domenica 9 aprile 2017

Giornatone teorico d'urto: Prima Uscita A1 2017, Pietra di Bismantova

E ci siamo. Prima uscita del corso A1 2017 del CAI di Carpi. Prima uscita da direttore. No perchè, finchè sono “solo” preparazione, burocrazia, iscrizioni, pianificazioni e  lezioni teoriche, è una cosa: ma ora si fa sul serio. La classica uscita in Pietra chiama, e purtroppo per gli allievi è prevista pure una giornata di meteo stabile, a differenza di tutte le passate dizioni che io ricordi. Ci sarà da sgobbare! 

Partiamo seriamente mettendo in chiaro una cosa: ad arrampicare saremo scarsi, ma quando si parla di bere e mangiare possiamo dire il fatto nostro. Colazione in pasticceria, e solo dopo possiamo dirigerci verso un piazzale Dante con già un buon numero di auto parcheggiate. Sì ma sono qui dalla festa di ieri sera probabilmente (la ragazza stranita, nel baule trasformato in camera da letto, all'interno dell'auto alla quale parcheggia di fianco Gianluca, mi fa pensare che sia anche stata uan serata difficile..). 

Divisione in due gruppi per velocizzare le cose, evitare tappi, separare le attività:
Gruppo A: parte immediatamente per la ferrata, poi si sposta al Sirotti, e in seguito alla Palestra dei Reggiani. Capitanato da Davide, con l'ausilio di Alfredo, Fabio, Federico, Dario, Stefania.
Allievi: Alessandro, David, Ester, Francesca, Gioele, MarcoB, MarcoR, Steve.
Gruppo B: parte immediatamente per la Palestra dei Reggiani, poi si sposta alla ferrata e in seguito al Sirotti. Capitanato da Andrea (io), con l'ausilio di Fiorella, Gianluca, Luca, Marco.
Smistamento corde e materiale, e ognuno va per la sua strada. 

La nostra, è quella di arrampicare al sasso appena sotto al parcheggio. Ecco, sull'arrampicare non è che ci sia da spronarli molto i ragazzi: ci vedono salire agili a portare su le corde e prendono coraggio, poi quando tocca a loro..la musica un po' cambia ma è normale. Impegno se ne vede nel provare a salire, un po' meno bravura si vede nel fare i nodi..ma glielo si può perdonare. Alla prima uscita sì, alle prossime..niet. 

Monopolizzato il sasso con 4 diverse linee di salita, i criceti fanno girare la ruota dell'arenaria, più timorosi a scendere che a salire (tutto nella norma), chi più bravo chi meno a salire, chi più impacciato chi più disinvolta. Forza, su calcare sarà tutta un'altra cosa. Tiro su una quinta linea ("no ma passa pure dietro il sasso che c'è il sentiero", più che sentiero, sarà una salita di III), e posso gironzolare da una postazione all'altra, ognuna delle quali è ben assediata dai miei fidati colleghi. 

Finalmente arriva Stefania, la "regina magia" (occhio all'accento, intendo un re magio al femminile) che ci porta in dono set da ferrata e imbraghi alti. Ovviamente al parcheggio la conta o le alzate di mano sono state errate, e così manca un set: Gianluca sconsolatissimo e tristissimo deve così rinunciare alla sua ennesima ripetizione della Ferrata degli Alpini.
Tutti in cammino verso la Foresteria, ma calma, è presto per fermarsi. Il naso all'insù a guardare tutte quelle slackline sopra l'eremo, e noi a chiacchierare mentre in modo largo ci dirigiamo verso l'attacco della ferrata. Largo apposta per evitare quel primo tratto di cavo in semi discesa, unto, umido, schifido. Meglio questa bella sudata al sole, questo raddoppio dei tempi, questo test. 

Arriviamo all'attacco della ferrata senza colpo ferire (va beh dai, solo un pezzo di discesa faccia a valle ma culo a terra) pronti per quella che credevo essere la cosa più "facile" di oggi. O meglio, meno tecnica: prendi il cavo e tirati su! Smistate le corde, parte Fiorella, seguita da tre allievi, poi Marco, seguito da tre, Luca seguito da tre, e infine io a chiudere un gruppo che ben presto assomiglierà a un trenino. 

Un gruppo ci segue, o meglio ci aspetta. La salita non sarà molto "disinvolta", ma anche questo ci sta: non temete, è la prima e ultima ferrata del corso, per molti probabilmente è pure l'ultima della vita! L'ultimo vagone (io) si preoccupa di confortare a aiutare il penultimo: un vagone piccino e preoccupato, poco confidente nelle proprie capacità, ma che poi se la sbriga relativamente bene nel portare a termine la salita. 

Col tempo che ci vuole, arriviamo al libro di via, che firma solo Luca, meglio che non ci fermiamo tutti e continuiamo a salire, che la giornata vorrebbe essere ancora lunga. Daimo, che la scaletta finale si intravede, lo suggerisco a chi mi sta davanti che esulta: non diciamogli che spesso questa tattica la uso mentendo. Ma stavolta è davvero vicina! 

Piano piano usciamo tutti, uno alla volta, vittime ignare di foto più o meno a tradimento. Momento svacco prima di proseguire con la didattica: tutti sdraiati sul prato all'uscita, a mangiare (in tanti a offrire panini, ma tutti con salume, uehhhhh) e bere (la birra arriverà, non temete). 

Ora di ripartire, un agguerrito e armato fino ai denti corso che si divincola tra i cazzari che prendono il sole sulla sommità, chi ci guarda con occhi sgranati e ammirevoli di "oh ma quelli arrampicano, guarda quante corde!", e gli slackliner tranzolli che navigano sopra il vuoto, osservano questi ultimi, o fanno acro yoga (ecco, con questi ultimi, e ultime, mi fermerei volentieri..). 

Torrione Sirotti, dove il buon Gianluca ha già attrezzato un paio di discese (per poi dedicarsi alla sua attività preferita: l'ozio). Spiegati longe, Machard, corda doppia, è ora di scendere ragazzi! Chi in modo disinvolto, chi parecchio teso (tesa), chi "no ma io non ce la faccio" e poi ce la fa benissimo, chi si cappotta per fortuna non troppo rovinosamente. 

Fatto un giro sulle doppie corte e "solo" verticali, tocca fare quelle serie dal vero Torrione Sirotti. Ah, se torno a pensare quando ero allievo quanto mi cacavo sotto su queste cose.. Ora esser dall'altra parte ha un altro gusto. Ma non quello sadico di dire "ah ah, ora tocca a voi!", piuttosto quello giocoso e fiducioso di dire "tocca a voi, abbiate pur paura, che poi vi divertite!" 

In quattro sulla doppia meno "esposta", in cinque su quella davvero figa. L'allieva più tesa che prende un coraggio da leoni (pardon, da leonessa) e scende per prima! Ah, v'avevo detto che vi sarebbe piaciuto, no?! E invece ni, quando torna su mi dir "Andre, per me anche basta per oggi eh!" 

La gente scorre, scende, si cappotta, torna su sperando in un altro giro. Io che speravo fare anche la risalita della corda, invece mi comunicano che l'altro gruppo è già in Foresteria. Anche l'ora indica che bisogna lasciar lì, quindi su le canne e si scende. 

Al parcheggio il primo mini bilancio della giornata, con quel "Ehi, meno male che avevi detto che tra tutte le uscite era quella più teorica e meno pratica! Ci hai fregato", beh nella mia testa lo era, o forse ragionavo molto dal lato di istruttore: noi oggi non abbiamo fatto quasi nulla, sarà dalle prossime che anche noi faremo un po' di pratica! 

Foresteria, Gruppo A che ha spazzato tavolo, piatti, boccali, ma noi del Gruppo B non saremo da meno! Tra sonno, sete e fame, avrei voglia di fare tutte e tre le cose insieme, ma non si può: gustiamocele una alla volta, mentre risate e aneddoti si sprecano nella giovialità di un tavolo dove siam tutti allo stesso livello (beh, mica che prima fossimo poi così diversi veh!).

Quialtre foto.

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