sabato 14 gennaio 2012

Vajo bianco, feeling coi mughi

Dovevamo essere in mille a attaccare qualche Vajo del Carega, ci ritroviamo io e Marco (la mail di Mirko del venerdì alle 21 la leggo solo sabato alle 19..). Dopo esser rientrato all' 1e30 con una nebbia non male, alle 4 sono sveglio, con la stessa nebbia, che ci farà trovare il casello di Rolo chiuso, primo imprevisto. Al ritorno chiederemo alla casellante “Ma perché quando c'è nebbia Rolo chiude?” “eh, perché qui c'è più nebbia” ma rispondimi che non lo sai invece di dire 'na caata!
Giornata soleggiata ma fredda, e tutta la prima parte fino all'uscita del vajo sarà all'ombra.. Ma i polpacci caldi scalderanno anche il resto del corpo!

Partiamo speranzosi, arriviamo in auto fino al passo di Campogrosso, risparmia già qualche centinaia di metri di salita. Arriviamo al ponte da cui partire..eh sì, perchè vogliamo trattarci bene, perché partire dal 158 quando puoi partire fino da basso?!
E via, a quota 1300 si inizia a salire dentro uno spoglio Vajo dei Colori.. Ognuno prende la sua strada districandosi tra i sassi grandi e grossi, io mi cerco i passaggi meno semplici, son troppo carico!
E appare il primo ostacolo.. e lo superiamo: inizia il feeling coi mughi.
E appare il secondo..e coi mughi c'è intesa.. E arriviamo così all'incrocio col sentiero 158, da dove si può dire inizi il Vajo vero e proprio (se non altro perché da qui è più facilmente in condizioni), e poi ci infiliamo dentro un incassato Vajo Bianco. Che bello starsene e salire su belle pendenze, coi polpacci che fanno stretching, su una striscia di neve dura larga al massimo un paio di metri e con torrioni di roccia che ti sovrastano a destra e sinistra..
Ed eccoci al terzo intoppo, la caratteristica fessura tra montagna e masso incastrato..ma senza neve son cazzi! E allora saliamo dritti, Marco parte, seguito dal veneto che insieme ai due amici sfrutterà le nostre peste (offrire una birra almeno?!). La neve qui è pessima, farinosa, sotto roccia liscia, i ramponi non mordono un cacchio..ma ci sono i mughi! E scoppia l'amore, li spremiamo come mammelle: speriamo non ci mollino o son cazzi. Dietro marco e il veneto mi faccio una bella doccia.
Usciamo da questa parete azzerata sui mughi (chiara la soddisfazione di marco) e torniamo nel Vajo: da adesso solo salita, a parte una deviazione dentro un vajo che ci costringe a una discesina niente male per tornare dentro il nostro.
Sbuchiamo nella parte finale, costante pendenza, Marco si ferma a far fare un po' di stretching ai polpacci perché non li sta tirando abbastanza. Dietro noi i tre veneti riappaiono..ma sono solo due, dov'è il terzo? Urlano “tutto bene” ok.
Usciamo trionfanti (beh peccato per l'uscita che si appiattisce inve che impennarsi), un po' di foto stile “Ringo people” ma ne verrà solo una..uffà!
Non resta che scendere, una pausa cibo alla Boccehtta dei Fondi, e da lì anche la discesa è bella ripida! Tutto allenamento! La Presanella ci aspetta..sarai nostra! Coi miei tempi stringenti discutiamo tutta la discesa se faremo in tempo a pigliare una birra o no.. Concordiamo che siccome voglio prendere il libro di Bellò, entriamo al bar, ordiniamo due piccole, le tracanniamo alla goccia (che non è che sia un grande sforzo) e poi partiamo. E così fu.
Ohibò, dopo Foppa e Recastello, il Vajo bianco è in saccoccia! Preghiamo tutti per la neve, di questo passo forse prossimo weekend si può fare il Vajo dei Colori e o quelllo dell'Acqua, e poi si calzano le scarpette!

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1 commento:

  1. Bello!!!!Mi unisco alla preghiera per la neve e spero presto di riuscire ad essere dei vostri!!!!:-)

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