prosegue con altri mille tornanti verso valle. Prendo così la via del Passo di Ball: Ball, quello della cengia del Pelmo, salita anni fa e che ricordo bene, chissà se anche qui ha avuto lo stesso intuito pazzo nel trovare una via di accesso a questo paradiso arrampicatorio: quante vette svettanti intorno a me!
Il tratto attrezzato è tranquillo, o almeno più degli altri, giugno al Passo di Ball e fino al Rifugio Pradidali scendo in compagnia di un ragazzo del posto facendo due chiacchiere sull'affollamento di vie di arrampicata che vorrei però scalare, e sentieri che devo prendere per continuare. Qualche dritta me la da prima di arrivare al Rifugio Pradidali alle 13:30.
Beh, continuo no? Sono dubbioso, il Rifugio Treviso non è proprio dietro l'angolo, ma è presto, e se voglio stare dentro i tempi complessivi che mi sono dato..devo pedalare. poi il meteo dei prossimi giorni è pure più incerto. Mal che vada dormirò al Bivacco Minazio se faccio tardi.
Salitone in valle desolata verso il Passo delle lede quindi. Parte blanda e poi si impenna man mano, mentre le pareti di roccia sono sempre più imponenti e invoglianti, e la voglia di arrampicare mi torna alla testa. Salita che ricorderò come quella psicologicamente più dura: il meteo che peggiora, il cavo d'acciaio che attira fulmini, pezzi da arrampicare, un passo che non arriva mai e il tempo che stringe. La faccio di corsa. 1h scarsa che dura una vita.
Eccomi al Passo delle Lede, ma non c'è tempo per riposare, si sentono tuoni lontani e si vedono nubi vicine. Giù a rotta di collo nel Vallon delle Lede, altro paradiso arrampicatorio ma dalla logistica alquanto difficile! Corro, mi fermo solo per fotografare i pezzi di aereo schiantato anni e anni fa, due gocce ogni tanto sono un bell'incentivo a pedalare.
Al Bivacco Minazio arrivo in tempo prima che la pioggia si intensifichi. Due chiacchiere con due ragazzi che hanno deciso di passarci la notte, mentre io valuto se fare altrettanto: però un bel pasto caldo lo vorrei.. Dopo mezzora, dopo che la pioggia sembra essersi placata ma il cielo minaccia ancora, decido di tentare e ripartire. Tappa dura oggi.
E la discesa dal Bivacco Minazio mi resterà impressa come la più tecnica di tutte: ripida, bagnata, scoscesa, esposta, una placca da disarrampicare, poi afosa, le ha tutte! 1h di discesa infinitamente lunga! La vista del cartello che mi indica il rifugio, la fine della discesa, lo bacerei.
Con le gambe più rilassate passo dall'altra parte della valle, passo sopra un ruscello dove vorrei immergermi: mi manca il mare e fare il bagno! Osservo la Pala del Rifugio uscire dal bosco, altri ricordi.. I tornanti per risalire che non finiscono più, e finalmente alle 16e45 arrivo al Rifugio Treviso. D'un Dio oggi!

Trovo posto, e stasera altra doccia che non mi schifa, calda stavolta! Se non la faccio la doccia, faccio davvero schifo, perciò.. Lo yoga in stanza funziona male, provo a far asciugare i vestiti fuori ma il meteo non è ideale (dopo cena li metterò dal camino, ma dopo cena, non adesso se no faccio scappare le persone!). Birra vieni a me. Ma prima tentiamo il bostik per tenere attaccata la suola dello scarpone destro.
A cena il rifugista mi piazza al tavolo con una ragazza francese che parla benissimo italiano e che ha una guida dell'alta via in inglese: ha lasciato il suo ragazzo al Rosetta per il male alle ginocchia, si ritroveranno al Rifugio Boz per finire insieme il percorso e poi farsi due giorni a Venezia, piccioncini! Almeno la cena passa con piacevoli chiacchiere e la solita blanda spiegazione del "perchè così di fretta?". E anche lei, capisce.

25.94km, 10h30min, 1820m D+, 24447m D- (dislivelli ricavati dalla guida di Paolo Cervigni).

Qui altre foto.

Qui la guida del Buon Paolo Cervigni, ottima, contiene già le immagini delle mappe, così si può fare a meno delle cartine.

Link alla pagina generale.

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