venerdì 3 giugno 2016

Mezza maratona al Sengio Alto con tanta acqua..dall'alto

L'umore del meteo di questo ponte sarà lo stesso del mio grazie al meteo di questo ponte. 

Di quattro giorni a disposizione, due dovevano essere dedicati alla morosa, e due agli amici: tutti e quattro alla montagna, seppur in misura diversa. Invece il meteo ballerino previsto per il 2 giugno, ci fa optare per rimanere a casa e riposare un po' (in realtà corsetta e giro in bici), ma il 3 si vuole andare via! Abbandonata l'idea iniziale, si dirotta su quella che pare l'isola più felice dal punto di vista delle nubi. 

Ma già salendo verso il Passo di Campogrosso, pare che l'instabilità abbia fregato di nuovo: nubi basse. Siamo comunque qui, proviamo a partire, qualcosa improvviseremo. Via allora sul 149, con paesaggi delle Piccole Dolomiti in preda alla loro più grande timidezza: si sale in mezzo alle nubi, con visibilità a tratti di 20m, e un venticello che soffia da est. 

Si arriva sulla cresta, scorgendo nella parte trentina invece un bel sole a illuminare i prati della Malga Boffetal: il sole, un miraggio. Si prova a proseguire verso l'alto, ma giunti alla Forcella del Baffelan torniamo indietro perchè ci pare un po' troppo impervia la discesa per di qui, e lo stesso faranno altri tre escursionisti. Giusto qui passavo dopo la salita alla Carlesso, altra giornata di nebbia. 

Variante bassa del sentiero, ed eccoci al Passo del Baffelan, sotto di noi il Boale del Baffelan, e un monte che non si scopre dalle nebbie che lo attanagliano. Dopo due risate e un po' di show, partiamo decisi per il sentiero dell'arroccamento. Due gallerie, il sentiero inizia a farsi esposto e sempre in mezzo alla nebbia, ma giunti alla prima catena, inizia pure a piovere.. 

Non ce la sentiamo di affrontare questo sentiero in queste condizioni, quindi dietrofront e rifugio sotto la grotta aspettando l'acquazzone si plachi. Uffa. Va beh, scendiamo sul versante trentino, verso quei bei prati prima illuminati dal sole, che quando li raggiungeremo sarà molto meno presente.. 

Una marmotta scorrazza per i prati, un capriolo zompetta, e noi indecisi sul da farsi nei pressi della MalgaBoffetal. Un cartello parla di poco più di un'ora per raggiungere Pian delle Fugazze: va beh dai, facciamo un giro per di la e poi rientriamo per la tranquillissima Strada del Re! Verso il Passo di Campogrosso il cielo è cupissimo "andiamo, di certo torneremo con la pioggia, ma almeno saremo su una strada quasi asfaltata". L'avessimo mai detto.. 

Discesa spensierata per i prati, poi si finisce sulla strada asfaltata che noiosamente condurrà al Pian delle Fugazze "almeno è chiusa al traffico!", e non faccio in tempo a dirlo che ci sfreccia di fianco un mezzo a quattro ruote..

Si arriva al Pian delle Fugazze, si risale verso Malga Cornetto con un vento che aumenta, un cielo sempre più cupo, ma d'altronde sul versante est oggi è sempre stato così. Proseguiamo, e alla sbarra della Strada del Re facciamo breve pausa pranzo con la mia pessima e insipida insalata di farro. Due gocce iniziano a scendere, ma va bene, in un'ora saremo all'auto. Ste palle. 

Un cartello parla di strada chiusa anche ai pedone, mi sembra la solita ordinanza comunale per lavarsi le mani da qualsiasi tipo di incidente, e poi ormai siamo qui. Siamo qui coi tuoni e le secchiate d'acqua dall'alto. E arriviamo alla frana che interrompe la strada, accidenti. 

Vernice verde e debole traccia, la seguiamo inerpicarsi verso l'alto ad aggirare e pestare un po' la frana, non è proprio un bel posto in cui stare in queste condizioni meteo.. Vedo il Baffelan, siamo a meno di 2km in linea d'aria dalla macchina, ma il fango fa scivolare troppo, basta, torniamo indietro. Orecchie basse e tanti km da percorrere prima di tornare all'auto. E piove.

Sosta alla Malga Cornetto, bagnati come pulcini, un po' per ristorarsi con un the caldo, un po' per asciugarsi (per avere l'illusione di asciugarci) e un po' nella speranza di trovare un passaggio fortuito per tornare all'auto: niente passaggio, si fa tutta a piedi. Con una previsione da parte di un vicentino (che non me ne vogliano i vicentini, ma non capiva una fava quando parlava!) di metterci almeno 2h: ci metteremo poco più di 1 invece, per fare i prossimi 7km.

Si riparte che piove, km di asfalto davanti a noi, la pioggia si placa ma i km no. Finalmente dopo 8h risiamo all'auto, 8h, 21km e 1500D+: fatica, condizioni scomode, invece doveva essere un allegro giretto e manco troppo lungo. Mannaggia. La birra oggi è forse ancor più meritata: bevuta al Rifugio Campogrosso sfogliando l'opuscolo "I pericoli della montagna"..


Qui altre foto.

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