sabato 8 febbraio 2014

Alla ricerca di relax: Costabella my doctor

Quando ci vuole ci vuole. La mia salute mentale, nel senso psichica e di stress, trova equilibrio quando riesco a starmene in mezzo alla natura, lontano (il più possibile) dalla civiltà, a sfidare fisicamente  le montagne. È la legge della compensazione rispetto a un lavoro alla scrivania in un ufficio di un po’ di persone. Ma le ultime due settimane lavorative hanno fatto pendere la bilancia troppo da una parte, lo scorso weekend non ha saputo mettere sull’altro piatto nessun pesetto, e quindi oggi ci vuole. 
Vaji o canali non se ne parla, cascate nemmeno (oltre al fatto che il ghiaccio latita, come l’inverno), sciare ci si prova domani, all’ultimo mi danno bidone, resto solo, perciò direi che un classico Prada Costabella possa fare al caso mio. Senza troppe pause, così torno pure a casa presto.
Sembra che in alto di neve ce ne sia tanta, la webcam del Rifugio Fiori del Baldo mostra un bel cumulo, ma quando arrivo in basso c’è poco o nulla: meno male ho frenato la malsana idea di portare gli sci, oggi il vecchio amore delle ciaspole!
Mi incammino godendomi la luce del sole che illumina piano piano il Care Alto, me ne sto sempre all’ombra su questo versante che da sul lago, sognando il sole sul crinale, sole che però sarà accompagnato da un vento gelido..
La neve crostosa, sulla quale riesco ancora un po’ a galleggiare, uscito dal bosco diventa ben presto troppo farinosa per non calzare gli attrezzi cha aumentano la superficie di distribuzione del mio peso. Davanti a me solo tre persone, ma mentre scenderò ne incrocerò almeno 70.
Nessuna traccia della forestale, sommersa dalla neve, il rifugio lo si vede solo dopo che si è saliti molto in alto visto che attorniato da una trincea di neve! Che bello, peccato sia molto alta però.. Lo spirito sta già meglio, la mente spazia su orizzonti lontani, si perde nel bianco che pesto e nell’azzurro che bramo.
 Il crestone finale con mio stupore presenta cornici dal alto opposto di dove le ho sempre viste, cioè protese verso il lago, e questo rende il pendio sottostante un po’ arrischiato.. Ma in breve eccomi in cima, dove resto poco visto che il vento gelido mi congela le dita al volo, e nonostante un bel sole (il meteo molto meglio del previsto) non si scaldano.
Via giù, a fare qualche foto ai cumuli alti metri a lato del rifugio, e poi verso valle, assettato visto che non mi sono fermato ad abbeverarmi. Ormai della lontananza dalla civiltà non c’è più traccia, orde di sci alpinisti e ciaspolatori salgono sui pendii che ho già salito in un’atmosfera più montana.
La mente sta meglio, posso tornare in equilibrio verso la pianura e affrontare una nuova settimana.

Qui altre foto.
Qui report.

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