mercoledì 15 febbraio 2017

Giornata dei lussi in Appennino Reggiano: crestoni e canali

Oggi ho voglia di macinare della strada. Della strada panoramica. Senza pretese tecniche, solo ubriacarmi di viste panoramiche.

Da quando l'ho percorsa per la prima volta (ma poi anche qui) mi ero promesso di salirla anche d'inverno, perchè deve essere una cosa completa, stancante, appagante, e magari pure una cresta affilata. Il problema in caso di neve, sono i primi km per arrivare all'incrocio con la strada: già d'estate si rischia di perdere il sentiero, se non lo si vede poi.. Problema questo risolto dal fatto che in basso neve non ce ne è.

Parto con la Luna, salgo svelto ma non troppo che non voglio sudare, e tutto scorre per il verso giusto. Le prime luci arrivano anche presto, utili a illuminarmi il tracciato che temo. Mi posso godere il tingersi di rosa dei pendii nevosi sotto lo 00, e arrivar dolcemente all'incrocio con la strada. E io che c'avevo paura!

Il sole mi prende di sorpresa, riparto. La neve regge bene sotto i ramponi, e queste sono molto buone notizie. C'è pure già una traccia, ma io non sempre la seguo per restare fedele alla cresta. Come immaginavo, ricordavo, i panorami sono a 360°, e lo saranno per molte e molte ore oggi.


Ben presto raggiungo il Monte Ravino, dal quale scorgo la mia prossima meta: l'Alpe di Vallestrina. Peccato niente cresta affilata per ora, ma va bene così, credo sia già un bel lusso godersi un meteo così splendido e della neve che regge bene il mio peso non piuma.

I pendii alla mia destra e alla mia sinistra invogliano gli sci, attrezzi che quest'anno non ho ancora calzato e che temo rimarranno nell'armadio.. Le picche invece, quelle sì che si sono mosse, e son già qua che fotografo da mille angolazione il parco giochi della Valle dei Porci.

Sali scendi, discesa, risalita, ed eccomi sull'Alpe di Vallestrina, famelico di visionarne lo stato della parete nord ovest, che mannaggia alla memoria, sta sotto l'anticima. Proseguo verso ovest quindi, ed eccomi sopra l'uscita della via Fornaciari, che bramo da tempo.. Ma anche oggi non il suo turno, da solo non il caso.

Sparato verso il Passone, scrutando dove le picche potrebbero mordere, in meno di 3h dalla partenza sono dalla sua croce. Proseguo sulla schiena del Gigante: non sapevo se spostarmi verso il Cipolla e tentare qualche canale sulla ovest o proseguire fino ad adesso. Il Cusna è ben più lontano, ma finchè ci sono, credo valga la pena concludere la cresta.

La fatica inizia a farsi sentire, e il caldo è opprimente. Gli occhiali da sole d'obbligo. Meno male oggi mi sono portato 3l di acqua. Non si vede anima viva in giro, e questo bellissimo: è la mia palestra questa, e esserci da solo è un altro lusso.

Scorgo il Cusna laggiù, ma prima devo arrivare agli impianti, imbrigliati dal ghiaccio e dalla neve che il vento gli ha cresciuto addosso. Anche il Sasso del Morto ha un fascino tutto suo. La neve con mia sorpresa continua a essere buona, le ciaspole non servono a nulla. Osservo gli intonsi pendii nord: ah se avessi gli sci, e fossi bravo!

Tutta la cresta, voglio tutta la cresta! Eccomi alla est del Cusna, roccette e neve, via le bacchette e impugna le picche. Con passaggi divertenti arrivo soddisfatto alla sommità, un'altra croce incrostata, un altro giorno in paradiso. Si vede quasi anche il tibet, e quasi non c' vento. Ci vorrebbe il costume da bagno e lo sdario.

Scendo al passo, dove mangio osservando il paletto pettinato con un metro di ghiaccio sia lato nord che sud, fissaggio extra forte. Torno sui miei passi fino al Passone, osservando con occhio cagneso in lontananza delle motoslitte che fanno evoluzioni intorno al Passo di Lama Lite.

Passo che raggiungo alle 12:20, dopo aver osservato da lontano la parete nord ovest del Cipolla, sempre rimasta in ombra, che mi chiama come le sirene. Quanto vorrei salire un canale, mi sono portato pure l'attrezzatura. Ma forse è tardi, sia per condizioni che per orario a cui tornerò all'auto. Va beh, mi preparo, arrivo alla base, e vedo com'è.

Salire un canale alle 12:30, un altro lusso. Neve buona, tutta da tracciare, ma con alcuni tratti da punte dei ramponi, e un'uscita più a sinistra del dovuto che mi porta ad affrontare tratti più ripidi del previsto. Un sole che mi bacia all'uscita dopo aver preso del freschino in parete. Ti lovvo Appennino!

Un pezzo di cresta nord mi separa dalla cima tondeggiante di questo avancorpo del Prado. Osservo il bacino della Valle dei Porci, quello del Bargetana, la cresta davanti a me: quanta roba ci sarebbe da fare ancora.. Ma meglio rimandare, oggi è tardi davvero. Giù per il canalone ovest tra Cipolla e Prado, altri sguardi alle pareti sotto cui passo, e di nuovo al Passo di Lama Lite.

Discesa dolce verso il Rifugio Segheria, dal quale poi alcune lastre di ghiaccio mi fanno rimpiangere di aver tolto i ramponi già parecchi minuti fa! Sassaiola infame fino al parcheggio, al termine del quale ritrovo la mia auto. Anche per oggi è andata (23km!!), e domani?

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