giovedì 26 febbraio 2015

Zingarata: Skialp in notturna

Zingarata sì, ma le prospettive erano diverse, poi come al solito all’ultimo è intervenuto il meteo complicare tutto. Ma spieghemose.
La morosa è via per lavoro, la luna è alta nel cielo fino a mezzanotte, gli sci sono li che dormono troppo, il meteo prevede una bella nevicata per martedì, mercoledì il cielo rischiara, allora forza! Scialpinistica dopo lavoro, sulle piste per non rischiare (visti anche i divieti comunali..).
Ma con l’avvicinarsi della fatidica ora il meteo peggiora, la neve scende ma continua a scendere, ormai però siamo già in ballo, io Riccardo e Dreia, quindi dai andiamo lo stesso, al massimo finisce a birra e salsiccia in una trattoria dell’Appennino.
Salendo a pochi km da Febbio la neve fa la sua comparsa sulla strada, al parcheggio ce ne è una spanna abbondante, ci stiamo già gustando la riuscita! Certo non credo che usciremo dal limite del bosco, mica voglia di finire sotto una valanga, figuriamoci di notte poi. Alle 20 sci ai piedi si parte.
Neve ce ne è, ma quanto è pesante. Una traccia già presente ci fa risparmiare fatica, anche se ogni tanto cerco di farne una nuova per far godere i quadricipiti. Deviazione all’avventura, poi si riprende la strada abbandonata. Dreia purtroppo deve rinunciare per KO tecnico delle pelli, un po’ continuiamo per vedere se troviamo pendenza maggiori lassu, lui ahime con calma scenderà.
Nevica ancora, spettacolo di serata, sarà una delle discese peggiori della mia vita, ma che ambiente. Neve incrostata su ogni albero, ramo, lo sci che affonda nella coltre bianca e ne viene sommerso a ogni passo. La frontale che illumina la neve e col suo riverbero acceca.
Finisce il bosco, anche la visibilità cala, mi pare ovvia la scelta di scendere. Ci dirigiamo verso un pendio che però dall’alto sembra troppo ripido, troppo accumulo, no no, torna indietro (camminando, risalita di 100m interminabili), poi di nuovo sci ai piedi in assetto discesa e via giù!
Che effetto strano sciare con la visibilità dei 6-7m quadri della frontale, le gambe che molleggiano seguendo il pialla mento che lo sci fa sulla neve, la fifa di cadere, piantare lo sci e perderlo al buio conficcato nella neve profonda!
Qualche curva, poi il pendio spiana, tocca stare dentro la traccia di salita per avere qualche chance di non rimettere le pelli. Che neve faticosa anche da scendere, che brutta discesa, nessuna curva, sempre o quasi dentro la traccia per scivolare un po’!
Però che ambiente. Ben presto siamo giù alla macchina, immancabile la birra finale gentilmente fornita dalla mia dispensa. Un’esperienza da ripetere..ma con neve che si faccia scendere!

Qui altre foto.

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