sabato 28 maggio 2016

"Cincin Cincin" nella nebbia:Via Carlesso al Baffelan

Finalmente Baffelan! Io che non ci sono mai stato, ci sono passato sotto ammirando questa pala esposta a est, bramato un paio di sue vie, messo in agenda di andarci, ma poi sempre rinviato. Oggi, bocciata l'idea iniziale, butto l'idea di tentare la Carlesso: immagino la faccia di Giorgio quando ha letto il messaggio nella chat di gruppo, sorriso a 45 denti. Ma anche Simone e Roberto non sono dispiaciuti: almeno per ora.. 
Partiamo presto, una serie di fattori consiglia di fare ciò, e un'altra serie non trova difetti in questa scelta: ho un treno da prendere stasera, non vogliamo trovare traffico (resteremo le due cordate davanti, ma dietro ce ne saranno una decina), fa già caldo, il sole sorge presto. Alle 4e30 siamo al parcheggio, caffettino al bar ma colazione poi una volta parcheggiata l'auto sulla Strada del Re: la cuoca Giorgina c'ha preparato una torta amaretti e cioccolato, mentre ci prepariamo la facciamo fuori avidamente.
In cammino, accidenti la pala del Baffelan è nella nebbia nella parte alta.. Va beh, ma poi si alzerà e ci regalerà dei gran panorami! None.. Tutto il giorno nella nebbia, senza vedere sopra di noi, sotto di noi, a fianco a noi: isolati dal resto del mondo ancora più del solito! Ma per rallegrarci, si inizia a canticchiare la song di oggi, "Cincin cincin,ricoprimi di baci..", la sigla di Colpo Grosso! E i ricordi di quando si andava a letto tardi aspettando su Italia7 l'inizio della trasmissione..
Un discreto avvicinamento, ben presto si abbandona il sentiero e si inizia a salire per roccette verso l'attacco, finalmente si inizia a fare sul serio, la stagione delle arrampicate in ambiente serio inizia.. La nebbia è ancora alta, siamo già sudati ma presto arriviamo al golfare dell'attacco. E ben presto veniamo raggiunti da Pietro e Nicola, un “ciao” contraccambiato e poi un “oh, ma te sei pelle2005!”, e mi imbarazzo tantissimo. Ma poi tutta la via si scherzerà insieme. Intanto gli attacchiamo il fischiettio delle ragazze Cincin!
Giorgio in cordata con Roberto, parte pere il primo tiro: viviamo nella speranza che il camino sia asciutto, visto che nonostante sulla carta sia uno dei tiri più facili, sappiamo aver mietuto parecchie “vittime” illustri, e invece quando il nostro amico ci arriva “Giorgio com'è?” “è una vagina bagnata!”, azz. Intanto l'attacco si popola di altre cordate, alcune abbandonano e vanno verso la Soldà, il Baffelan è assaltato oggi!
Dopo Roberto parto io. Qualche metro sopra la sosta, poi si traversa verso sinistra per giungere sotto il camino, meno male dopo un po' di metri si trova un chiodo! Questa via non è molto integrabile..fin dall'inizio. Ed eccomi in vista del camino, bagnato, mannaggia, e questo è ancora nulla. Con mosse di arrampicata fantasiosa, ci si inventa come salire, il tratto duro (duro dovuto al bagnato) sembra superato, e invece dopo il masso incastrato ci sono altri metri che danno filo da torcere.
Mamma mia se partiamo male! Meno male che doveva essere uno dei tiri più facili! Recupero Simone mentre Roberto parte per il secondo tiro, mentre Giorgio gli fa sicura. E i primi “sasso!” cominciano a popolare la parete.. Simone non lo vedo proprio a suo agissimo, forse partire con questa come prima via della stagione è stato un po' azzardato: e infatti me la tirerò tutta io, che lui non se la sente, lo capisco appieno!
Secondo tiro, forse il più facile sulla carta, ma dopo i metri facili in parete, ci si dirige dentro il breve camino, che breve per breve, ma..come se ne esce?! Prova e riprova, la spaccata non può proseguire, un piede sul bagnato non tiene. Dopo vari tentativi, tento la mossa antiyoga: tirare su tantissimo il piede destro con la mano che lo porta su una cengia e via di quadricipite! Soccia che fatica!
Giorgio è lanciato su L3, mentre recupero Simone, nella nebbia, inizia a salire anche Roberto che, ahimè, smuove qualcosina..qualcosona.. “sassi!” e il casco fa il suo dovere, un bel pallone da calcio (ma non di cuio, di pietra) dritto sulla mia testa, e per fortuna non sulla spalla! Da giù ci giungono notizie che a qualcuno non è andata così bene, ma nemmeno così male, chiediamo se vogliono che ci caliamo per dare una mano, ma non ci arriva risposta (proseguiranno sulla Berti Carugati come da loro piano iniziale). Robbi, sali delicato..
Riparto per il terzo tiro con la strizza al culo, un po' per quello che ho rischiato un po' per quello che rischierò: speriamo non ci sia altra roba mobile.. Il disclaimer delle Piccole Dolomiti è d'obbligo: "raramente si trova roccia eccellente", chiaro che non si va sulla roccia pessima, ma di solito c'è sempre da stare a orecchie dritte! E mani leggere..
Penso al mio casco con due uscite, chissà se è ancora buono.. Avevo visto poche protezioni da parte di Giorgio, e capisco il perchè: oltre ai chiodi in via, non si riesce mica a proteggere tanto. L'arrampicata inizia a farsi più sostenuta, nei primi due tiri si trattava di singoli passaggi, ora si parla di metri. Ci si sente anche più oppressi dal fatto che sopra di noi si erge una parete, una pala, dritta, senza apparenti punti di debolezza prossimi, e senza poter capire quanto sia alta data la nebbia.
Con meno sbuffi di quello che credevo, arrivo in sosta, non dopo aver pestato delicatamente gli ultimi metri composti da detrito ed erba.. Roberto è già oltre. Anche il quarto tiro parte tosto, un bello strapiombetto che però non è nulla rispetto a quello che verrà: un bel diedro esposto (fortuna che ce la nebbia, così non si vede giù; o peccato che c'è la nebbia). E qui qualche sbuffo esce, vedo i chiodi all'ultimo, ma almeno li vedo..
Da S4 vedo Giorgio impegnato sulla placchetta di L5: vedo anche che hanno spezzato quello di norma si chiama L5, d'altronde alcune relazioni consigliano vivamente di farlo. Spezzo anche io? Avrei fretta visto quante persone ci stanno dietro, ma..va la, spezziamo che forse è meglio. Poi vedo che Roberto non sale proprio con scioltezza la placca, quindi..mi sò che spezzerò!
Arriva Simone, mi aspetta un tiro non difficile ma piuttosto esposto, traverso e ritraverso, con due soli chiodi, la fiera del pendolo in caso di caduta, caduta nel vuoto. E dopo aver traversato svariati metri a destra, e altri a sinistra, mi trovo sotto la placca con un golfare: spezzo!
Ok il passo chiave di L6, ma a me spesso preoccupano di più i tiri chiave, che possono essere differenti per quanto riguarda il quanto essere sostenuti: e temo che questo sia uno di quelli. Tra l'altro sto notando che uno dei grandi vantaggi dell'arrampicare in alternata è che quando devi partire da primo, hai alle spalle un tiro da secondo in cui ti sei scaldato. Oggi invece mi raffreddo in sosta..
Parto, con il primo chiodo lassù a 6m. delicato, ti metti bene, usa le mani, la roccia compatta fa pensare che gli appigli siano buoni, mi isso. Ma non è finita. Si va a sinistra con qualche passo atletico e col cuore in gola, ma l'adrenalina rende tutto dolce come il miele: e io sono goloso. Chiamo Roberto che lo sento vicino, ed eccolo che appare, mentre Giorgio è impegnato sul passo chiave.
Bello cavolo, entusiasmante questa via! Non fosse per la delicatezza di certi tratti.. E i peggiori forse ci aspettano sugli ultimi due tiri.. Dai, fatto il prossimo, dovremmo esserci! Roberto parte prima che arrivi Simone, ma essendo tanto che non tocca roccia (come Simone anche), la ruggine si sente. Attendo un po' in sosta, mentre arriva anche Pietro.


Parto, vediamo com'è questo strapiombo con le tre lame da sfruttare. parto ma devo aspettare di nuovo che Roberto è ancora su del duro: ma allora non è solo un passo! Alla faccia, quando sento la parola magica "paranca" capisco che deve essere tosto. Capisco anche che forse oggi io e Giorgio abbiamo trascinato Roberto e Simone su roba un po' troppo dura per "togliere la ruggine": più che dura, anche psicologica, con quel primo tiro bagnato, e questa roccia non certo da falesia.

Traverso esposto e non banale, e poi eccoci sotto allo strapiombo. Provo di qui, provo di la, non si capisce bene se sia meglio salire sotto al chiodo o leggermente a sinistra: premio le mani o i piedi? Ma sono piuttosto stanco di braccia e un po infreddolito, oltre che ad avere mal di pancia, cordate dietro che iniziano a pressare.. Insomma il festival delle scuse della pippa, azzero per aiutarmi e salgo: poi oh, che così abbia davvero semplificato non lo so, perchè la fatica c'è tutta, e..dopo prosegue! 
Fatto il V+, dopo non è cali molto: tutta una bella parete in piedi, buone mani è vero, ma si sa che qui la mano oggi c'è, domani non c'è di più.. Altro tiro entusiasmante (sopratutto una volta arrivato in sosta) ed esposto: dai che arrivato alla sosta, dove trovo i miei amici, è fatta! Spero..


Giorgio parte per L7, un po' disorientato sul dove andare e io che lo prendo in giro "oh ma sei l'unico che l'ha già fatta e non sai dove andare?! Dai ragazzo, dritto non è IV, a destra non si va da nessuna parte, sarà laggiù a sinistra" e infatti c'è da andare di la.. Sale sale, e la salita non pare aver perso la sua difficoltà, sia tecnica che "di roccia".

Inizio a recuperare Simone, fortuna Roberto è ancora qui (Giorgio è in sosta proprio sopra di noi, non scaricare sassi!). Sento la corda "appesantirsi" varie volte, poi si inizia a sentire varie voci dal basso, finchè Simone "va beh, Andrea, paranca un po'", e fortuna che Roberto mi da una mano invece che partire, perchè le braccia son fiacche, altro che Piccola Piramide. Poi Simone supera il duro e Roberto va. 
C'è stato da questionare con una cordata dietro Pietro e Nicola (che invece tranquillissimi aspettavano l proprio turno, anche perchè come ha detto Nicola in cima "se vuoi essere la cordata davanti, ti svegli poi prima"): penso faccia parte della nostra attività aspettare chi ci sta davanti e magari si trova in difficoltà, e non iniziare a inveire con "se non ce la fai dovevi stare a casa", anche perchè oggi a me, domani a te. Comunque succede, si spera sempre non si esageri e amen. Ricordo quella volta sul Bianco, almeno le scuse furono quasi immediate, e fine delle asperità.
Riparto, dopo aver visto che Roberto aveva fatto fatica a partire, lo capisco bene, qualche passo non banale col chiodo ben lontano. Poi il traverso sulle uova, ancora, e si ricomincia a salire stando attenti a ciò che si tocca: le persone sono giusto sotto. Un bel pilastrino di roccia compatta conduce in sosta, dove ritrovo Roberto e una bella cengia che rende chiaro dove proseguire: in più, c'è la freccia (almeno di "colore" quasi naturale!).
Siamo sempre nella nebbia, fatico a vedere le persone a 10m in linea d'aria da me, ma penso che ormai siamo fuori. Roberto non ha sentito Giorgio dargli il "molla tutto" ma è partito lo stesso, vediamo. Arriva Simone, incalzato da Pietro, e ci troviamo su questa cengia sul vuoto, con vista sul nulla, sul grigio, sull'infinito e sul finito allo stesso tempo, surreale.
Riparto, una cammina sull'abisso e poi si riparte per un timido diedro con della timida roccia, che seppur non difficile come prima, richiede attenzione. Metto giù un rinvio, un altro in un altro chiodo (in 20m) salgo, e..ops, finiti i rinvii! Che errore! Due radici verranno usate con un ghiera al posto del rinvio.. Sento la voce di Giorgio, la direzione è giusta, ed ecco i miei amici. In breve, arriva anche Simone (dopo segnali di corda, visto che non c'è modo di sentirsi).
Soddisfazione, è fatta, via portata a casa, anche perchè non credevo fosse così dura! Capisco il terrorismo di Nicola adesso.. Giorgio e Roberto, due sirenette nella nebbia, loro già pronti a scendere, io affamato e assetato! Ma devo prendere un treno stasera per raggiungere la mia dolce metà, e non posso cincinschiare: ho ancora la speranza di farcela a prendere quello "presto"!
In vetta qualche foto, col grigio sullo sfondo, aspettiamo Pietro e Nicola che volevano vedere la via di discesa, io sono in balia dei miei amici. Un bel po' di metri di disarrampicata, vista poca, fino alla Forcella del Baffelan, ora parte sentiero, ma dove? vari bivi mettono in difficoltà, scorciatoie che non vogliamo prendere (Boale o ghiaione da evitare!).
Seguiamo sentiero per Forcella del Baffelan, poi il senso dell'orientamento va a ramengo, mi pare che stiamo scendendo verso ovest, invece siamo verso sudest: la vista delle macchine sulla strada del Re è una bella sorpresa, siamo vicini. Si esce dalle nebbie, ma il sentiero va troppo verso sud adesso, e noi siamo giusto sopra l'auto..
Ghiaione a più non posso, inizialmente difficile e scivoloso, poi migliora, come (quasi) neve, e si scende rapidi e indolore. Ma, a pochi metri dall'auto, una selva di mughi impedisce di proseguire, il machete nell nda non rientra, e tocca provare varie strade prima di trovare un debole cunicolo nella bassa boscaglia.
Auto, cambio, constatazione che il treno presto è impossibile da prendere (va beh, pace, così almeno arrivo a casa e posso fare la doccia e mettere un minimo a posto, almeno non faccio come per il CanaloneNeri, spero!), birra, panino e torta al rifugio Campogrosso, evvai! Solo un po' di senso di colpa nei confronti di Roberto e Simone..che spero si siano divertiti comunque!

Qui altre foto.
Qui e qui report.
Qui e qui relazione.
Qui e qui guida.

Nessun commento:

Posta un commento