martedì 7 gennaio 2014

Inseguendo il tramonto sul Baldo

Su questa cima sono stato parecchie volte, ma oggi sarà speciale.
Volevo approfittare in qualche modo di questa giornata di ferie in più, e se di tecnico non si riesce a fare nulla, allora passo allo scenografico e solitario. Guardando il portafoglio (ergo tanto lontano non si va) ma anche di trovare della neve (in Appennino non si va), dove si orienta la mia conoscenza? Baldo da Prada. Che tra l’altro le ultime due volte che ci sono stato, mi è pure stata negata la cima (ma era giusto così), perciò ho due conti da regolare. 
Il timing di partenza è tale per far colazione in dolce compagnia, sbrigare qualche faccenda a casa, passare da mia sorella, e vedere il tramonto in cima (magari allungando un po’ il giro andando verso Col Santo). Avrò programmato bene? Chissà. Nell’evenienza ho con me un libro da leggere e tante giacche, se in cima dovrò aspettare. E infatti lo zaino è pesantuccio..
Al mio arrivo al parcheggio la situazione neve e temperatura è peggio di quello che temevo. Neve solo oltre i 1500m, e si sta bene in maglietta.. Ho già paura della sudata e della neve pappa che troverò. Beh, della sudata ho ragione, ma della neve per fortuna no. Sono solo, strano in questo itinerario esser da soli, suggestivo. Al ritorno farà quasi paura.
Solito tracciato, seguo i pali della funivia per la salita direttissima, testa china e via salire. Mi sento fuori forma, forse è l’approccio che ho avuto oggi a essere sbagliato, sono focalizzato sul tramonto e non sulla camminata. Vedremo.
Esco dal bosco è un po’ di panorama e giochi di luce sulle nubi c’è. Ma il bello deve venire. Solo quando sono all’altezza delle costruzioni intermedie alla funivia inizio a pestare neve seriamente, ed è bella dura! Se non fosse per le tracce di chi mi ha preceduto dovrei mettere i ramponi. E inizia a far freschino col vento che tira.
Testa china e arrivo sulla forestale che poi porta al Rifugio Fiori del Baldo, da giù vedevo qualche persona che camminava lassù, ma si vede che tutte hanno parcheggiato in alto, non a Prada Alta. Meglio così, in tutta la giornata dovrò dire solo un “Salve” a una signora che scende da Costabella. Sento la salita, mi sa che sono lento, mi rassegno al fatto di arrivare in cima a Costabella e basta.
Traccia diretta sul pendio o vado per cresta? Nessun dubbio, per cresta, più sicura e panoramica. Al Rifugio Fiori del Baldo non mi fermo nemmeno, ma metto il giacchino che il vento si sente! Oh anche il freddo, e la neve continua a esser buona (sento l’acquolina in bocca da vaio per il prossimo weekend).
Breve esplorazione al Chierego, che in caso di vento forte potrebbe essere il mio riparo per vedere il tramonto, e in preda a un miraggio vedo una spillatrice di birra, che sete. Forza su dritti, la cresta è più lunga di quel che sembra, ma il suo spianare finale addolcisce la fatica. Le cornici verso la Val d’Adige la fanno quasi sembrare una montagna seria.
Ore 15e15, sono in cima, ma come, di già?! E ora che faccio? Beh allora proseguiamo un po’ lungo la cresta, vedo che è anche già tutta tracciata! Allenamento! Faccio due conti, alle 16 torno indietro, o mi frego l’obiettivo della giornata. Ora però metto i ramponi.
Osservo uno stormo di uccelli galleggiare al passo che sto per raggiungere, son tanti, forse anche loro approfittano della giornata senza caos per volteggiare serenamente. La cresta è facile, non è aereo, ma sinuosa, sembra che porti verso il cielo, piacevole, e comunque alla sua destra nasconde pendii aggettanti e cornici da cui stare alla larga.
Mi giro spesso a fare foto (oggi ne scatterò 229, di cui certo alcune sono da cancellare e prove) e le faccio anche davanti a me. Ripeto, è una cresta davvero piacevole. Controllo l’orologio, eh, allora arrivo fino alla vetta delle Buse. Ed eccomi su essa. Qui le tracce finiscono, un po’ di foto e torno indietro, un po’ di corsa perché a questo punto non voglio farmi scappare il calar del sole. 
 Foto su foto su foto.
Torno sulla mia postazione d’osservazione alle 16e30, perfetto, ho il tempo per cambiarmi maglietta ecc ( e che cacchio, ho la possibilità e lo zaino pesante per un motivo, mi metto asciutto), mangiare qualcosa al volo (i panini li tengo per il viaggio di rientro in auto), e iniziare a scattare altre foto. 
In realtà il tramonto mi delude un po’, speravo meglio. Forse speravo che il sole si coricasse dietro ai monti, invece si china sul Lago di Garda. E tutte queste nubi devono aver fatto da filtro: certo un po’ di nubi alte ci stavano bene, si sarebbero colorate di rosso, ma qui sono troppe. Non sputo nel piatto in cui mangio e mi godo comunque lo spettacolo.
Ombre sulle cime di Adamello e Brenta, sole e poi buio sulla vetta delle Buse, pezzi di nuvole che si tingono di rosso, cime dell’Appennino che emergono dalla nebbia e smog padano ma che poi si tappano di nuvole il cucuzzolo. Osservo e ammiro.
Prima che sia buio buio inizio la mia discesa, anche perché ok che sono coperto, ma tanto freddo a gratis anche no. Ci sono solo io in giro, e quando inizia a fare buio davvero e sono nel bosco, un po’ di sana paura c’è, e mi spinge a scendere più in fretta. Ma prima di abbandonare il limite delle nevi, noto alla mia destra l’Orsa Maggiore, sembra quasi coricata sul pendio visto quanto è bassa. Tento una foto dai tempi lunghi.
A lume di frontale arrivo al parcheggio alle 18e40. Con calma mi cambio e riordino le cose, affamato riparto, ma attendo l’entrata al casello per iniziare a sbranare i panini. E ancora famelico, una sosta in autogrill per il buon vecchio Apollo.

Qui altre foto.
Qui report.

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