giovedì 13 agosto 2015

VD2015, day 8: Torre Demetz - Spigolo Est

Ci risiamo, il Sassolungo ci ha stregato. Se l'anno scorso era l'annata del gruppo del Catinaccio, quest'anno la playmate dell'estate è senz'altro lui. Oggi eravamo indecisi tra questa e un'altra via, ma il meteo consiglia oggi questa, e l'altra domani. Di nuovo verso il parcheggio della cabinovia, al quale arriviamo talmente presto che il tizio che ci defrauda dei 5€ del parcheggio non c'è. Ma mentre ci cambiamo arriva il parcheggiatore che ci invita ad andare a pagare il conto. Arghh. 
Di nuovo in cabina, di nuovo lanciati, ma questa volta sono preparato, sò cosa mi aspetta. E mentre saliamo notiamo che sotto di noi passa un volpacchiotto che pare pure giovane, ma che mangia come un grande: in bocca avrà una marmotta anch'essa giovane, ma delle dimensioni di tutto rispetto. Lei sì che mangia bene oggi (la volpe). La nostra sfida odierna non è tanto quella di finire la via, quanto quella di prendere la funivia anche al ritorno!
Usciti dalla funivia (l'avevo notato anche l'altro giorno, ma il post era già corposo) dopo pochi passi ci si imbatte in due cartelloni che pubblicizzano questa zona come la "Sassolungo Climbing Arena". E si potrebbe aprire un dibattito infinito, dove la verità sta nel mezzo. Lodevole il lavoro di chi ha sistemato, attrezzato, relazionato le vie, però metterle in vetrina così, sembra una mercificazione della montagna un po' troppo spinta e che fa dimenticare che serve dell'esperienza e del sapere per fare certe cose (e a volte non basta nemmeno quella).
Cerchiamo di esser svelti anche nell'avvicinamento quindi, che oggi è minore dell'altra volta (e avvicinando ce la riguardiamo bene la Punta Rosmarie), così come la via che è poco più di metà, ma sopratutto ha tutta la discesa in corda doppia, che Riccardo ha già percorso. Sull'imbocco della Cengia dei Fassani si trova un sacchetto di biscotti che boh.
Ma noi andiamo dritti, non c'è tempo da perdere (inizio a fare due conti, 10 tiri 5h, 10 doppie 2h, 0.5+0.5 di cammino, 0.5 tempi morti, 8,5, +8:30=17, ma siamo a pelo funivia!), si risale un disagevole piano inclianto di I/II e siamo all'attacco pronti a vestirci.
Parte Riccardo, che come al solito si beve il passaggio di V+ (un passaggio strapiombante che mi impegnerà un po' fincheè non si trova la mano buona) e la placca che gli ruota intorno, e deve invece pensare a dove andare a cercare la sosta. Già perchè la via si chiama "Spigolo", ma per buona di spigolo non se ne vede. Prima sosta su anello cementato (di calata) e siamo sereni.
Vado io, un tiro che parte in traverso con pure della discesa (sempre un'emozione scendere del III in traverso) e poi sale per rocce quasi verticali ma piuttosto lavorate, non sempre affidabilissime, ma tanto il mio amico è ben lontano dalla linea di caduta di pietre. Sullo Spigolo del Pollice le solite formichine, e intorno a noi il solito rumore di caduta sassi.
Terzo tiro, potrebbe metterci in difficoltà su dove gira la via, ma oggi ci sono più chiodi e ogni tanto in qualche clessidra si trova già il cordino, segno che si tratta di una via più frequentata. E infatti districandosi in canali, diedri e pareti, eccolo che arriva alla sosta ufficiale. Sarò io invece che..
Bene, ritocca a me. Tiro facile, un tratto di IV- e basta. 40m. Nicchia gialla, fessura, due clessidre. Dai, ce la posso fare. Invece, porca vacca, sembra tutta uguale questa parete, dovrei salire circa dritto e cerco di farlo, spinto da chissà quale forza mi cerco difficoltà che non dovevo trovare (che divertimento però..), finchè non sento "metà!" e allora mi metto a cercare in lungo e in largo la sosta che non dovrebbe essere distante.
Niente. Saliamo un altro po', sempre verticale, spostati a dx a cercare ma nulla, a sx niente, guarda la foto della relazione ma niente. Va beh salgo ancora. Oh, niente, e nemmeno qualcosa di comodo per far sosta. "10m!" ok devo cercare qualcosa per sostare. Lassu delle specie di spuntoni, andiamo, sono vicini. Invece Riccardo poi mi confesserà di essere partito e aver fatto qualche metro prima che io sostassi.
"Ehm Ricky, io la sosta non l'ho trovata, però dai la via non deve essere lontana, secondo me siamo qui", infatti secondo me sono a metà del suo tiro. E lui è contentissimo, infatti gli tocca arrampicare della roba un po' schifosa, facile, marcia, detritica (beh forse ha sbagliato il canale da risalire), ma anche io mi sono tirato una mezza zappa sui piedi!
"Vai Pelle, grazie che mi hai fatto fare dei canali di merda e adesso ti becchi il diedro di IV e V", slurp! Ma non mi tiro indietro, son carico oggi! Una clessidra là sotto (segno che la nostra quinta sosta è la sesta ufficiale) permette di rinviare, ma tocca allungare a più non posso, se no chi sale dopo con quell'attrito. E già la paretina non è male.
Ma eccolo il diedrone in tutto il suo splendore, che parte con un pezzo di IV da farsi anche bene fino ad arrivare su un terrazzino dove il friendone giallo viene posizionato il più in alo possibile! And now..saliamo. Si parte con le pagine del libro ben lavorate, ma poi per i piedi si liscia tutto, e il diedro è ben aperto.. Mani solo a sinistra, allora mi sà che devo passare a placca, e hop sù! Un altro po' di sudore freddo ed è finito sto diedro.
Traverso a sinistra, più lungo ed esposto di quello che sembrava, ma la sosta la vedo, è la.. Passi brevi, passi lunghi, dita solo per equilibrio, e suono il campanaccio (l'anellone) come la campana della domenica!
Si riparte, e anche il nostro settimo tiro è entusiasmante, Riccardo nel suo regno, parete con bei buchi ma da cercare e con qualche passo atletico. E sopratutto la roccia che migliora nettamente, ora è davvero ottima, ti permette di concentrati sul gesto e non sul dove fare il gesto..
Una profonda fessura taglia tuta la parete alla nostra sinistra, e una clessidra invoglierebbe a salire di la, ma vedo già un pezzo che non rispecchia il limite del V grado della via. No no, vade retro! Verso di lei, ma poi lontano da lei. La linea è ben in piedi, ma non piegata al contrario almeno! Sono alla nostra ottava sosta, alla mia sinistra qualcuno salito per la via Sonia.
Arriva Ricky, fa andare in vetta solo me (lui c'è già stato), quindi traversino a sinistra delicato e poi ci si può inventare dove meglio salire, sopratutto perchè poi devi scendere disarrampicando! Padre e figlia sono su, scavallamento di persone, firma sul libro e poi si scende, brivido il III+/IV in discesa.
Una panoramica e una foto di via.
E ora vai di doppie a più non posso! Che sono già le 15! Alcune di queste doppie sono da cercare, mai più lunghe di 30m quindi scendiamo con una sola mezza, la rossa, nuova, che deve addolcirsi. E invece si incastra ben due volte! Alla seconda doppia e alla penultima! Meno male che sopra di noi l'altra cordata ce la sbroglia. E fortuna per loro che ci siamo noi, perchè a un ancoraggio mi vedo la loro corda scendere, senza nodini e..a 4m dalla sosta nel vuoto! Fortuna riesco ad avvisarli.
Via via, l'ultimo incastro non ci voleva, abbiamo dovuto pure aspettare che quelli sopra scendessero che erano un paio di doppie indietro. "Ricky te vai, io faccio su corda e cambio scarpe, almeno che te la prendi!" abbiamo solo mezzora per risalire.
Correndo e ansimando inizio la risalita, poi guardo l'orario, vedo persone intorno a me che se la polleggiano, vedo quasi il tetto del rifugio, ma allora vado con calma! Anche oggi niente birra al Demetz a vedere la bionda, ma almeno la discesa è comoda! Chissà se rivedremo la volpe con zampe e panza all'aria mentre si massaggia il pancino dopo l'abbuffata..

Indicazioni serie a chi volesse ripetere la via:
- la funivia fa lo sconto soci CAI
- quarta sosta non trovata, sono salito troppo, probabilmente fino a metà del quinto tiro (occhio però, tratto in conserva, non voluto), infatti abbiamo fatto un tiro in meno della relazione
- se si raggiunge la cima, tocca disarrampicarla per tornare all anello di calata
-  la discesa è in doppia, e ho notato che nelle guide di Bernardi l'NDA indica solo UNA corda da 50m, UNA non DUE. Questa, mi perdoni l'autore che comunque ringrazio per il lavoro svolto, mi pare un errore. Noi giriamo sempre con due da 60. Nelle doppie correttamente è segnalata una doppia da 28m, che dovrebbe mettere bene in guardia che una sola da 50 non è sufficiente. Ma sopra di noi avevamo padre e figlia dell'est che han buttato SOLO una mezza da 50 e SENZA nodini di sicurezza giù: fortuna che noi eravamo li e gli abbiamo urlato (con difficoltà linguistiche) di calarsi con due mezze.
- come indicato sulla guida, gli ancoraggi delle doppie sono un po' da cercare.
- a noi si è incastrata la seconda e l'ultima doppia, ma probabilmente perchè la nostra corda è posseduta dal demone dell'arricciarsi

Qui altre foto.
Qui report.
Qui indice Vacanza Dolomitica 2015.

Nessun commento:

Posta un commento