lunedì 26 dicembre 2011

Cerro Prado


C'è un Santo Stefano da impegnare, da solo, un Appennino con una nevicata fresca il 24, un itinerario che qualcuno mi ha detto che me lo sogno di farlo d'inverno (per la verità non l ho nemmeno fatto d'estate, ancora), e quindi via!
(Addirittura provo il montaggio catene il giorno prima, fiducioso/pauroso di trovare tanta neve!)

L'idea era (beh, è ancora a conti fatti) partire da case di Civago, 1046mslm, prendere il classico 605 verso il Segheria, ma scendere al Rifugio San Leonardo per salire su al Passo delle Forbici (1570) col 691, e da lì regalarsi una bella giornata soleggiata sullo 00, salire il Monte Prado (2054), scendere verso la Sella del Prado, Passo di Lama Lite (1781), e da qui via al Passone (1857) per poi spararsi il crinale del Cusna (2121) da raggiungere sul 607, e da esso scendere o col 623 oppure per il sentiero d'andata, e infine classico 605 all'auto.

Decido di risparmiarmi la levataccia e piuttosto rischiare il ritorno col buio, tanto conosco bene la zona, e con la neve c'è sempre un autostrada di tracce. Una mandria di cervi bruca nel pascolo a lato della strada: mi fermo, li fotografo, mi guardano.
Mi incammino che sono le 8e30. Parte bene, il parcheggio è bello innevato!
Sorpresa invece quando scopro che sul Dolo il “ponte” (due tronchi tenuti insieme da ganci metallici, appoggiati su grossi sassi e una fune da scorrimano bella elastica) ha la base scivolata bellamente più a valle. Si guada! Non mi scoraggio, le mie scarpe sono fighe e passo di là. Sali sali, segue le tracce degli animali, che furbi loro, usano il sentiero. Dopo 1h10 sono al Passo Forbici, dove inizio a sentire il vento fischiare.. Le previsioni davano vento moderato, come settimana scorsa sull'Alpe di Succiso, dove sono andato bene e senza freddo, non mi sono preoccupato.

Lo scenario quando sbuco davvero sul crinale è desolante: quanta poca neve..
Che differenza rispetto a quel lontano 3 gennaio 200? quando conobbi Marco in un giro degli Alternattivi. Vabbè, siam qui, andiamo. Ben presto l'Appennino invernale regala la sua prima avversità, il ghiaccio:ma per questo ci sono i ramponi.
Ma la vera sorpresa sarà il vento. Oppure il teletrasporto in Patagonia, che dir si voglia. Peccato non avere un anemometro, non poter fare una foto che renda la forza del vento (vento che alle scuole è preso come esempio di cosa astratta, mannaggia a lui!). A metà crinale inizia a farsi dura, anche il sole è sparito dietro la nuvola di Fantozzi: una sola nube in cielo, sopra il mio percorso, ma vaffa.. Così nemmeno il calduccio del sole posso avere.
Incrocio un altro temerario col suo husky: lui bardato fino ai capelli, il cane che scorrazza come in un parco giochi. Io come al solito poco vestito, ma son sottoguanto, guanto, moffola in lana cotta, e più tardi anche il coprimoffola perchè sono davvero in soferance..ma faccio prima a proseguire che tornare indietro.
Arrivo in cima al Monte Prado (ma che dico, al Cerro Prado!) arrancando alle 11e50, con male ai muscoli del braccio destro, che prolungato con la bacchetta ha combattuto contro il vento che soffia da Nord: e c è ancora da combattere! Ormai ho deciso che il Cusna stà poi li, non ho voglia di volare via.
Scendo finalmente al Lago Bargetana, dove il vento tira un po' meno, ovvero dove riesco a stare in piedi abbastanza agevolmente. Lago ghiacciato, solo vicino al ponte un metro quadro dove si vede l'acqua e..due trote!

Ammirando i canali, le possibilità di salita al Prado, al Cipolla, e più tardi a Monte Vecchio, scivolo verso il Passone, almeno lì voglio andarci per vedere come stà il basamento della croce che 50 giorni fa abbiamo sistemato. Passone raggiunto alle 13e10. Qualche foto, e basta, via sui propri passi fino a Lama Lite dove osservo il Rosa e conosco Dino, col quale scenderò insieme con calma fino all'auto chiacchierando di fotografia. Arrivo 15e30.

Sulla strada del ritorno (in auto si intende), magnifiche luci sulla nube sopra Cusna e Vallestrina, e su loro stessi, qualche foto (che non rende lo spettacolo) è d'obbligo.
Resoconto: poca neve, scialpinisti tenete pure gli sci nell' armadio, al massimo si può ramponare e picozzare sui canali, che sembrano messi discretamente.

E in mente già un bel giretto più “alpinistico-divertente”!

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