domenica 27 marzo 2016

Natale con i tuoi, Pasqua per Appeninograt

Si vive una volta sola. Quindi, nonostante la faticata di ieri, la sveglia la punto lo stesso: 3h di dormita, e destinazione Appennino invernale! Ma la stanchezza la fa da padrone, durante il viaggio mi fermerò a dormire un paio di volte per riprendere forze: mi sono svegliato anche troppo tardi per quello che vorrei fare, ma più di così, oggi non si può fare. 

Dal parcheggio degli impianti mi incammino che fa già luce, la frontale resta in macchina. La luna è ancora alta in cielo, ma rasenta il crinale del gigante, e presto andrà a nascondersi dietro essa. Il sentiero è martoriato da pedate e segni di sci, a tratti si gallegia, a tratti si sfonda, ma si sale senza quei dannati attrezzi, le ciaspole. Intanto noto come anche dal bosco si possa ammirare la schiena del gignate: di solito salgo a buio, e non la vedevo. 

In 1h sono fuori dal bosco, il sole l'ho già visto in mezzo ai faggi, ora devo decidere che fare: o meglio, decidere se confermare quello che volevo fare oppure andare altrove. Ma la vista della parete nord ovest del Vallestrina è troppo invitante, vado verso di lei. 

Oggi non c'è Chucky a farmi compagnia come la scorsa volta, ma nemmeno a rovinarmi i piani, potrei quindi davvero tentare qualche via sulla parete, ma son pur sempre da solo. Va beh, intanto andiamo a mettere il naso, che qualcosa da fare lo trovo di sicuro! 

Giunto in fronte a lei, il vento torna a farsi sentire. Non vedo tracce di chi invece dovrebbe essere passato ieri. Vedo cornici invece, già illuminate dal sole. Vedo anche un'uscita che non pare comodissima. Beh, ieri ho preso le mie soddisfazioni, oggi posso stare più tranquillo: rasento la base della parete e mi dirigo verso il Canalino Sinistro. 

I ramponi sono ai piedi già da un po', le picche ancora valuto non servano, avanzo con solo i bastoncini, ma la pendenza in realtà potrebbe necessitare altro. Proseguo, osservo un alberello solitario sulla cresta alla mia sinistra: come me! Osservo anche tutto il paesaggio circostante, le cornicette sulle creste, la parete, il sole, il cielo limpido, i pendii, le scariche. Spettacolo. 

Ben presto sono sulla cresta nord, sferzato dal vento, la risalgo osservando la parete alla mia destra e l'uscita delle possibili vie: in alto un bel cumulo di neve da riporto che pare compatto, ma anche ripido. C'è ben più neve dell'altra volta, ma non a sufficienza per coprire per intero le rocce verso l'antecima. Si sbuca sulla cresta est e si gode il panorama verso sud. 

In cammino verso la vera cima dell'Alpe di Vallestrina, in faccia al sole, sulla Vallestrinagrat. Contemplazione e respiro ad ampi polmoni, e ad ampi occhi. Ma non c'è tempo di fermarsi, nel caso lo farò dopo, ho ancora fame di "roba" un po' tecnica: e in fronte a me sta quello che cerco.. 

Torno sull'antecima, un'occhiata a tracce che pare escano dalla nord ovest, e tante che sono scese, verso il basso anche io e poi sulla Passonegrat verso quei tubolari metallici bucati a formare una croce che oggi fischia bene! 

Si punta verso sud, ma non verso l'anfiteatro della Valle dei Porci dove vorrei esplorare come l'altra volta parecchi canali, no oggi no che sono da solo e ho già visto troppe cornici al sole in giro! Si punta verso quella cresta che d'estate percorro spesso e che mi ero ripromesso di voler affrontare una volta in invernale: la Cipollagrat. 

Si vede che ci sono già saliti, meglio, così eventuali passaggi ostici so già come affrontarli. Alla sua base osservo questa "scala verso il cielo", sognando anche di salirci passando per la parete ovest, ma non oggi. Stavolta però la picca la tiro fuori, che non voglio rischiare, spero solo il sole non abbia già cotto tragicamente la neve. 

La prima parte è blanda, si sale bene, verso la fine le tracce si dividono tra chi l'ha affrontata di petto, e chi invece sul lato ovest: vado di petto, passettini delicati su rocce intrise di ghiaccio, neve sputata dal vento con violenza in stile scottish. Ma il cielo è in stile riviera. 

Ed eccoci sulla cima del Cipolla, ad osservare da un altra angolazione il Vallone dei Porci: che voglia quel canale laggiù! Mi ero ripromesso di valutare la prossima salita solo se già tracciata, visto che sulla guida si parla di possibili tratti su roccia. Ma vedo che di orme ce ne sono..quindi verso la Pradograt! 

Già d'estate questa offre tratti di arrampicata (ricordo quanto sia stato "agevole" issare i 30 kg di cane l'altra volta), adesso offre anche tratti di cresta affilata. Pochi metri, ma la diceria "ma dai è solo un passo" con me non attacca. Per un passo che non si supera, si torna indietro. 

Ancora una volta si parte blandi, poi man mano ci si assottiglia, la neve è ancra buona, ma arrivo a un passaggio con placca per i piedi con neve inconsistente. Azz. Mi allungo con le mani a cercare una lama, l'altra mano ad "afferrare" la neve, un bel respiro e con due passi sono sù, su un esile crestina. Che bello! 

La est del Prado è una gigante meringa verticale, ghiacciolini sospesi al sole, bella è bella, ma pensare di scalarla.. Già da più giù vedevo come il vento avesse creato "cornici" verticali in mezzo alla parete. Ma che spettacolo, e non siamo nemmeno a 2000m. 

Ancora qualche decina di metri in forte esposizione, e poi si arriva al panettone sommitale e in breve alla cima vera e propria, con un bel panorama sulle Apuane, ma con un mare di nuvole a coprire tutto il mare. Pausetta al sole, ma troppo vento mi evita di starmene qui a lungo quanto vorrei. 

Discesa rapida per i canaloni nord ovest, scorrendo poi sotto la ovest del Cipolla, sotto la nordovest e di nuovo al Passo di Lama Lite: quante salite ci sarebbero da fare! Ma meglio essere rapidi a passare sotto questi versanti che in alto sono già accaldati dal sole. 

Di nuovo a cavalcare la Battistigrat verso il Passone, incrocio una coppia di toscani al telefono con lui che riferisce al suo interlocutore "siamo in mezzo alla tempesta": mah, c'è il sole, e il solito vento appenninico. Quale tempesta? 

Mi attraversava l'idea di salire anche la Cusnagrat, metà, e scendere dalle piste, ma non voglio esagerare e sopratutto vorrei essere giù presto per un buon pasto da Dona e dormirmene un po' in macchina dopo. Quindi giunto al Passone, giù diretto dal versante nord. E di corsa, visto che alla mia sinistra osservo una valanga di fondo che stamani non c'era.. 

Pausetta al sole prima di rimettermi dentro al bosco, con le vesciche di ieri che iniziano a pulsare, e una fame che non ci vedo. Tagliatella al cinghiale, arrivo! Per alcuni (non per me) l'Appennino "nudo" non dice nulla, ma quando mette il manto bianco, è da sposare!

Qui altre foto.
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Qui e qui guide.

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