sabato 26 maggio 2018

Climbers alla brace: Fessura Kiki e Fiori di Maggio+Epanagoghe

Quando Claudio al bar ti dice "Quella via mi interessa anche a me" allora c'è da preoccuparsi.

La pigrizia e la Marcia dei Tori di domani ci suggerisce di evitare mete esotiche: la meteo conferma ciò, e quindi Tessari resta la meta prediletta per questi casi. Ci sono pure vie nuove, e la meteo non sembra male: nuvoloso, 26° e temporali dalle 15. Invece sarà sole, 48°, e temporali manco l'ombra. Climber alla brace! 
La giornata parte male. Al bar della colazione troviamo nostri conterranei e concaiannei, tra cui Nicola che mi sbeffeggia con un "Eh ma non ci credo, sono a far colazione prima di te? Stai invecchiando!". Guardo Stefania, trattenendo una lacrima. E c'è anche Claudio che quando sente che penso tentare la Fessura Kiki mi dice "deve esser bella, interessa anche a me!" mi fa preoccupare. Per fortuna Stefania è mezza addormentata, altrimenti sarebbe lei a guardarmi con una lacrimuccia.
Siamo al parcheggio, poche auto, pronti presto e via andare. Ben presto all'attacco, l'dea è di far partire la mia compagna di cordata, in modo da smazzarmi io i tiri duri (concatenando L2 e L3). Lei poco convinta ma fiduciosa, sale un pilastrino per ultimare l'ultima fase della preparazione: le scarpette. Non ha notato che oggi ho quelle da palestra e non quelle da via..
Parte. La spittatura è generosa, la roccia non è quell'eccellenza del Trapezio ma andiamo bene. Sale guardinga, dosando bene i movimenti. Arrivata però a un certo punto, "Blocca!": sa benissimo come muoversi, cosa fare, ma non è molto in bolla. La cena di ieri sera ha lasciato strascichi che il caldo amplifica. "Cala va la".
Metti la profezia di Claudio, metti lei che si cala, "Ste, cambiamo via? Recupero i rinvii, spero, e poi lasciamo?". Inizio a esser timoroso. Salgo in moulinette fino all'ultimo rinvio. Resta un traversino delicato con mani piccole, ma riesco a passare e a giungere in sosta. La recupero e decidiamo di provare a continuare. Riparto.
Beh, mi sento bene. Probabilmente il grado della guida è un po' generoso, ma voglio godermi questa performance (oh, non sono su un 7b comunque). Questa fessura storta verso destra che incide la parete, a volte crea un diedro aperto, a volte uno più chiuso con un accenno di camino in mezzo (ricco di "roccia" conglomerata, come una sassaiola tenuta insieme dal cemento). Spesso si passa anche in placca.
Salto la sosta e proseguo. Le mani ci sono, spesso piccole ma bastano per l'equilibrio. Qualche passo delicato, uno molto aperto, uno molto chiuso, tutti ben dosati. La magnesite diventa d'obbligo visto il caldo che fa sudare le mani come un forno. Dietro l'angolo una delle soste più scomode della storia, ma c'è. Attrezzo e chiamo: un occhiata giù e "ahpperò se è verticale!"
Nella progressione alternata toccherebbe a lei, ma vuoi per la scomodità della sosta che non permette un sorpasso a destra tranquillo, vuoi perchè non sembra così facile, riparto io. E in effetti non è proprio banale questo traverso e il successivo camino, sopratutto per la qualità della roccia.
Uscito e trovato la sosta, penso bene di saltare e concatenare L4 a L5 per uscire prima. Pessima idea. Il muretto successivo parte facile (beh, meglio dire più facile di prima, ma non certo banale), poi quando inizia ad apparire lo spit si capisce che la musica sta per cambiare. Strapiombo senza piedi e con una buona mano, poi il nulla. E la corda, i 30-35m di corda che gironzolano su un traverso e un cambio deciso di pendenza, tira.
Fuck, esco più a sinistra che sembra meglio. E lo è, non facile ma è meglio: con questa corda di certo è peggio però. Ecco la catena di sosta del monotiro annesso, ma non basta, devo continuare. Fortunatamente trovo la mano buona dentro un cespuglio e posso così uscire. Recupero Stefania ben contenta di avermi ceduto il camino delicato, ma ben scontenta del caldo che c'è! Ce la svacchiamo un po'.
Non la vedo in formissima: finchè si scherza ok, ma seriamente "che dici ne facciamo un'altra o basta?" "ne facciamo un'altra sì, se no mi rompi le palle fino al prossimo weekend!". Almeno ne scegliamo una facile, quel Fiori di Maggio a fianco di quella dell'altra volta. Ripassiamo sotto la parete della Roda del Canal cercando l'attacco "Ste cosa c'è scritto la in fondo sulla roccia?" "E che ne so, mica ci vedo fin la" "Ma allora a cosa ti servono gli occhiali?" "Perchè così quando li tolgo non ti vedo".
Eccoci all'attacco, e mentre leggo la relazione della via sulla guida di Cipriani, vado a leggere quella della fessura Kiki. "L1 V+ ..." "Cosa?!?!?!? Mi hai fatto partire da prima su un V+?! Ma io t'ammazzo!" "Oh bimba, il V+ è 5a, t'avevo detto era un 5a" "Ma mi mo t'ammazzo". Proseguo la lettura "L2 VII-... L3 VII- ..." "Cosa?! Ma io ti resuscito per riammazzarti!" "Ste, però dovresti sapere la correlazione tra la scala tra numeri romani e arabi.." "T'ammazzo e poi la studio!"
Parto io. Beh, III+ mi sembra ottimistico suvvia. Si sale abbastanza verticali anche se ben ammanigliati. Alcuni spit cavati.. Raggiungo la prima sosta con un caldo pauroso, proseguo perchè vogliamo finirla presto. Sulla roccia restano le impronte sudate dei miei avambracci. Ecco il fittone di S2, sosto che è meglio, se no poi tira troppo la corda.
Incurante del dramma che si consuma a terra, decido di rinforzare il fittone con l'albero a destra. Sento urlare ma non capisco. "Parto!" "No ma cosa parti, aspetta!" non l'ho ancora messa in sicura. Stefania  è in preda a un attacco di ofidiofobia dopo aver visto un rettile uscire dalla terra e venirle incontro. Salita senza assicurazione qualche metro per sfuggire all'attacco della temibile belva, si è salvata la vita dall'essere strisciante.
La via salirebbe a sinistra, Epanagoghe sta a destra. Ma dopo pochi metri Stefania decide che di la è troppo brutta la roccia, torna giù e decidiamo di uscire per Epanagoghe. "Vai Ste, finchè puoi vai avanti!" l'avessi mai detto.. Due tiri da concatenare li ha fatti anche l'altra volta, ma dopo che è passata noto che quel rinvio è rinviato corto.. Ahia, tiro alla fune in arrivo!
Lei sale, prosegue, la corda scorre fluida. Meno fluida. Sempre meno fluida. Mi sa che sta tirando dei cancheri.. a pochi metri dalla fine, con una corda che sale con agonia, decido di partire per forse alleviarle le sue sofferenze se tolgo quel rinvio. Dopo poco capisco che mi sta recuperando, a fatica. Oddio quando la trovo me ne dice quattro! La trovo, pronto a scattare una foto ilare..ma di ilare c'è poco. Stravolta, accaldata, e probabilmente con un attacco di sole in atto.
Calma e gesso, aspettiamo a ripartire. Bevi, mangia qualcosa, vieni all'ombra. Togli il casco. Riparto preoccupato, metto giù 4 protezioni in 50m per semplificarle i compiti (anche per tirarmi poco la corda e perchè 20m sono in piano). Ovviamente evito l'uscita da ZigZag e esco "facile". L'aspetto impaziente adesso, sotto questo sole estivo..
Bon eccola, sta meglio ma non benissimo. Buttati all'ombra che qui ci penso io: mentre sono a metà del compito di "mettere tutto a posto e nello zaino (il mio) per scendere" lei inizia a insultarmi, e da lì capisco che si sta riprendendo. È tornata Stefania! Meno male, sono più sereno adesso. Ma che abbrustolita di climber!

Qui altre foto.
Qui e qui report.
Qui e qui la guida.

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