domenica 3 aprile 2016

Abbuffata di fritto: Via Teresa

Al rientro da Rita, le telefonate già volano per capire cosa fare domani. Giorgio è voglioso, io non sono per nulla preparato sulle vie di "bassa quota", la sola di cui so qualcosina è per l'appunto Teresa, un'altra papabile al posto della Rita, e visto che questa l'abbiamo superata così brillantemente, perchè no? Dopo ClaudiaRita, facciamoci anche Teresa, e vai di donne! 

Stesso orario di ritrovo per lo stesso intento, cioè essere i primi e cercare di non avere nessuno davanti su questa parete che brulica sempre di miliardi di persone, dove l'unto è di casa, e dove i sassi che cadono dall'alto non sono numerosi come i base jumper, ma sulle placche si notano bene i colpi inferti  dalle cadute! 

Ma siamo un po' più veloci di ieri, solita camminata verso la base del paretone con un cielo limpido che più azzurro si fa fatica, e noi che speravamo nelle velature compatte per non morire di caldo.. Si scende in una conca detritica contornata da muri di sabbia, che mette un po' in soggezione. Alle 7e30 riusciamo già ad attaccare. 

Lascio partire Giorgio, tanto oggi non si scappa, i tiri duri sono sparsi, ma tanto se il 5c è quello di ieri, mi fa un baffo. Col c***o! Il 5c di oggi è peso! E pure il 4a non è proprio una passeggiata: "me lo ricordavo diverso il 4a" cit. Giorgio. 

In effetti anche quando tocca a me, trovo non molto confortevole il tiro, ma da secondo cercherò sempre di darmi una mossa per non perdere tempo: va bene essere galvanizzato da ieri, ma non caliamo la guardia. E faccio bene. Che poi, anche l'S3 di oggi è bello allegro in molti tratti. Ricordo vari tratti in cui mi giravo per vedere l'ultimo rinvio dove fosse, e più di 10m tra me e lui c'erano.. 

Per non rischiare evitiamo di concatenare tiri. Giorgio va a farfalle sul terzo tiro e trova la sosta solo dopo averla superata e lasciata a destra, ma poco male, così io riparto senza manco fermarmi. tanto abbiamo 16 rinvii in tutto, praticamente non ce li scambiamo quasi mai. 

La parete inizia a popolarsi, una cordata sotto di noi, e almeno 4 alla base di Rita mentre 3 sono già su, ben diversa la situazione rispetto a ieri. Meglio là che qua comunque. Continuiamo con questo 4a che pare un po' sottogradato, ma che almeno non è esageratamente unto, e ci avviciniamo al primo traverso esposto, placca di 5c, definito dalla relazione il tiro chiave. E tocca a me. 

Siamo ancora da soli a salire, un bel sole che scalda senza soffocare, e già la partenza sulle rocce articolate è un passo un po' boulderoso. Poi vabbeh, la placca con sotto il vuoto, questa striscia di robetta rotta per i piedi ma quei due passi in cui per le mani non c'è nulla, forse solo lo spazio per metterle a preghiera (ma non conviene), e infine la risalita fino alla sosta, che seppur non in traverso è ben placcosa anche questa! 

Fiuuu, andata, "Giorgio divertiti!", e lo vedo bene mentre affronta il traverso, sembra appeso coi piedi nel vuoto. Anche oggi poche foto per rimanere concentrati sulla velocità, e anche perchè l'amico s'è scordato la memory card nel PC.. 

Proseguiamo per i successivi più facili tiri, con la cordata sotto di noi che rimane dietro, gentili e rispettosi non ci passano davanti anche se ne avrebbero la possibilità. E i tempi non sono male, anzi. 

Ed eccoci alla seconda traversata esposta in placca, e ritocca a me. Madre de dios, meno male quello sotto era il tiro chiave! Qui si che sbuffo e sudo come non mai! Avrò sbagliato via, ma non credo, ma anche solo arrivare al traverso si presenta un'impresa: placca liscia senza mani, resinato sotto lontano e sopra pure, vari tentativi su come affrontare la salita, e dopo tempo immemore, passo. 

Ora tocca al traverso: soccia! due o tre passi senza mani assolute su dei piedi che pare abbiano appena pulito con l'olio esausto di una friggitoria cinese, poi un po' di mani aiutano, ma tocca pure scendere per arrivare in sosta.. Ci arrivo, e a momenti scivolo pure da questa, tanto è consumata.

Giorgio tutta tua. Purtroppo il mio amico è incalzato da una cordata di altoatesini, che dopo quella di ieri mi fa davvero pensare che c'è qualcosa che non va in loro. Il primo (figlio mingherlino) che fa sicura al secondo (padre robusto) col secchiello..in vita! E questa è solo una.. Giorgio vai avanti che almeno ti fai il tiro duro in serenità senza corde tra i piedi.

E parte il mio amico, su un tiro non continuo magari, ma che ha i primi metri davvero tosti, con quella manetta super consumata. Nemmeno una foto concentrato come sono a reggere una sua eventuale caduta e a sorvegliare chi mi sta  a fianco.

Parto io, sotto pressione per chi mi scalpita dietro. penso che oggi il mio l'ho già dato, mi tiro un po' sul rinvio per evitare il sapone e cerco di raggiungere Giorgio veloce col ragazzino che mi segue a ruota. Adesso la via dovrebbe essere nostra, i tiri duri sono stati tutti superati! Ma ieri ricordo che ho faticato e non poco all'uscita.. 

Anche perchè nei prossimi metri, in cui i due altoatesini ci supereranno in conserva media protetta (media, su una via dove i resinati sono a 5-6m minimo, vuol dire avere 2, massimo 3 protezioni tra i due), Giorgio reciterà la sua famosa frase "il 4a me lo ricordavo diverso", e non posso dargli torto, qualche passo arduo me lo sono trovato, ma non certo come sotto.

A fianco a noi salgono altre cordate su altre vie, ormai sembra di essere al mercato o in falesia con tutti i "molla tutto!" "parto" ecc che si sentono. Arriviamo alla 13ima sosta, guardo Giorgio e gli dico "oh, io quasi quasi concateno così usciamo". Diciamo che c'ho anche tanta voglia di arrampicare e di uscire io: lui non si fa tanti problemi, d'altronde deve essere a casa presto. 

E ancora questo 4a che mi suona più di 5a mi rende la vita frizzante, ma al punto giusto, è il 4b d'uscita che mi preoccupa, visto com'era il 4a di ieri e visto che anche questo sarà unto da far paura. Passo la sosta e vado verso il diedro, che alla fine non si rivelerà duro, solo la partenza delicata per passare da un leggero strapiombo a una salita più umana.

Esco dalla via delicato per la quantità di detriti presenti, evito la sosta per lo stesso motivo, cordino su albero per tenere alta la corda per lo stesso motivo, e sosto su resinato distante a fianco di un aroma di caffè che due ragazzi stanno facendo col fornelletto (dopo aver scalato immagino, quindi zaino pesante, respect). 

Ecco anche Giorgio, evvai! Anche questa andata! via sicuramente ben più dura di ieri, e comunque anche oggi in tempi decenti, 6h30 per 14 tiri. Soste tutte fatte in serie con le corde di cordata per essere più veloci, così ne abbiamo imparata un'altra. 

Stessa discesa di ieri, ma ben più accaldata, in mezzo al bagno turco degli alberi che fa venire voglia di spostarsi a 2000m ad arrampicare della dolomia.. Intanto ci accontentiamo di una birra fresca al bar delle Placche Zebrate.

Qui altre foto.
Qui e qui report.
Qui guida e qui relazione.

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