Dopo tanto che la puntavo, giunge la buona occasione. All'arrampicata semifruttuosa, o seminfruttuosa a seconda dei punti di vista, di mercoledì 25 aprile, segue un vivace scambio di mail dal titolo “proposta per sabato”. Titi tità, alla fine siamo in sei al parcheggio del CAI, e si parte destinazione Valle del Sarca: sono il più profondo sostenitore del farci Claudia.
Al parcheggio c'è già caldo,
decidiamo le cordate: io e Marco, Nicola e Gianluca,
Marco B e l'innominabile.
Pensiero stupendo: io e Marco facciamo uno zaino unico, ci alterniamo
scambiandocelo in modo che chi arrampica da primo sia sempre libero,
e magari a petto nudo, che libertà! (alla fine solo io arrampicherò seminudo e solo marco porterà su lo zainetto)
Alla base troviamo altre due cordate
davanti a noi, e tutti brigano un po' sul primo tiro, il famigerato
5c untissimo. Il pessimismo inizia ad aleggiare nell'aria come una
nebbia in val padana che al tramonto scende inesorabile coprendo
tutto e avvolgendo le cose: "siamo troppe cordate", "la via è troppo
lunga", ecc. In prima linea l'innominabile e Gianluca, come vuole
tradizione. Io me ne sbatto, tolgo la maglietta e calzo le scarpe
nell'attesa di partire. Ho troppa voglia di una via bella lunga, da stare in parete ore e ore.
Gianluca e Nicola decididono di andare
nella via a fianco, dalla quale scenderanno dopo due chiodi. Marco
B e l'innominabile pensano proprio di cambiare zona, ma poi tutti
tornano su Claudia, il primo amore, e ci troviamo a salire insieme
inseguendoci e sorpassandoci. Anche l'innominabile segue il mio
spirito e si toglie la maglietta: alla fine della giornata saremo due
aragoste.
Primo tiro davvero unto, me lo studio
bene, a destra bagnato, a sinistra marmo. Con calma riesco a salire.
E scatta il primo errore della giornata. Nella foga di voler
sorpassare la cordata davanti a noi (non per fretta o altro, solo per
evitare traffico e scariche) provo a concatenare i primi due tiri,
che facendo due conti dalla relazione dovrei starci a pelo. E
invece..finisco a far sosta su un chiodo..solo!
Nessuno dei miei nuovi giochini trova
un buco o una fessura dove incrementare i punti di assicurazione,e
quindi ciccia: “Marco, libera!” .. “Marco sali, ma sono su un
chiodo unico!”, chissà gli accidenti che non mi ha tirato..
Ma si vendicherà! Sale, arriva da me,
riparte subito, e non arriva alla terza sosta (la seconda per noi)
per due metri, e quindi anche lui sosteggia su un unico chiodo!
“Tutto fa brodo, tutto fa esperienza” dice il nostro mentore.
Come dico di solito io invece “finché puoi raccontarlo, va bene”.
Inizia a esserci del casino, noi siamo
tre cordate, poi ce ne è una di due ragazzi tedeschi, e queste
quattro sono sempre sovrapposte, in inseguimento. Mi capita un tiro
nel quale parto come il primo dei secondi, trovandomi su tutti, ma
tutti davvero, i chiodi le mie due corde sotto tutte quelle degli
altri, il mio rinvio nel chiodo, e due rinvii di altre cordate
rinviati nel moschettone del mio rinvio (già, perché nell'anello
del chiodo ci stanno solo due moschettoni): che caos, ogni chiodo mi
fermo, tolgo il mio rinvio, sgancio le altre corde, passo sopra la
mia coppia di corda, rimetto le altre corde nel loro rinvio, stacco i
rinvii rinviati sui miei e li metto nel chiodo.
Ma la via è divertente, non unta come
il primo tiro, ma in tutti i passaggi un po' difficili il piede
obbligato giace sul marmo, il famoso Marmo del Sarca. Qualche
traversino un po' cos', una placchettina per arrivare in sosta: ci
sono dei passaggi a mo' di boulder, di quelli dove devi fidarti di
una mano spalmata su un volume orizzontale tendente al basso. Mi stò
divertendo un casino. Una bella lama, una dulfereggiata lieve, un
diedrino, poi tanti scalini.
Un po' meno la mia schiena, che sento
iniziare a bruciare, e che verso ¾ della via copro con la maglietta.
Intanto ovviamente il pessimismo che aleggiava si è insinuato nei
cuori. L'innominabile se venisse dotato di frusta la userebbe di
certo per spronarci alla velocità, Gianluca non fa altro che tirare
dei nomi maledicendo quella “gran puttana della Claudia” e io lo
stuzzico “ma come, e quando andremo a fare Teresa e Rita?”.
Arriviamo a un punto nel quale pago lo
scotto della mia inesperienza. Non ho contato i tiri, c'è chi l'ha
fatto ma non lo dirà. Dalla sosta vedo un chiodo sopra di me sul
facile, ma vari su una placca a sinistra che traversa un po' salendo.
Che faccio? Altri sostengono che a sinistra c'è Luna 85, ma io non credo che siamo già così in alto, ma mi fido e
vado su dritto. Ma dopo due chiodi e esser salito 5m senza
protezioni, nulla vedo, e mi sorge il dubbio fosse da andare a
sinistra, e fossimo più in basso.
Scendo con cautela, salgono i due
massimi esperti, Nicola e l'innominabile, e vedono chiodi che io non
ho visto: che figura! Riparto, con la coda tra le gambe.. Adesso che
sappiamo essere sugli ultimi 2-3 tiri, tutti son più allegri, la
fiducia ha scacciato la preoccupazione, ma era meglio se la
scacciavano prima!
Siamo fuori, che giornata, mi sono
divertito un casino! Certo, visto l'untezza, fatta una volta Claudia,
non si fa più, ma che soddisfazione. 14 tiri, quasi 500metri di
sviluppo, in circa 5h30min. Va benissimo! Beviamo e sgranocchiamo
qualcosa prima di scendere, aumentando con i nostri rutti e scoregge
la mala fama degli italiani di fronte a una cordata di tedeschi..
Ciliegina sulla torta alla gran
giornata, la stravaccata all'ombra di fianco all'auto, sorseggiando
la birra tedesca che ho preso a Monaco settimana scorsa e mangiando
la stria preparata da mia sorella. Cosa vuoi di più dalla vita? Beh,
ci potrebbe stare qualcos'altro, ma va bene dai! Per finire, il gelato di Arco,e tutti a casa!
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