lunedì 10 agosto 2015

VD2015, day 5: Torre Fosca - Spigolo Nord Ovest

Quando si dice "scegliere una via perchè ti incuriosisce": questa nasce dall'osservazione sulla parte più meridionale del paretone ovest del Sass Pordoi di un bucone, e della domanda "ma ci correrà mai una via laggiù? Di sicuro!", e infatti la troviamo sulla guida che ci ha lasciato Giorgio: Sass de Moles, via Corbetta.
Parcheggiamo quindi al Passo Pordoi: le altre vie classiche del paretone hanno un avvicinamento ben diverso, ma questa zona in effetti sotto di lei ha dei ghiaioni che da lontano sembrano verticali quanto la roccia, deve essere un'agonia risalirli, ma scopriremo anche traversarli. Dal primo tornante iniziamo ad attraversare prati che più tardi parranno un miraggio, mentre ora ammiriamo il panorama. 
L'avvicinamento è un po' disagevole. Le tracce sono più di una, tagliano il versante su un pendio piuttosto ripido, che inizialmente è di erba, poi di rocce e mughi, e quando siamo nella "conca" del mostro ovest diventa ghiaino infido, scivoloso, marcio. Alcuni tratti da risalire faticosamente, traversi che se scivoli..mamma mia! Ok non è la guerra, ma nemmeno la passeggiata della domenica. 
Arriviamo in vista della parete, con l'inconfondibile nicchione giallo, avanti! Risaliamo il canalone e ci portiamo alla base dell'attacco, cambiandoci con calma: la via non ci preoccupa moltissimo, il primo tiro è il più duro, poi tutto il resto è quasi facile. Magari trovare la via sarà più dura, ma possiamo inventarci qualcosa dai. Un'occhiata alle nostre spalle allo spigolo della Torre Fosca, un'altra via che era papabile e che ci salverà la giornata. 
Riccardo parte. Primi metri facili poi si porta sotto il camino che già da sotto pareva umidiccio, con quel cuscinetto erboso caratteristico. Va, prova, gli piove in testa. Rinvia ma..troppo bagnato. "No no, qui non vale la pena, c'è da farsi male e chissà dopo com'è". "Va beh dai tranquillo, dietro abbiamo un'altra via salibile, andiamo su quella!". 
Detto  fatto, disarrampica quel I / II° iniziale e riè alla base con me. Facciam su le corde, lui si cambia le scarpe, io no (accidenti a me) e scendiamo e aggiriamo lo zoccolo per andare a prendere l'attacco della via sulla Torre Fosca.
Riparte sempre Ricky, l'arrampicata di oggi sarà sempre plaisir, facile, però di ricerca (un solo chiodo trovato in via). Talmente di ricerca che infatti il mio amico "sbaglia" il canale da risalire, non piega sufficientemente a sinistra, ma va bene, tanto poi c'è da seguire uno spigolo, non dovremmo perderci.
Vado io, che per tornare sulla via corretta mi districo su passaggi forse al di là delle difficoltà della via, ma superando in questo tracciato la fessura del secondo tiro che doveva essere il tratto più duro, ma ormai ci sono sopra, amen. La nostra seconda sosta è probabilmente la terza ufficiale. Recupero Ricky. 
La via si dimostrerà dalla roccia mica tanto ottima, dal dover quasi sempre cercare l'itinerario corretto (nonostante dovrebbe essere uno spigolo), e si dimostrerà quindi psicologicamente estenuante, più di una di via spittata di 5c. Alla fine non sappiamo se sia stato un bene o un male che l'attacco dell'altra ci abbia respinto, perchè osservando anche l'altra parete..anche quella roccia la non sembra delle migliori.
Altro tiro dove capire un po' dove andare, canale da risalire, finiremo ben sullo spigolo vero, così dopo c'è da puntare solo il cielo! I primi tiri invece si susseguono senza troppo "pensare" o senza troppo "esser sicuri" di essere nel posto giusto. Insomma sono alpinisitici.
Al nostro quarto siamo circa raggiunti da un'altra cordata di ragazzi dell'est, che prima molto gentilmente (troppo) avevano aspettato che liberassi la sosta prima di venirci loro, ora invece passano più a destra per non disturbarci, che galanteria.
Col quinto la cosa inizi a farsi un po' più interessante, nonostante senta il mio amico che sbuffa spazientito. Si inizia a vedere un vero spigolo, qualche diedro, conformazioni rocciose diverse da anonime placche di III, piani inclinati sfasciumosi che ti tengono all'erta su dove poggi il piede.
Vado con quello che per noi è il sesto tiro, oh adesso sì che mi diverto! Esposto, al sole, con la brezza che accarezza i panni stesi sullo zaino.. Stavolta la sosta è chiara: primo chiodo ufficiale della via! Ma qualcosa non mi torna, parrebbe anche la sesta sosta ufficiale, ma come detto prima ne abbiamo saltata una, in seguito i metri dei tiri tornavano..mah!
Si continua a salire verso il cielo, ma Riccardo interrompe il tiro successivo un po' prima di quei fatidici 4m da scendere. E a ragione, non sono facili, e la corda rischierebbe di tirare assai successivamente.
Così la discesina tocca a me, e nonostante rinvii lungo il chiodo, la corda tirerà da matti, e non che poi mi troverò su del III e basta. Questo tiro non è banale, ma la roccia almeno è sana, e questo tranquillizza la testa e parecchio.
Nono tiro, cresta di mini guglie in cui districarsi, con partenza niente male (mi sà che non sono salito a far sosta dalla parte giusta..). Avevo già visto l'altra cordata ormai in cima, e infatti ad occhio mi pare che con un tiro unico Ricky possa arrivare a essa. Dopo poco me lo vedo che spunta sul paretino finale ma si ferma a far sosta, troppi metri mancano.
Bene parto io. E cosa vedo? I due di primi impegnati in un diedro verso un cima alla nostra sinistra, quando invece a me pare di vedere la forcella di discesa. Stiamo per prendere un granchio! Che è successo: qui i tiri di corda e le soste sono come uno vuole. La lunghezza dei tiri non è sempre corretta. Abbiamo studiato poco la via in quanto pianificato la Corbetta, e così facendo abbiamo fatto della confusione tra le due. Poi abbiamo contato male i tiri, e sopratutto "sperato" che finisse la via, non essendo preparati a questo marciume. Mettici che sulla punta che raggiungiamo è evidente un crollo sul versante verso il Passo Pordoi..allora forse la via è cambiata rispetto alla relazione 
Arrivo dal mio amico, io sono convinto che la via finisca lassu, ma lui no. Ma quando mi spiego se ne convince anche lui. Parto per l'ultimo tiro quindi, che ritrova quella roccia discreta che tanto abbiamo odiato oggi. Cima, vetta, guglia, quanto cacchio è affilata?! Quanto sono scomodo?! Un ancoraggio di calata con un cordino che non mi piace troppo e un moschettone senza ghiera..aspetta che rinforzo.
Arriva anche Ricky, intanto quei due sono scesi avendo trovato il camino troppo friabile (ciò mi pare confermare la mia teoria che quella la non sia il proseguo della via), ammiriamo il panorama ma poco, voglia di scendere, così lo calo e così mi calerà anche lui in moulinette (col suo peso intanto abbiamo testato la tenuta di cordino e moschettone in loco): anche la "cima" non mi pare molto stabile.
Siam giù, ci cambiamo, recuperiamo la corda che matematicamente si incastra (ma risalire è semplice) e ora dritti verso la forcella! La relazione parla di discesa comoda, evviva, ci vuole dopo una salita "scomoda". E invece..
Alla forcella vediamo i due di prima che tentano un'altra via di salita: allora è un vizio, ce l'hanno nel sangue l'esplorazione. Ma anche noi non scherziamo, canalone di sinistra brutto o di destra meno brutto? E il Passo mica lo vediamo. Boh proviamo, sembra pestato. 
E inizia la discesa di avventura! Prendiamo il canale sotto la forcella, anche perchè nell'altro scaricano roba i due climber dell'est, si scende adagio adagio su ripido ghiaino duro, usando le mani, poi spiana un po' più tranquillo e in seguito si impenna. Eh no cavolo. Traversiamo per prendere l'altro ghiaione, un po' di zolle di terra aiutano la stabilità.
E in vista di altri salti di roccia troppo ripidi per essere scesi o anche solo disarrampicati, zigzaghiamo alla ricerca della strada migliore, fino a che si rende necessario disarrampicare tra questi enormi blocchi lisciati dall'acqua primaverile. E cosa vedo? Un cordino di una doppia: non siamo i soli allora..
Come un miraggio vediamo i "prati" su sui siamo passati stamattina, alleluja brother, ce l'abbiamo fatta, e non era scontato! Discesa comoda, puah! Ma in realtà siamo stati noi i polli a credere di avere finito.. Poco importa, la birra è meritata! E oggi ci aspetta un'altra fatica..fare il bucato..

Indicazioni serie a chi volesse ripetere la via:
- primo tiro lo abbiamo cannato, saltando di fatto il secondo ufficiale. La nostra seconda sosta è quindi la terza ufficiale. Ma si tratta di una via che permette di fare tiri a piacimento. Inoltre mi pare che alcune lunghezze della relazione non siano corrette (ma di decine di metri), soprattutto intorno alla metà della via.
- i 4m da scendere del settimo tiro non sono comodi. Meglio far sosta prima di quelli e fare un tiro in piu, rinviando lungo il chiodo dopo la discesa!
- salita in "compagnia" di un altra cordata che ci ha superato. L'abbiamo vista tentare gli ultimi tre tiri (dopo il trasferimento), ma li abbiamo visti scendere da metà del primo dei tre tiri finali immagino per terreno friabile (vedevamo e sentivamo rumori di crolli): in seguito sono tornati indietro, risaliti a una forcella "in mezzo" al trasferimento e tentato la salita sull'altro versante, immaginiamo con successo. Immaginiamo perchè noi invece dopo la calata in doppia dalla punta (anche qui mi pare crollo recente dal versante opposto alla salita.. non sembra molto stabile questa punta..) siamo risaliti alla forcella e scesi verso valle (credevamo aver finito la via, svista..): preso il canale proprio sotto la forcella, poi scesi un po abbiamo traversato verso sx faccia a valle nell'altro canale, seguendolo (a volte uscendo da esso sui prati, spesso a sx) fino a quando possibile. Poi districatici tra i grossi blocchi in disarrampicata (trovato cordino di una doppia, non siamo i soli a scednere di qui allora?!) e infine giunti sul sentierino di avvicinamento dell'andata sopra i mughi. Potrebbe essere una via di fuga.

Qui altre foto.
Qui report.
Qui indice Vacanza Dolomitica 2015.

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