lunedì 4 dicembre 2017

No words: Luna Piena in Appennino Reggiano

Bisogna esser un po' folli nella vita per poterla apprezzare a pieno. Lanciarsi in qualche avventura, spingersi oltre per vedere cosa c'è di là. Esagerare. Sognare. 

L'idea nasceva sulla base della previsione meteo dell'abbondante nevicata tra venerdì e sabato, scemata invece in pochi cm. Ma la Luna Piena..la si prevede con anni di anticipo senza sbagliare. Confermato il cielo sereno il vento quasi (quasi! un cavolo!) assente, se non si fa la scialpinistica, si può almeno andare a "passeggiare" sotto la luce del nostro satellite. 

Nel dubbio fino alla fine, ma ormai ho imparato che "se riesci a uscire dalla tenda, allora hai già fatto il passo più difficile", alle 19 ormai passate mi incammino dagli impianti di Febbio, sotto gli occhi straniti di due scialpinisti: io con ciaspole e piccozze (che magari..). 

Salgo per il 615, come qualche tempofa, senza ciaspole: fatico ma non affondo troppo, sudo e devo rallentare. La luna nascosta dietro qualche velatura, sarà meglio che esci bimba mia! Una buona traccia fino a uscire dal bosco, poi più nulla.. O meglio, continua sul sentiero estivo, ma io volevo passare verso il Mangiadorna, un po' più tranquillo dal punto di vista valanghivo. 

Intanto lo spettacolo è qui. La luna illumina tutto con potenza, l'Alpe di Valestrina, la conca del Passone. La mia ombra, e il vento che sale man mano che salgo. Calzo i ramponi prima che sia tardi, e via sulla dorsale che dal Mangiadorna prosegue verso la schiena del gigante. 

Il vento mi schiaffeggia più che mia madre da piccolo quando la combinavo grossa: meno male era quasi assente, qui devo ripararmi e ogni tanto voltare la faccia dall'altra parte. Lo spettacolo è però tanto, rende tutto sopportabile. Giunto sul crinale, Cipolla e Prado sfoggiano il loro splendore a separare la valle del Dolo dalla valle dell'Ozola. 

La Luna Piena, le stelle. La neve, la cresta. La mia ombra, la frontale ormai spenta da ore. #nowords. 

Avevo pensato di dare un po' di pepe alla salita, ma meglio rimandare che se no arrivo a casa domattina. E con questo vento..ho voglia di scendere. Diretto verso gli impianti, a calcare questa cresta così diversa da poche settimane fa, con una luce spettacolare, con le stelle che luccicano, e la neve ghiacciata pure. 

Val la pena prendere un po' di freddo per qualche scatto, ma i migliori sono nella mia testa (finche l'Alzheimer me lo concede). Arrivo agli impianti, timoroso di non trovare una traccia chiara di discesa su questi pendii un po' ripidi per lo slittamento di masse nevoso poco piacevoli. 

Altri scatti, e via giù. Sarebbe bello rimanere qui ad ammirare, pensare, sognare, vagare con la mente. Ma non si può. 

Presto trovo la traccia del gatto delle nevi: porco cane che crosta, risale pendenze oltre i 45°! Scendo scendo, ma col naso sempre all'insù verso quella lanterna fredda ma possente: la Luna. Foto su foto per non lasciare questi luoghi.. 

Incontro tre scialpinisti che salgono, mi chiedono se su c'è neve: fa te che ce ne è! Continuo la mia discesa fotografica, ammirando le stelle, così chiare in cielo. Un cumulo di neve sparata mi fa assaporare pendenze più marcate da salire: come un bimbo al parco giochi prima lo risalgo, poi penso "ma ci sarà un lato meno ripido per scendere?!" 

Una lepre attraversa la pista all'improvviso, l'Orsa Maggiore mi segna la via. Arrivo all'auto: ora c'è da tornare giù, guidare fino a casa, stanco e affamato (ma due panini presi preventivamente mi sazieranno), dormire poche ore e andare a lavoro (ma prima lavatrice, colazione, preparazione pranzo). Ma chi me lo fa fare?! La Luna.

Qui altre foto.
Qui report condizioni neve.

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