sabato 18 maggio 2013

Speed Baldo before Marriage

“Sei proprio nato con la camicia” recitava una mail di Gianluca rivolto a Nicola: meteo instabile questo weekend, perciò ci tocca venire al tuo matrimonio invece che andare sul Cervino! Ma almeno un giretto mattutino voglio farlo, un po’ di svago e devo sfondare le scarpe da trekking, ora che si apre la stagione. Perciò, via in palestra, la mia seconda palestra naturale, dopo l’Appennino Reggiano, è il Baldo.
Giro ripetuto mille volte (qui, qui, qui, qui e poi mi fermo), perciò stavolta avrei l’idea di aggiungerci la visione dell’alba, ma aletto si sta bene, e mi ritrovo a mettermi in cammino quando l’alba è già iniziata. Temperatura frizzante a Prada Alta, il termometro della seggiovia in disuso segna +4. Tempo 5 minuti e metto i guanti che le mie povere dita non ne possono più!
La visione del Carè Alto mi suscita sempre un voglioso amaro in bocca, ma un girono (si spera presto) pareggeremo i conti con quella piramide adamellica. Cerco di salire a spron battuto, voglio far presto per due motivi: 1. Esser a casa in tempo per concedermi qualche ora di sonno e non essere uno straccio stasera. 2. Esser in tempo per una colazione a un orario da colazione. 3. Essere alla macchina prima della perturbazione. 4. Darmi una bella stancata in velocità. Avevo detto tre? Beh erano quattro.

Perciò vado vado, ma la fatica che faccio mi lascia pensare che sto andando ben più piano di quello che credevo di poter fare. Per la visione dell’alba dalla cima avevo preventivato di incamminarmi due ore prima della stessa, ovvero 5e40. Mi sa che a salire ci metto più di due ore. Va beh, pace e amen.
Marmotte da ogni cantone, mi sa che anche loro guardano il calendario per capire se dal letargo si sono svegliate troppo presto o troppo tardi. Camosci lassù stagliati verso il cielo. Ora che c’è poca gente in giro (nessuno a parte me) la natura da il meglio di se.
Arrivo all’altezza del Rifugio Fiori del Baldo che sono ancora all’ombra, il sole sta dietro, e qui ho la conferma che la patinina bianca su ogni cosa è ghiaccio. Mi sa che siamo sotto zero, e si sente. A maggio. Continuo a salire e trovo una bella galaverna sull’erba del Baldo.
Invece che passare per i due rifugi, ho cercato di evitare di salire subito in cresta per soffrire meno il vento che soffia, che combinato al freddo ha un effetto wind chill che se posso evitare non mi dispiace. Ma ora che ci sono, la galaverna da il meglio di se, con il lato est del Baldo al sole e quindi bagnato e senza ghiaccio, di un bel verde erba rigogliosa primaverile, mentre il lato ovest è bello bianco di ghiaccio su erba rinsecchita autunnale.
Ed eccomi in cima, ad ammirare le cime adamelliche e brentiane, lontane e agoniate, uffa. Doveva essere un giro del menga, e invece marmotte e galaverna gli han dato un fascino inaspettato: la montagna riserba sempre sorprese, a volte belle. Guardo l’ora, oh la peppa! Ci ho messo 1h20 a salire! E io che temevo di esser lento e stando.. adesso capsico perché mi sentivo stanco.
Qualche foto al panorama e poi giù. Il sole è alto, poche nubi in giro a dispetto delle previsioni. Altre marmotte in giro, belle infreddolite anche loro mi sa!
Alle 8 sono alla macchina, alle 8e40 davanti a me si materializza un latte macchiato e una pasta al cioccolato: oh yeah! Poi di corsa a casa per andare a letto e svegliarmi per i preparativi delle nozze.

Qui altre foto.

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