sabato 16 gennaio 2016

Cercando ghiaccio e trovando neve: Occhio di Bue

Definire "rocambolesca" la pianificazione di questa giornata sarebbe riduttivo. Alla fine siamo io Cristian in viaggio, destinazione Valle Aurina, che tra temperature e pericoli valanghe altrove, dovrebbe essere quella che possa offrire maggiori chanche di portare a casa qualcosa, tra cui le ossa integre. Ossa integre che dovranno essere salvate anche durante il viaggio: io ho dormito 20 minuti (non ho voluto rinunciare al concerto), Cristian poco piu di un paio d'ore. Ogni coglione ha la sua passione. 

La ricerca del parcheggio offre qualche perplessità, vaghiamo e slittiamo su un ponte col cuore in gola. Nevica, ma questo non è un problema, meglio neve che pioggia! E già al parcheggio è confortante trovare del ghiaccio per terra, non fosse che scivolo due volte. Abbandonata la strada saliamo nel bosco, a casaccio: la relazione è vecchiotta e l'ambiente di certo non aiuta a descrivere qualcosa di preciso: si potrebbe andare un po' ovunque! 

Vagando di qua e di la, risaliamo un terreno ripido e con un po' di neve, scivoloso e mica tanto spassoso. Sembra che siamo sulla strada giusta, ma non ne siamo sicuri. Vedo lassu delle rocce che potrebbero nascondere la nostra cascata, sì sì dai! Delusione cocente: secca. Spolvero via qualche fiocco di neve dal ghiaccio che ho davanti, uno spessore di acqua solida di pochi cm, e anche su sembra uguale: salire forse si sale, ma in free. 

Aspettando Cristian provo a esplorare anche piu a est, scorro quindi verso sinistra faccia a monte, salgo un po', trovo altri buoni candidati a esser posti per "ospitare" una cascata, ma tutto secco. Ora che c'è freddo, manca l'acqua: quella che non è caduta tutto autunno. La vedo grigia questa annata. 

Ancora a sinistra, forse qui ci sarebbe la Gran Cascata di Tures. Il dubbio di non aver trovato la cascata che cercavamo mi afflige, magari stiamo buttando tutto in vacca per nulla, ma non credo. va beh pace, scendiamo e vediamo di andare a fare altro verso Riva. Discesa a cazzum, in mezzo a bosco, grandi massi ricoperti da neve muschio ghiaccio, un esplorazione coi fiocchi! 

Di nuovo sulla forestale, passi felpati per evitare di scivolare.. In macchina, senza cambiarci, scopro che guidare coi Phantom Guide è davvero difficile, zero sensibilità! Arriviamo al parcheggio di Jahrzahlwand, ma è già pieno: oltre che non saper dove parcheggiare, 4 auto vuol dire come minimo 4 cordate sulla testa. Proseguiamo. "Cristian, per pranzo cosa vuoi?" Inizio a temere che oggi le mie picche mantengono l'affilatura fatta ieri. 

La strada per Riva è poco gustosa, neve e ghiaccio per terra, alla fine a Riva un buon mezzo metro adesso c'è, e deve essere anche abbastanza recente. Parcheggiamo e passiamo a trovare vecchi amici di Cristian, chiediamo consiglio ma iniziano a sparare roba con dell M6...oh! Per Tristenbach ormai è tardi, poi teniamola illibata per chi oggi non c'è. Ricordo invece una mezza minchiata, "Occhio di bue", trovata su gulliver. Piuttosto che niente. 

In cammino sulla strada, breve stradina ed eccoci a far sosta sulla staccionata. Una bella fontana al centro del muretto del primo tiro, ricoperto da uno spesso strato di neve. Siamo qui, proviamo.

Parto io, e più che una cascata sembra un canyon appenninico: le picche paiono piu delle scopre che devono scoprire il ghiaccio da queste due spanne di neve, e che ghiaccio di qualità sotto! A fare del 4 mi sento più tranquillo. Anche i suoni sono un po' troppo sordi per essere rassicuranti.. Qualche metro e sono fuori, a ravanare in mezzo alla neve cercando di avanzare su gradoni a cercare dove far sosta: un bel tronco caduto nel letto del ruscello fa al caso mio. 

Mi guardo alle spalle, un invitante canalone che poi si incassa e in alto si apre a ventaglio su parete aperta: vacca che bello! Chissà se.. Lascia stare, oggi guarda quanto scarica con questo vento! Recupero Cristian, senza sapere se continueremo o no. 

Parte lui, facendosi strada per una ventina di metri verso un muretto che non piscia ma che non sembra troppo compatto. Tre viti in 3 metri ed è fuori dalle difficoltà: anche questo muretto non è proprio grado 2 comunque.. 

Anche lui sosta su un provvidenziale tronco in mezzo al letto del fiume, appena sotto altro ghiaccio ricoperto di altra neve. Vado a ripulire e ripulire, qualche vite giusto per esercitarsi a metterle giù. Esco e risalgo, un estetico passaggio sotto una volta di roccia con sotto un bel piano inclinato di ghiaccio marmoreo, mentre il vento mi scarica in testa la neve rimasta sui rami. Ravanata per uscire verso l'alto. 

Recupero il mio amico, tocca che ravani anche te come ho fatto io, direi cha siamo fuori da questi estenuanti 140m di cascata che contano ben 20m di ghiaccio intervallati da 120 di neve! Che faticaccia! Sognando quel canalone alle mie spalle. 

Assetati e affamati andiamo verso destra, verso il paese, che raggiungeremo tagliando campi con la neve fino alle ginocchia: che voglia di sciare porca vacca! Meteo ancora uggioso, nevica e tira vento, ce l'aspettavamo, ma speravamo più ghiaccio. Una birra e una zuppa di gulash ci consolerà.

Qui altre foto.
Qui e quireport.

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