sabato 4 maggio 2013

Aderenza sul bagnaticcio, poi di corsa in doppia: Sole e Pioggia

Cosa non si fa per certi sogni.. Oggi ci obblighiamo a quella che pensiamo sarà un’arrampicata banale, una corsa su una placca appoggiata, e il tutto per cosa? Per poi esercitarsi sulle manovre di calata in doppia: obiettivo simulare la calata dei 5 moschettieri dalla XXXXXXX XXXXX. Quindi parola d’ordine “arrampicare poco, esercitarsi molto!”, a un altro weekend si rimanda il divertimento, oggi si fa i seri. Ma l’andata in macchina è sempre accompagnata da grasse risa sui due soliti argomenti: donne e montagne. Con i quali arriviamo a una massima: la maggior parte degli alpinisti sono uomini, perché? Perché gli uomini sono abituati a fare fatica per raggiungere il loro obiettivo, sono abituati a sudarsela”
Ma giunti alla visione dei benedetti Lastoni di Dro, azz! Son bagnaticci! Ok che è roba facile come gradi, ma sul bagnato diventano una lavagna con olio sopra: che si fa che non si fa, si va, tanto presto uscirà un sole della madonna ad asciugare la “parete”, pardon, il piano inclinato. Ci si arma bene a modo e si parte alla ricerca dell’attacco in mezzo al bosco. E ben presto troviamo l’attacco di “Sole e Pioggia”, quando ancora adesso non rammento perché abbiamo scartato la “Via dei Ciclamini”.
Io con Nicola e Roberto, Gianluca con Mirko, pronti via, parte Gianluca, poi io a seguire. Ma dai, oggi arrampicata facile, metto le Mythos che non voglio soffrire. Sì, facile, ma io che non amo per nulla le placche (visto che io NON so arrampicare) mi trovo un po’ in soggezione: quando poi mi trovo a dover schivare le rigole bagnate/umide..è tutta un’emozione! 
Cerchiamo di esser agili e svelti, prima arriviamo su, prima ci caliamo, e magari così ci sta anche un’altra via: ottimismo.. Qualche foto ma poca roba, per non perdere tempo. Prima sosta, riparto io, così la mia cordata si fa tre tiri a testa senza impazzire a ogni sosta al cambio di moschettoni (che poi a dire il vero faremo comunque..).
Passettini delicati, la scarpetta ogni tanto scivola, ma è colpa della mia mancanza di tecnica e fiducia e nei piedi. Mirko e Gianluca, in cordata da due alternata, ben presto prendono la fuga e ci lasciano indietro. Intanto il sole esce, un rapace inizia a volare sopra le nostre teste, altre macchine arrivano al parcheggio: uffa, sta a vedere che ci troviamo cento persone sotto e non possiamo più scendere in doppia.
Ora tocca a Nicola, che ovviamente non può fare le cose semplici, e nonostante i miei sconsigli (avevo sentito Mirko che diceva con Gianluca che visto che la croda era finita avrebbe fatto sosta su uno spit solo..) ci annuncia che “ragazzi, io concateno due tiri (quarto e quinto): quando finisce la croda venite su”. E questi sono i tiri che escono dal boschetto e piombano sulla placco nata. Prepariamoci al peggio. Intanto il sole mi concede qualche bella foto in controluce. Bella almeno secondo me.
Per fortuna Nicola arriva in sosta che manca un metro di corda. Sarà una via facile questa, ma ti concede nove tiri di buona lunghezza, necessaria corda da 60m. Peccato che alla ripartenza si dimenticherà l’assicuratore al vertice della stessa: ma le sue abilità di IR gli rammenteranno il nodo a cuore, e con quello ci farà sicura.
E ora è il turno di Roberto, che forse ha i tiri sulla carta più facili, ma che vincono un grado in più vista l’acqua che giace sulla placca. E intanto osserviamo orde di tedeschi e altri arrampicatori sbucare come funghi fuori dal bosco, sia sulla Via dei Ciclamini che su Sole e Pioggia. Ma le calate dovremmo riuscire a farle stando su linee separate da loro, e sulla placca non ci sono sassi da tirargli addosso. I prossimi tiri ci riveleranno altre difficoltà però. Intanto Nicola supera con agilità il tetto dell’ultimo tiro.
Gianluca e Mirko sono ormai già su immagino, che si mangiano il panino e si rilassano al fresco. Noi siamo qui che arrampichiamo e meditiamo sul da farsi. Scendere sulle loro teste non è simpatico. Gli ultimi due tiri rivelano che anche una calata in doppia su di loro può essere difficoltosa (girano, traversi, in mezzo a delle sterpaglie, con sassi e pezzi di rami che rischieremmo di far cadere addosso alla gente). Quindi, o ce ne fottiamo di chi sta sotto e speriamo che la corda non si incastri nelle sterpaglie.
Arriviamo in sosta e lo sconforto regna: cosa facciamo?! Scartiamo lo scendere per di qua. Andiamo a cercare la via più a destra che c’è e ci caliamo da li, che è talmente facile che speriamo non ci sia nessuno! Però..non sarà facile da trovare l’uscita. E invece Mirko e Gianluca, che essendosi svaccati bene a modo aspettandoci non hanno necessita di bere, mangiare, spogliarsi, vanno e trovano il punto di calata. Scriviamo due stronzate il libro di via, e la lezione comincia.
Alla fine andremo anche bene. Evitiamo di fare calate per tutta la lunghezza della corda, ma ogni anello ci fermiamo e attrezziamo, in modo da massimizzare il numero di doppie della giornata, che verranno cronometrate. Alla fine saranno 9 doppie in due ore e mezza, se non ricordo male.
Dopo le prime quattro calate, con nostra sorpresa scorgiamo una cordata sotto di noi (sulla placca dove eravamo prima invece, c’è gente a non finire). Azz, speravamo non ci fosse nessuno per non disturbare, ma pazienza, saremo educati (fermandoci a una sosta e lasciandoli arrivare con calma e partire con calma, con noi fermi ad aspettare i loro comodi). Saluti alla Susina di Dro: se c’era Paolo ti saresti appesa bene alla sosta.
Il sole sale alto, sopra di noi iniziano svolazzare tre bei rapaci, di cui sentiamo i piccoli richiamare cibo. Scusate, non vogliamo disturbarvi, ce ne andiamo di corsa! Cala cala, arriviamo alla base scandalizzati dalle cordate che iniziano ad arrampicare adesso, con questo caldo su queste placche di calcare: almeno trovano più asciutto, o più secco.
Facciamo un altro tiro da qualche parte o andiamo a prendere la birra? Non so nemmeno perché ci poniamo la domanda, via in centro ad Arco per birra pizza gelato. Oggi doppio giro di birra, per festeggiare non si sa cosa, ma chi se ne importa!

Qui altre foto.
Qui relazione su on-ice.
Qui relazione con disegni.

1 commento:

  1. Smentisco subito che solo agli uomini piace sudarsela!!!!e poi mi è tornata voglia anche a me di ricominciare a giocare con corde cordine e scarpette....quindi occhio che non ce ne sarà più per nessuno!;-)

    RispondiElimina