Solito giro di mail per stabilire cosa
fare il weekend, quasi sicuro una cascata, ma menate al lavoro
distruggono tutto. Sabato perso. Oppure no.. Il buon vecchio
Riccardo, dopo la pausa di riflessione (parole sue) si fa avanti per
riprende contatto con quella cosa bianca fredda, che a volte è
morbida e soffice, altre diventa dura dura.. E allora risolleviamo la
giornata con un trekking in Lagorai.
Gruppo che punto da tempo
(translagorai, a quando?!) e che d'inverno ispira molto visti i
facili accessi da prendere infilandosi in una delle sue valli. Allora
partiamo, nonostante riusciremo a metterci in marcia solo alle 13e30,
ma tanto stasera nessuno ha impegni e abbiamo già fatto i conti di
scendere a buio abbondante.
Dopo poco essersi incamminati, la
chiassosa Val di Fiemme è solo un ricordo: qui regna la pace. Non
incontreremo nessun esser umano fino a metà discesa (una coppia
stoica che va a dormire alla Malga Lagorai “se aperta, se no
scendiamo”), solo alberi, neve (poca per febbraio), e qualche
rumore dal ruscello che scorre di fianco.
La salita è facile, mai pendente, neve
buona, fino a quando il bosco si apre un po', allora decidiamo di
montare le ciaspole. E una risata rieccheggia nel bosco, la nostra,
finalmente montiamo questi arnesi che servono a galleggiare su quella
cosa bianca quando è molto soffice: mi mancava, ci mancava.
Una prigione di ghiaccio occupa 15
minuti abbondanti per fare foto stupide, ma oggi è giornata di relax
e di polleggio: tantochè anche sulla discesa ci fermeremo a lungo
sempre alla prigione.
Tutto questo ghiaccio ai lati, candele
pensili laggiù, cascata la, ruscello completamente ghiacciato qua,
mi fanno ripensare a dove sono Mirko e Gianluca: un po' di invidia, ma non troppa, oggi sono in buona
compagnia, come ai vecchi tempi. Le cascate, arriveranno.
E
così giungiamo al Lago Lagorai dopo tre allegre ore di marcia, che
poi scopriremo essere pure 13km. Tutto ghiacciato, sulla sponda
destra cascate interessanti al buon Nicola e sulla sponda sinistra il nostro sentiero, dove le ciaspole
affondano senza colpo ferire in mezzo a lastroni che se fossero una
valanga..paura!
Mi
spingo a camminare sul lago, ma ho troppa paura per addentrarmi più
di tanto! Via verso la Malga Lagorai, sosta per cibo e per vestirsi
un po' (ma una bella gelata ce la toglierà nessuno), e poi giù
verso la valle di nuovo. Sarebbe stato bello aggiungere anche una
cima, ma orario e km già percorsi ci fanno accontentare del fatto.
Così giungiamo all'auto che sono le
19, dopo aver visto la luce andarsene pian piano. Ma il vero motivo
che ci ha portato in questa zona e ci ha fatto
scendere per essere all'auto a un orario decente, sono loro. Sono
proprio loro, quelli che quest'estate abbiamo cotto nel nostro
fornellino da campeggio sotto il tendone di una festa di paese della
Val di Fassa. Cotti nel brodo di..wusterl. I canederli, che ci
pappiamo in centro a Cavalese, vuotando anche gli x etti di
formaggiera!
Qui altre foto.
Qui relazione.
Nessun commento:
Posta un commento