sabato 3 settembre 2016

Gipeto non avrai le nostre carcasse: Allalinhorn e Feechopf

Un compleanno ad alta quota, fico no? E magari anche il numero! No, quello no.. Ma il divertimento comunque assicurato! Dopo un attenta pianificazione, partiamo al venerdì pomeriggio alla volta di Domodossola, tappa per la cena. Peccato che a pochi km dal Sali e PistacchiStefania salta su con un "oh, ma io ho dimenticato la carta d'identità nell'altro portafoglio", e dire che glielo avevo ricordato..
In modalità ansia a mille, si cena in un bel centro (molto più bello delle nostre aspettative) e si riparte verso il confine con la svizzera, dove l'altra volta ci avevano pure controllato! Stefania in ansia, io e Cristian a sdramattizare..tutto fila liscio, nessun controllo attivo ne alla dogana italiana ne a quella svizzera. Possiamo continuare nel nostro viaggio alla volta di Saas Fee, dove trovato un parcheggino tattico, giù tenda e a letto (per chi dormirà..).
Sveglia presto, che si vuol prendere la prima funivia! Parcheggio a inizio paese (a Sass Fee le auto sono bandite, si gira solo a piedi, spettacolo: dai tempi del Nadelhorn rimanemmo felicemente impressionati di ciò) e iniziamo a vagare alla ricerca della stazione. Dopo qualche indicazione a voce in tedesco stretto, la si trova, e già un'orda di sciatori in fila: due palle, già che siamo stretti coi tempi col progetto che abbiamo!
75 CHF per passare da 1800mslm a 3500mslm: stic***i. Va beh dai, almeno non paghiamo i 77CHF del Britanniahutte, cercando di fare in giornata (anche perchè il meteo di domani non è propizio). Solo che, efficienza svizzera di sta fava, alla stazione intermedia rimaniamo fermi quasi 1h per problema tecnico al trenino della tratta finale. La giornata inizia male.
In realtà, tanti piccoli avvenimenti hanno intriso la giornata di nefasti presagi, ma nessuno grave. Certo che la somma di tanti numeri piccoli, risulta un numero grande.. Il trenino ci catapulta in men che non si dica (40° di salita in quanti minuti? 2 al massimo?) nel paesaggio glaciale sopra Sass Fee. Adoro questo bacino, che conta 13 4mila; e credo che dalla cima del Dom de Mishabel se ne possano vedere una 50ina di vette che superano la quota magica!
Insomma, solo alle 8e30 mettiamo piede..sulle piste da sci. Ci si prepara alla svelta che non abbiamo tempo da perdere, la nostra prima meta già svetta davanti a noi: l'Allalinhorn. L'ora di ritardo dei mezzi meccanici ci ha definitivamente fatto abbandonare l'idea della paretina nord, si va per la normale. Risaliamo le piste evitando gli sciatori che scendono e salgono, presto tutto questo caos sarà un lontano ricordo.
Chissà se lo sbalzo di quota così repentino ci darà fastidio. Partiamo con calma, la prima parte è molto tranquilla, e la temperatura gradevole. Il pistone marcato, e non c'è nemmeno troppa folla: quella verrà dopo, chi vuole salire solo questo 4mila se la può prendere con calma.
Viene poi la zona in cui occorre passare in mezzo a crepacci e seracchi: muri alti metri che ci sovrastano, passaggi su quella che ci sembra neve, ma guardandosi intorno si intuisce che si tratta di un gigantesco ponte. Siamo a due passi dalle piste da sci, e il paesaggio è..maestondicamente glaciale! Ci sentiamo a nostro agio.
Dal Feejoch il panorama si apre sul nostro paradiso: Strahlhorn, Rimpifishorn, tutto il Monte Rosa, Cervino, Monte Bianco, Dent Blanche, si aggiungo ai Dom che già vedevamo da giù. Mamma mia che acquolina in bocca, mantenetemi che vado a scalarle tutte!
Pausa beveraggio e si riparte. Qualche cordata davanti a noi si staglia verso il cielo. Il proseguo della salita si svolge sulla gobba ovest, dove qualche bel buco affiora insieme al ghiaccio al suo contorno, ma si passa bene. La pendenza aumenta un po' per la gioia delle gambe, ma il cuore vede ormai la croce e..andale andale!
Si obliqua sulla sud per andare a prendere una traccia in mezzo a sfasciume con ghiaccio, poi si torna su neve per salire gli ultimi metri su una bella crestina super estetica. Salire più in alto di così, ormai non si può più! Vetta! Super panoramica, stiamo bene tutti e tre nonostante la quota (un po' meno per via della fatica, ma fa parte del gioco) e possiamo apprezzare tutto ciò che ci sta intorno. Da commozione.
Ma la vera commozione arriva quando sfodero il Mars di vetta e Stefania e Crtistian..la candelina! Già, oggi è il mio compleanno, e i miei amici hanno avuto il bel pensiero di farmi questa piccola festa: buco il mars con la picca, infilo la candelina e cerco di accenderla e spegnerla. Grazie ragazzi!
Via giù, che il secondo obiettivo ci chiama: traversata all'Alphubel! Ma vista l'ora di ritardo..la vediamo già grigia e siamo poco fiduciosi: però avanzare un po' si può fare, ci si da un orario di ritorno e amen. Oppure si valuta di scendere a piedi fino a valle ma..vediamo dai.
In breve siamo di nuovo al Feejoch, passiamo a una conserva corta (e senza nodi a palla chiaramente) per la parte rocciosa che ho letto essere piuttosto sfasciumosa: in realtà sì, ma ci sono anche bei tratti in cui usare le mani e potersi issare su esse.
Parte blanda la cresta, poche mani e tanti piedi, ma esposta, aerea, bellissima. A filo del cielo. Io e Cristian ci divertiamo come dei pupi al parco giochi, Stefania invece un po' meno: ci sta, è inesperta, anche io le prime volte coi ramponi su roccia progredivo come sui bicchieri di cristallo.
Le mani cominciano a servire un po' di più: rispetto a foto che ho visto su web, la cresta è tutta nuda, e i piattini appoggiati a tratti ballano sotto i nostri piedi. A fianco dei nostri piedi, spesso corre il baratro del versante nord, o del versante sud, o di entrambi. Canticchio, anche se mi rendo conto che il tempo scorre, siamo lenti, e mi sa che l'Alphubel ce lo sogniamo.
L'ultima parte è più arrampicatoria, verticale, forse tratti quasi in strapiombo, ma le mani sono buone e non c'è nulla di eccessivo. Ancora, io e Cri come nel paese dei balocchi, Stefania che pensa "ora capisco perchè muoiono gli alpinisti!": quando tra un paio d'anni rileggerà questo post, si farà grasse risate.
Finiamo la cresta rocciosa, con entrambi i miei amici che mi dicono "io da qua non ci torno indietro!" e la cosa mi fa piacere, perchè così saliamo fino all'Alphubel e scendiamo verso Langflue: lunghissimo rientro fino a Sass Fee a piedi, ma almeno altro 4mila nel sacco!
Una bestia alata arriva da lontano verso di noi, ci passa sotto a pochi metri, corro per fotografarlo, è un Gipeto! Che bestia ragazzi! Solo che..lui..mangia carcasse..ci punta? Oggi non ci avrà!
Si scende su ghiacciaio, altri crepacci nascosti ma una bella traccia che va verso la nostra agognata prossima cima. Ma non vedo tracce di discesa verso Langflue, e ciò mi preoccupa: ho già idea che tra un po' si torna indietro.
Arrivati al Alphubeljoch Cristian dichiara che deve fermarsi per mettere i compeed che ha una vescica per ogni tallone. Siamo lenti. Non ci sono tracce di discesa. Incrociamo un solitario che ci riferisce che anche lui dall'alto non ha visto tracce e che andare giù per Langflue è "Bad bad route". "Ragazzi, secondo me torniamo indietro". E niente, anche oggi si tromba domani (vesciche al Cervino, Casco al Pisciadu, soppa che periodo di rinunce!).
Costantemente assistiti da panorami mozzafiato su una quantità di cime e ghiacciai che c'è da perderci mezzora a indicarli tutti.
Cresta rocciosa a ritroso, Stefania toglie i ramponi e come era prevedibile si sente più a suo agio. Passiamo a una conserva media da proteggere intorno agli spuntoni, poi tutto è opinabile e nessuna scelta è mai perfetta.
Tic tac, il tempo scorre, se siamo tornati indietro e non prendiamo la funivia, siamo però dei polli! Anche perchè da Mittlealpin non so se si riesca a scendere a Felskinn a piedi..e sarebbe un problema questo.
Si riprende la piccozza una volta tornati su neve, scendiamo per ultimi, da soli, a goderci il silenzio adesso: oltre che essere gli ultimi alpinisti, anche gli sciatori non ci sono più, restano però i gatti a preparare il loro terreno per domani. Poi un frastuono: frana dalla nord est del Leinzspitze. Sempre più caldo, sempre più crolli.
Come di consueto, una volta finite le fatiche, Stefania si riprende e ricomincia a parlare e prendere in giro tutti. Momento di pausa ad assaporare questo circo glaciale, la cima conquistata e quella mancata (ma la cresta rocciosa è stata davvero didattica e divertente), e poi giriamo le spalle al nostro paradiso, tocca tornare a valle.
Ma il Gipeto..non ci ha avuto nemmeno oggi!

Qui altre foto.
Qui e qui e qui report.
Qui guida.

Nessun commento:

Posta un commento