lunedì 14 agosto 2017

E anche oggi il sole domani: Diedro Armani alla Torre d'Ambiez

E andiamo a scoprire anche questo angolo di Brenta! La Val d'Ambiez, un' unica valle stracolma di vie d'arrampicata! Tantochè ci vuole una guida apposta solo per lei.. Riccardo ha ancora voglia di arrampicare, e per mia fortuna mi propone una via che sembra fattibile. Anche se i gradi del Brenta van presi con le molle, andiamo per un'altra di Armani!
Saliamo in taxi (jeep) però, io la valle l'ho già fatta a piedi varie volte (qui e qui) e la ricordo lunga e noiosa: meglio concentrarsi sull'arrampicata va la. Da qualche anno ci dicono che gli arrampicatori sono diventati molto pochi, in jeep ce ne sono alcuni ma nessuno verrà sulla nostra stessa via.
Arriviamo al Rifugio al Cacciatore e partiamo a tutta randa verso l'alto. Penso "saliamo ora, il luogo lo guardi bene dopo, tanto oggi deve essere una giornata bella e limpida", accidenti a me: dal secondo tiro saremo immersi nelle nuvole e non si vedrà più una mazza. Passo svelto e sudato, salita ripida, prati, ghiaie ed eccoci al Rifugio Agostini. C'è pure Tommaso!
Caffettino e saliamo verso il nostro attacco. Ancora un po' di metri ci separano dal Diedro Armani, di fianco al quale sta salendo una cordata. Con calma ci prepariamo: ho già diviso i tiri, parto io così quelli duri toccano al mio amico, ben più forte di me.
Parto dunque, al sole ancora per poco. Dai che oggi facciamo una via solare, mi sono pure messo la crema da sole sul coppetto.. Salita, traverso a cercare chiodi, sto troppo alto, sto troppo basso, chissà. Entro nel diedro e bon. Dai anche abbastanza liscio!
Ora viene il bello, il V per Ricky, che con eleganza un po' spacca un po' no, ma tanto lui ne ha e riesce a uscirne comunque dal passaggio duretto. Duretto ma bello, me lo godo quasi pure io!
Vado verso il giallo, quello sperone che una volta aggirato scoprirò essere del tutto staccato dalla parete..che paura! Intanto per aggirarlo salgo troppo e mi complico la vita. I metri di corda percorsi sono pochi, ma mi pare chiaro la sosta sia questa. Mi pare pure chiaro che il resto della giornata sarà nebbiosa. Gran via solare, tremo di freddo.
Il mio amico di nuovo sul frizzante. Dovrebbe essere più facile di prima sulla carta, e invece io ci faccio più fatica..strana la vita, strana l'arrampicata, nonostante si cerchi di inquadrarla a numeri, resta ancora interpretativa e personale..
Con un tiro di corda raggiungo la cengia mediana, alla ricerca del diedrone successivo. Un po' dubbioso data l'abbondanza di clessidre e cordoni in esse, ma direi sia quello. Gran panorama intorno a me, grigio totale.
Parte Riccardo per questo tiro da 50m che si rivelerà essere da 35. La scalata diventa bellissima, elegante, tecnica, su roccia solida e appigliata dove serve. Il resto si sale in spaccata, opposizione, una gioia. Entusiasta raggiungo il mio amico e mi appresto a godermi un tiro simile da primo.
Ma che bello ma che bello! Si continua ad arrampicare quasi danzano su ciò che la roccia offre, a leggerne i passaggi nel modo migliore per non trovarsi mai impiccato. L'atmosfera tetra rende l'ambiente ancora più severo, la solitudine accentua il "mo' son cazzi tua", ma il non sentirmi mai al limite mi fa provare davvero un gran piacere..
Riccardo prosegue a sinistra della sosta, corretto, ma rientra a destra troppo tardi, finendo così su rocce meno solide e con un po' di detrito. Non dista molto da me in sosta, ma non riesco a vederlo: che "luce" strana.. Io cerco di rientrare nel camino-diedro-canale prima, ma c'è da recuperare un friends.
Ultimo tiro, passaggio strano per saltare sulla parete, e via verso l'alto su divertentissime rocce lavorate, e poi alla ricerca della sosta. Spunta la testa di uno, bene così ci indicherà la discesa: mi chiede "sai da dove si scende?", oh cazzo. Con la corda che tira come un bue, ignoro una sosta e salgo in cima su una parete non tanto facile, amplificata poi dal tiro alla fune che sto facendo.
Mentre recupero Ricky, la cordata trova la discesa. Il mio amico però è sceso già anche ieri da qui, perciò dovrebbe conoscerla: li vede troppo a destra (faccia a valle), lui sicuro di esser stato più a sinistr. Questa discesa è famosa per il rischio delle corde incastrate.. Ci si cambia in fretta per tentare di seguirli un po', la nebbia non permette di vedere più di 20-25m, sotto.
Meno male il mio amico l'ha già fatta! Non ci si ritrova invece.. La seconda calata è troppo corta e tocca disarrampicare verso la sosta. Recuperata la corda, si incastra e Riccardo è obbligato a risalire per scastrarla. Due soste di calate brutte, ma brutte, e dopo non so quante ancora ecco una bella con anello: è l'ultima!
Ora non resta che scendere in modalità dolomitica: facili disarrampicate, ghiaioni, cenge esposte. E una scarpa che ci molla e non tornerà più come prima.. Anche la mano resta vittima della ferocia del Brenta: scivolo appena appena, appoggio la mano su una roccia, e lei mi gratta via un cm quadrato di pelle: ruvida!
Corricchiando arriviamo al Rifugio Agostini, deserto: prima di gente se ne sentiva, ma il meteo deve aver invogliato una discesa anticipata.. Corriamo giù verso il Cacciatori, nella speranza di prendere la jeep il prima possibile, superando chi scende per arrivare prima di loro. Piacevoli momenti di scherno col mio vecchio compagno di cordata.
Giorgio (non il nostro amico, ma il tassita) è dentro la jeep che aspetta clienti. Siamo scesi pure troppo presto, siamo solo in due, ne aspetta altri a scendere. Finchè dopo un po' di "questioni" e "tentativi" (non con noi) riporta a valle solo noi due, tra mille chiacchiere su quante persone egoiste e poco collaborative ci siano al mondo.
PS: come tassita meglio Giorgio che Matteo..
Un'altra via in saccoccia, 3 vie in 3 giorni in un massiccio in cui non avevo mai piede.
Un'altra bella giornata in bella compagnia.
Un'altra bella giornata di meteo non bello e freddo..

Qui altre foto.
Qui report.
Qui la guida.

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