sabato 1 giugno 2013

Dal Lago alla cima atto 2: Costabella da Castelletto di Brenzone

Ennesimo weekend di tempo incerto, non si può pianificare una due giorni, occorre rimediare in qualche modo. Tanto vale allenarsi un po’, non certo sulla tecnica ma sul fisico. In realtà vado a letto con l’intenzione di un giretto in Appennino, ma neve poca o nulla, probabilità di prendere l’acqua, mi fanno cambiare idea all’ultimo momento, ovvero in auto.
Cambia tutto e vai al Lago di Garda, proverò quel giro che avevo adocchiato per spararsi 2000m di dislivello, dalla riva del Lago di Garda a Cima Costabella: un po’ come fecimo con l'Altissimo, ma quella volta c’era in più l’emozione di un percorso incerto e poco battuto. Stavolta è solo gamba e fiato. Ma in auto mi assale una paura: ho addosso i pantaloni lunghi della Montura (in Appennino avrei rischiato la pioggia), se salgo con questi muoio di caldo. Meno male mi viene in mente che ho quelle braghette corte nella sacca della piscina.
Impazzisco a cercare l’attacco del sentiero 655 dalla Gardesana, credo averlo trovato e parcheggio dove posso. Cerco le braghe e terrore! Non ci sono! Fortuna ho quelle da maratona che uso a yoga, andrò con quelle.
Quello che pensavo fosse l’attacco del sentiero, non lo è. Salgo ma finisco a casa di uno. Scendi vai avanti risali, finisco in un parcheggio. Ma l’orientamento mi dice di proseguire di qui, tagliare la strada di la e mi ci troverò. E così sarà. Trattasi di una vecchia mulattiera, in mezzo al bosco, ulivi, casette diroccate. Molto bello, per un pensionato. Io sono avido di canali e cime che superano i 3mila metri, e mi tocca salire qui. Maledetto meteo e cambiamento climatico.
Magari l’incontro con M11 potrebbe ravvivarmi un po’ la giornata, ma anche no. Nei pressi della località “La Ca’” il bosco è un po’ più piacevole. La supero, mi ci addentro dentro, ma un segno giallo/rosso su un albero alla mia destra mi inganna. Lo seguo, vai vai, scorgo per un attimo Cima Costabella che mi pare sia rimasta troppo alla mia sinistra, e mi ritrovo alla Chiesa di San Bartolomeo, che porta a Prada, non a Prada Alta. E torna indietro.. All’andata su questa erronea deviazione avevo trovato una cartina. La stendo perché si asciughi un po’, in modo che quando tornerò indietro la potrò prendere secca. Ma quando tornerò qualche ora dopo, nessuna traccia.
Segui la mulattiera, spunto in Val Senaga che paretoni laggiù! E infine scorgo Costabella, adesso ci siamo. Al parcheggio che di solito è la partenza per questo classico giro, momento di ristoro. L’obiettivo è salire svelti e vedere che differenza ci sarà rispetto al record stabilito due settimane fa, con già più di 1000m di dislivello sul groppone. Forza e coraggio.
Poche soste, se riesco nessuna, foto un’altra volta che adesso non ho tempo. Ma l’asciugatura del sudore qualche sosta me la renderà obbligatoria. Il Lago di Garda è tutto coperto di nubi, nonostante sia ad appena 1500m, sotto di me un tappeto di nubi, e i 3mila adamellici che svettano sbeffeggiandomi. Patirete la mia vendetta! Ma intanto mi becco un po’ di fresco col vento. Escursione termica notevole oggi.
Ed eccomi in cima, momento della verità, l’orario.. 1h23, l’altra volta 1h22, son soddisfatto! E affamato. Qualche foto, un video, e poi giù. Sotto di me un bel tappeto di nubi, sia in val d’Adige, che pianura che sul lago. Scorgo laggiù le vette dell’Appennino sopra le nubi. Azz, potevo andare la.. beh, pazienza.
Scendo, e stavolta qualche sosta in più per le foto. Marmotte, fiori, giochi di colori. Ma già sogno il panino e la birra a Prada Alta: troverò un negozietto aperto per comprare la magica lattina/bottiglia? Si! Momento godimento. Ma sono talmente disidrato che il mio fisico assorbe il liquido gassoso a velocità supersonica, e riprende a camminare non sarà un grosso sforzo per le gambe, ma per la testa..
Scendo con non troppa fretta, meglio preservare le ginocchia. Fotografo alcuni castagni davvero imponenti e spaventosi nelle forme. Che bella la natura. L’ultimo tratto è una palla. Pietraia cementata, gustosa per le gambe, che sento molto calde e vogliose di immersione nel lago.
Raggiungo la Biaza, così cerco il vero sentiero che avrei dovuto prendere già stamani. Anche ora un po’ mi perdo, ma ci salto fuori e sbuco nel centro di Castelletto di Brenzone. Arrivo all’auto, rifaccio lo zaino, e via verso la riva del lago con ciabatte e asciugamano. Una goduria le gambe a bagno, farei anche il bagno! Con calma faccio le mie cose, e guarda caso, nel momento in cui sono in mutande per cambiarmi i pantaloni, chi appare? Due suore. Pace e amen, giornata conclusa. Allenamento ok, ma adesso un po’ di sostanza per Dio!

Qui altre foto.
Qui report.
Qui video.

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