domenica 17 febbraio 2013

Seconda uscita corso AG1: Cascate del Bletterbach

Col rodimento ancora di ieri, oggi sappiamo affrontare una giornata di freddo, noia, e ancora freddo: ma va bene così, l’abbiamo scelto noi e mi fa piacere partecipare attivamente a questo corso nuovo e quasi innovativo per il CAI di Carpi: corso AG1.
Per essere sicuri (più sicuri) di prendere il posto sulla cascata facile e larga e iniziare ad attrezzarla, ioRobertoMirko, Gianluca e Cristian (allievo mattiniero) partiamo un’ora prima degli altri, ovvero alle 4. Ma ne varrà la pena, o meglio, sarà uno sforzo con uno scopo! La partenza a un orario del genere ha una grossa pecca: la colazione è servita a Nogaredo est, non in un bel bar di paese.
Arriviamo al parcheggio e una telefonata di Nicola ci rivela che non è molto il tempo che ci distacca, ma tanto loro devono ancora fare colazione.. Quindi partiamo armati come muli, due corde a testa, e che corde: i canaponi del CAI. L’avvicinamento me lo ricordavo più breve, ma è godibile dai. Il freddo nonostante i -6 del termometro della macchina, non è così pungente.
Ci caliamo nel canyon tramite le scalette, e scorgiamo la prima cascata. Mah, sembra duretta, però dalle indicazioni dateci dal grande capo dovrebbe esser qui. Sbrighiamoci ad attrezzare, anche perché prima finiamo e prima possiamo spicozzare allegramente tra di noi prima che arrivino gli altri: una mezzora di sollazzo prima del corso. Mentre io e Mirko attrezziamo, Roberto esplora e ne trova una più facile: ok andiam la, disattrezziamo e appena arriviamo a prendere il posto alla cascata semplice, arriva un altro corso: per un pelo!
Bene bene, abbiam tirato giù due corde, ci leghiamo in fretta e furia con le nostre mezze per tirare qualcosa prima che arrivi il corso, siam li con le picche in mano, e..arriva la cavalleria. Rimetti al cinturone le picche e inizia a fare lezione.
Nicola è davvero preparato e bravo nello spiegare, si è prefissato una buona scaletta di argomenti e di pratica. Meglio vestirsi a questo punto, ci sarà da star fermi! Intanto Nicola per dimostrare come si fa, si fa quasi due tiri, e io e Mirko a pensare invidiosi alla vendetta di domani.. Attrezzate ci sono tre salite: una a sinistra lunga 35m, una a destra sui 15m, e sopra quest’ultima (c’è un pianoro) parte un bel salto verticale di 12m.
Gli allievi si rivelano davvero motivati e preparati. Eseguono gli esercizi che Nicola propone, fanno domande, partecipano. Quando è ora di salire davvero, vanno spediti e senza troppi freni. Chi sale più in alto e che più in basso, ma tutti vanno. Considerando che c’è chi viene solo da un AR1, non è male. Davvero motivati, sicuri, senza timori, e con buoni risultati. Chapeau.
Brutta storia l’elisoccorso che inizia a girare sopra le nostre teste, e che dopo qualche ricognizione si abbassa di fianco a noi (azzo che spostamento d’aria) e poi cala il verricello. Il malcapitato pare che se la cavi con poco o nulla per fortuna!
Siamo già rassegnati a una giornata da ginecologi: lavoriamo dove gli altri si divertono. Ma verso le 14, una volta che tutti i corsisti han salito il tiro “lungo”, “posso salire io, mi fai sicura?”. Evvai, un po’ di divertimento a noi anche. Mi spoglio (prevedo scaldarmi bene) e parto. Inizia a nevicare, perfetto. Cerco i passaggi un po’ più duri, ma mi rendo conto che le ore fermo e le scarse aspettative mi condizionano. Parte alta al cardiopalma, visto il rumore vuoto e il tonfo rimbombante che sia picca che ramponi fanno.
Sceso lascio il posto agli altri istruttori, che finalmente possono sollazzarsi anche loro (beh, in realtà qualcuno già prima aveva salito il salto verticale nella parte alta a destra. Cosa che adesso faccio anche io. Oh le.
Si fa una certa ora, i ponti di neve sopra il ruscello abbiamo già constatato che stanno crollando, sarebbe ora di andare. E la nostra auto parte per prima alla volta del parcheggio, dove arrivo in tempo per iniziare già a sistemare le mie cose e mettermi a petto nudo (meglio nudo che bagnato di sudore!): -4°C, ma si resiste (per ora).
Ripartiamo senza birra, purtroppo è tardino e almeno tre di noi preferiscono tornare a un’ora il più decente possibile. Alla prossima uscita, occorrerà recuperare questa birra mancata. Così come il dislivello non salito..

Qui altre foto.
Qui le foto di Nicola.

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