sabato 1 agosto 2015

Cercando l'isola felice: Rocca Pendice, Via Carugati

Dovevano iniziare le vacanze dolomititche, ma il meteo dice "NO!" e me le fa posticipare. Partiamo allora alla volta dei Colli Euganei, unica zona dove pare la pioggia possa comparire solo nel pomeriggio (e grazie al gentilissimo Ezio vengo informato del fatto che nei giorni passati piogge importanti non ce ne sono state, altrimenti la trachite sarebbe ostica.. Compagnia inusuale ma simpatica, io, Stefania, Simone e Marco

Viaggio con poco traffico (bollino nero, indi per cui alcuni si sono rifugiati in Pietra di Bismantova), colazione e arrivo in zona con gara di Longboard che per fortuna passiamo prima che chiudano la strada, ma ci tocca parcheggiare altrove rispetto all'altra volta

Fiducioso di chi ha fatto i compiti a casa e ha studiato avvicinamento e via, ci si incammina, ma gli studenti Stefania e Simone devono ben fermarsi a valutare i bivi.. Studiato poco in realtà! Un cartello ci avvisa di non spaventarci se troviamo dei finti militari in zona.. Ci sparano nel culo, alè. Traversino esposto ed eccoci all'attacco della Carugati. 

Il primo tiro incute già una certa soggezione: un camino umido, muschiato, su una roccia su cui non siamo abituati ad arrampicare. Si rivela delicato, col cacchio che è un III, non credo sia nemmeno un IV, sì è vero che generalmente ha buoni appigli, ma qualche passaggio non banale c'è. Quando poi uno ci mette del suo.. 

Arrivo al termine del camino, ci deve essere la sosta in giro, ma io che ormai ho la testa alle dolomiti e vie poco chiodate, guardo in alto, cerco di salire, un buchetto, mi alzo, ma mancano le mani. Ravano un buon 7-8 minuti, quando finalmente si accende la lampadina "ehi, ma è una via praticamente sportiva, devono esserci chiodi: se non li vedo vuol dire che non c'è da salire". Guardo qualche metro a sinistra: ecco la sosta. 

Dico a Stefania di partire, Simone la segue quasi a ruota (distanza di sicurezza). Anche loro hanno di che pensare su questo tiro (con Simone che farà il funambolo sulla parte finale, ingannato anche lui dal salire su dritto invece che traversare molto prima a sinistra). 

Stefania si avvia sul secondo tiro, che parte facile poi presenta una placca muschiata di aderenza sul "verde": vacca che schifo. Ma tocca farla per salire.. 

Terzo tiro senza particolari difficoltà, chiaro anche qui mi complico un pochino la vita, ma la via è piacevole e gli "spigoli" accennati li cerco sempre. Marco invece tira parecchio dritto il suo secondo tiro e sosta molto più alto di come aveva fatto Stefania: ci sono molte soste su questa via. Azz, qualche goccia scende, laggiù che nero, ma torna il sole, continuiamo. 

Stefania riparte per quello che dovrebbe essere un altro entusiasmante tiro. Si parte subito con un bel passetto di aderenza, poi appoggiati, e in seguito il diedro si impenna un pochino e obbliga a spaccate e aderenza. Stefania orgogliosa della sua salita richiede un applauso. Giunta al tettino ahimè, molla la spugna. Da sotto mi chiedo se ci sia da andare per di li o più a sinistra, fatto sta che la mia compagna di oggi si inventa una sosta sull'albero sotto lo strapiombetto e mi fa salire. 

Andiamo a vedere, che sono già gasato per il passo di "forza". Arrivo da lei, lo studio, si vedono chiodi anche sopra, dai proviamo. Mi metto bene, riprovo a mettermi bene, dai issiamoci, e tac, salito! Ma non è finita: qualche altro passo delicato riporta su terreno più agevole, e si giunge alla base di un bel diedro che obbliga grandi spaccate con appigli scarsi (e quando ci sono, sono vaschette coi pesci rossi). 

Raggiungo una sosta, valuto se continuare, salgo un po' ma poi ridiscendo: inutile concatenare, e poi voglio fare arrampicare anche lei e magari fare uscire lei in "vetta". Sale, e anche lei si diverte sulla spaccata ampia, mi raggiunge e ben presto parte arzilla per l'uscita. 

Aspetto Marco prima di ripartire, poi raggiungo Stefania con le scarpe da ginnastica (finché ero in attesa, mi sono cambiato) su del II un po' delicato e poi trazionando sul muro di contenimento della "cima". Che fame e sete! Il mio panino non me lo toglie nessuno. 

Arrivano anche Simone e Marco, che litigano con le corde nel farle su. Scendiamo, un'occhiata all'orario (ce la siamo presa molto con calma oggi) e optiamo per non arrampicare ancora visto il coprifuoco di qualcuno e la voglia di birra di qualcun altro. Sbagliamo pure sentiero a scendere, ma non sbagliamo il luogo di ristoro: birra e dolce da Ezio!

Qui altre foto.
Qui report.
Qui relazione.

Nessun commento:

Posta un commento