martedì 15 agosto 2017

Tornare dove tutto nacque nel decennale: Monte Vioz da Pejo

Solo ora mi accorgo che sono passati 10 anni dalla prima salita a questa cima. La salita che ha cambiato la mia vita facendomi crescere e ardere la passione che ho per la montagna. Ci sono risalito come partenza per la prima gita alpinistica da "capocordata" dopo il corso A1 al CAI di Carpi nel 2010. Che guarda caso, quest'anno ho fatto da direttore. 
Avevo programmato che un giorno sarei voluto salire fin da basso, da Peio Paese, per spararmi questa salitona da 2000 D+ che ti porta oltre i 3600m di quota. È arrivato quel giorno. Sveglia presto, ma fa fresco, ritardo un pochetto la partenza dal mio campo base itinerante. Salgo nella speranza di trovare un bar aperto, ma nulla. Quando ormai tutte le speranze sono perse, eccolo.
Un bar in centro al paese "vecchio", apro la porta e il primo odore che mi investe è quello di grappa. Sono le 6e30 del mattino. Mi guardano un po' strano questi vecchi, "sali al Vioz?" "ci provo" "beh le gambe le hai", ho anche fame, e mi sfogo sulle paste. Risalgo in auto, vado a parcheggiare, preparo lo zaino che non ho fatto la sera prima.
Il cartello dice 6h al Rifugio Mantova, vediamo come va, quanto sono stanco dai giorni passati: ci metterò 2h45min. Parto per la forestale verso Malga Saline. Due scoiattoli si inseguono a elica sul tronco di un albero: chissà se stanno giocando, se si stanno corteggiando, o se si stanno menando. Tira già la pendenza, meglio non esagerare troppo.
Passo la Malga, e un po' di panorama di apre. Continuo e sbuco in mezzo agli impianti da sci, che si risalgono fin sopra il Doss dei Cembri. Un trail runner mi supera ma chissene frega, io mi fermo a mangiare, bere, godermi un attimo il panorama. Limpido, il Brenta pulito (maledetto), ma durerà poco: anche oggi l'instabilità arriverà presto, troppo, ma farò in tempo a godermi qualcosa.
Riparto riuscendo a esser davanti a tutta la gente che ha preso la funivia. Ripenso a 10 anni fa, e come sono ora. Fisicamente, mentalmente, a livello di conoscenze ed esperienze alpinistiche. La mia vita, studiavo a quei tempi, ora lavoro. Alle situazioni familiari e sentimentali passate in mezzo. Ma che eh, un bilancio di vita?! Sudare e salire!
I paesaggi si aprono, il sentiero non è certo di cresta, ma passa da un versante all'altro con delle piccole forcelle. Inizio a pensare che forse potrei farcela sotto le 3h: ma guai a te a guardare l'orologio, lo fai poi in vetta! Incrocio gente che scende, le gambe iniziano a sentirsi pesanti..
Salita abbastanza costante, un tratto di leggera discesa, qualche falso piano, ma tutto sommato, si sale. Da dietro sento un gran ansimare: un signore mi raggiunge, mi supera, sembra che stia per morire da tanto respira affannosamente e suda. Mi chiede se ho dell'acqua: ma porco cane, possibile che sali così e senza acqua?! Io ne ho 3,5l con me!
Lascialo andare, continua per la tua salita. Poi mi supera una ragazza. Dovrei sentirmi inferiore perchè la gente mi supera? Fottesega! Io devo divertirmi e sfidare me stesso, non gli altri: ci sarà sempre qualcuno migliore di me! Ma io ogni giorno potrò migliorarmi.. La lascio passare: avere una carota bionda davanti..può aiutare.
Eccolo il Rifugio Mantova, vicino. Già da basso si vede, la sua luce si vede dalla valle, il suo profilo fin dai 2500m. Manca poco e lo tocco. Oggi come allora, le nubi da valle si sono sollevate, sotto di me un tappeto. Non fitto come allora, ma c'è. Non c'è la banda, ma io dentro di me canto lo stesso.. 2h45min, soddisfazioni fisiche e morali. E mentali.
Dritto in cima finchè ci sono, ultimi metri, ultimi minuti. Anche perchè le nuvole da valle si stanno velocemente sollevando. Il San Matteo, il ghiacciaio dei Forni, il Cevedale. Tutto intorno a me. Il vento, il freddo, il sole quasi sparito. E dai che anche oggi mi scaldo domani! Mangio qualcosa, due foto, e via giù, al rifugio, al riparo.
Cambio abito, due chiacchiere coi compagni di panchina, una birra (piccola eh) e quella sacher che al bancone mi chiamava.. Faccio l'ingordo, mangio troppo. Una lunga sosta prima di ripartire: resto come un fantasma che guarda la vita degli altri passare, e pensa alla sua in dieci anni passati..
Scendo corricchiando il più possibile, fa freddo porca miseria! Incontro Giulio, lui che è partito da Cogolo e non sembra nemmeno affaticato: ci sarà sempre qualcuno più forte di te. Continuo a scendere, correre sulle discese dalle pendenze leggere, danzando di sasso in sasso è bellissimo, è pura libertà.
Ma stanca. Minchia se stanca correre in discesa.. Quadricipiti in fiamme a frenare un motore in folle: a frenare un motore folle. Supero gente che avevo incrociato in salita, nei pressi del Doss dei Cembri la quantità di chiacchiericcio ha troppi decibel per me. Scendo davvero con un giro più largo, passando per il sentiero dei tedeschi.
Ma sulla pista, all'imbocco del sentiero, un'altra pausa. Calma, relax, voglio godermela. Non mi corre dietro nessuno, è pure presto. Lassù il meteo non è proprio bello, ma quaggiù si sta bene.
Riparto, e questo lungo traversone di sali scendi è bellissimo. Di nuovo sentiero stretto, prima abbastanza sali e pure caldo, poi dopo il ponte si prosegue con leggere pendenze in discesa, e il naufragar m'è dolce in questo single track. Tanto che anche in piano o nelle piccole salite, lascio andare il motore folle.
Fine del single track, scendo nella valle, inizio a temere che finisco davvero presto.. Beh, dormirò! Di nuovo a corricchiare nell'erba alta, inciampando ma non rovinosamente. Di nuovo in mezzo alla civiltà nei pressi del Lago di Covel, io che avevo scelto il sentiero dei tedeschi in preda alla misantropia.
Però..il lago..faccio il bagno! E invece no, il lago non è l'ideale, vado a vedere la cascata, ma mi tocca condividerla con altre persone. Pace, io mi metto a petto nudo, mi bagno i piedi e mi sollazzo un po' al sole, tie!

Ora di ripartire, anche perchè in mezzo a questa non solitudine la natura me la godo poco. Forestale e ben presto sono al parcheggio del campo sportivo, da dove parte il 105. Mi cambio, a pochi metri servono birra, mangio un po' di pane e pesto e vado ad abbeverarmi. "una birra media" "ho solo questi bicchieri" "e allora fanne due vai!". Bevo, mi svacco, dormo sul prato.

Pace, relax, libertà.

Qui altre foto.
Qui report.

Nessun commento:

Posta un commento