domenica 27 agosto 2017

Una tranquilla domenica su una Pincelli rovente

Gli imprevisti hanno modificato i piani del weekend in stile centrifuga della lavatrice. Così dopo ieri, alle 22 sono di nuovo a casa, dopo aver sentito da Stefania che loro domani vanno in Pietra a fare roba tranquilla. Loro, tre donne. E il rovente del titolo potrebbe già cadere in ambiguità: invece no..
Invece oltre Fre e Chicca, c'è pure Marco, e vabbeh, il rovente potrebbe pure rimanere. Ma no, di rovente ci sarà solo la temperatura. Me l'aspettavo eh, ma visto che salto su un treno in corsa, a caval donato non si guarda in bocca.
Chicca alla sua prima via, concordiamo (circa) come cordate che io mi prendo le due Francesca e Marco e la Ste vanno in cordata da due. Partono prima loro, così macinano la via senza colpo ferire lasciandoci indietro. Ma che caldo già dall'attacco..
Modalità topless. No calmi, niente di rovente, io in topless: bleah! Le scarpette mi fanno intuire come deve sentirsi un pneumatico d'estate sull'asfalto dell A1 quando si trova in coda alle 15. Cerco in tutti i modi di mettere i piedi all'ombra per alleviare le sofferenze!
Escluso un intermezzo di paura alla seconda sosta, la via fila liscio, scivolosa per il sudore, finchè non tocca passare a me in testa (la Fre si è fatta L1, L2, L3) e tento un timido "Variante Alta?", ma la Chicca "quella più facile", ok. E a testa bassa a camminare sulla cengia di L4 per poi uscire su L5. Ombra, alleluja.
Bene, e ora? "Ci caliamo dall'uscita diretta e saliamo la variante Alta?". Quando dopo 15minuti lo ripropongo mi guardano e "ma eri serio?" "ottoh!". E sotto lo sguardo di persone che ci guardano come fossimo spettacoli da baraccone, giù in doppia dall'anellone, a far ei giardinieri sull'albero della sosta della variante alta, giù con gigi rovente.
Stesse cordate, ma la Chicca è rimasta su ad aspettarci che per oggi può bastare. Vado, e con mia sorpresa supero lo strampiobetto meglio del solito (o almeno credo). Mi ritrovo a fischiettare  canticchiare con un verso che dall'alto arriva perentorio "ti sento veh Andre!".
Gli altri tre se la cavano egregiamente, la Fre mi porta fuori sul tiro finale (dove invece faccio più fatica del solito, e noto piedi unti) e siamo di nuovo all'ombra! Beh anche in sosta si stava bene eh..
Si sta meglio in Foresteria, dove dopo la bella notizia "no, friggiamo nell'olio e nell'impasto mettiamo il latte, non lo strutto", e il cameriere che ci legge nella mente portandoci una nuova birra che possiamo ordinarla, ci si sfonda di cibo e bere come se non ci fosse un domani.

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sabato 26 agosto 2017

Innamorarsi del granito: Cresta NordOvest di Cima Plem

Bisogna esser pronti a tutto. Anche agli inconvenienti dell'ultimo momento che impediscono al compagno di cordata di esser presente; ma data la sua disponibilità per domani, non cambio piani e parto per una trasferta adamellica alla scoperta dell'arrampicata su granito. Potevo già esserci la settimana di ferragosto, ma anche lì all'ultimo mento cambiarono i piani. Sempre pronti bisogna essere!
Pronti via, auto di nuovo carica e pronta a ospitarmi per dormire. Solo che fatica arrivare al Ponte del Guat, che sonno.. Che strade verso la fine! Per fortuna mi viene in mente di mandare un sms a casa prima, perchè poi il cellulare non prenderà fino a quando non tornerò in valle: spettacolo.
Suona la sveglia, e intorno a me è già un brulicare di persone che arrivano e partono: ella madonna, io che pensavo di esser mattiniero! Il giro che ho pensato è ambizioso, lo temo lungo, lo sò tecnico: Cima Plem, ma salendo dalla Cresta NordOvest. Vabbeh, arriviamo al Rifugio Tonolini poi vediamo se no se fare la normale passando per il Passo Cristallo.
È incredibile come la "montagna" sappia essere plurale. Nel senso che ogni luogo ha le sue caratteristiche. Si parte su forestale nel bosco, e dopo la Malga Premassone, boom un sentiero ripido di ciottoli impenna verso sinistra. Squarci nel bosco mi consentono la visuale su un canale finito nella to do list dopo averne letto il report. Ma intanto oggi..
Zigzag che sembrano portarmi altrove, mentre intorno il sole sorge e illumina le cime. Ancora verde prima di trovare il grigio. Mi godo il paesaggio, brullo e selvaggio, solitario. Non guardo l'orologio ma cerco anche di non perdere tempo. Verrà un weekend di brutto altrove, così riposerò totalmente, no?! No.
Nelle praterie in vista della diga del Baitone. Le prima creste in vista, e l'aria frizzante. Scorro sul lato del Lago Baitone sapendo che la scelta sul da farsi si avvicina. Dovrei essere in grado, dovrei esser pronto, ma in montagna non tutto è controllabile.
Un caffe al Rifugio Tonolini: è presto, sono stato veloce. Potrei anche concedermi di salire al Passo di Premassone, valutare la cresta, e se non me la sento tornare giù e risalire al Passo Cristallo. Ma sì dai, facciamo così.
Intano non posso non pensare quando qualche anno fa passai di qui con Erica, Marco e Riccardo , per uno dei giri più epici della storia (correlati alle nostre capacità): Malga Caldea, Passo di Premassone, Rifugio Tonolini, Rifugio Gnutti con pernottamento, via Terzulli, Monte Adamello, Passo degli Italini, Passo Brizio, Malga Caldea. Anche gli altri tre se lo ricordano bene mi sa..
E il verde lascia posto al girgio. Al rosa. Al  nero. Al rosso. Questo granito ha mille colori diversi! Massoni su cui saltare, giocare, tirarsi di quadricipite, scivolare (ziocca). Equilibri approssimati su questo Mikado di pietre.
Eccomi al bivio per il Passo Cristallo. Un occhiata alla cresta. Oh però se è ripida in alto. Va beh, vado a vedere. Continuo la danza sulle pietre, lo scivolamento di scarpe quando mi coglie impreparato dello sporco sulla roccia o un salto azzardato.
Ancora all'ombra, ma meglio così. Il Lago di Premassone è uno specchio perfetto con questa acqua calma e limpida. Spettacolo. Altri pochi metri e sarò al Passo di Premassone, ma il sentiero qui si perde parecchio: cammino non obbligato, e siccome a me interessa salire la cresta e non scendere in Val d'Avio..punto verso la cresta.
Pausa cibo, bere, imbragarsi (che non si sa mai), un po' di materiale (come prima), il casco (eccerto) m ancora niente scarpette. Camosci grandi e piccini pascolano sulla prima parte della cresta, loro forti delle quattro zampe e della classe che hanno nell'andare per grippi. è la mia volta? Andiamo su.
Prima parte facile. Si sale bene e comodi, le mani servono poco. Poi c'è da aggirare a nord la prima elevazione, e partiamo male. "seguire la cengia erbosa", ma quella che seguo sale a un vicolo cieco. Che palle, scendo ne seguo un altra che scende, questa forse è giusta, e i primi III si fanno sentire con le scarpe.
E ora, seconda elevazione. Si sale bene, prima tra sfasciumi, poi la roccia migliora e si fa più ripida, le mani servono. Servono alla grande! Placchetta finale con passi delicati e muschiosi e..cucu! Mentre arrampico all'ombra, puntando al terrazzo soleggiato della "cima", da lì un camoscio si sporge. Siamo a 3m uno dall'altro e ognuno pensa la stessa cosa "ma che diavolo ci fa lui lì?!". Scappa e mi lascia il posto.
E ora la discesa alla Carmelo. Madonna che affilato questo spigolo! Letteralmente si sta a cavalcioni, avanzando con le mani e tirando su il culo tenendo stretto lo spigolo con l'interno delle gambe. Ecco, questa esperienza mi mancava! Mado' che caga.. Ho gli adduttori di ghisa.. Si allarga, salgo in piedi, esposizione. Si restringe, e torna a fare esercizi per l'interno coscia..

Porco cane che avventura! Arrampicare stringendo l'interno non mi era mai capitato! Altro che yoga!, OK, non può che essere il Passo del Soldato questo, vedo il canalone a destra e la cengia a sinistra. Metto le scarpette adesso che nel diedro è meglio averle. E parte l'odissea, la piccola odissea.

Una relazione dice di percorre 15m di cengia, un'altra alcune di decine di metri, un altra 150m. Uno ha preso un diedro errato trovandosi su del IV+ (da solo anche no, grazie), un altro dice di non prendere il primo invitante dietro. Io non vedo una mazza, che cazz.
Conta i passi per capire quanti metri cammino. Terreno instabile ed esposto, mani su rocce mobili e piedi su terriccio misto ghiaia. Bellissimo, eh! Cammina, guarda su, vedo nulla. Un diedro nero e uno bianco, mah, qui è tutto uguale, tutto indecifrabile. Ma ormai sono qui e devo andare.

Avrò fatto 200 passi, mi son rotto, ora salgo. Sembra abbordabile qui, più su..sperom. E sta per sbocciare l'amore. Ma quanto è bello il granito (solido)! Piedi in aderenza che ci stanno, lame e lamette da afferrare, fessure orizzontali nette e dritte (solo dita). La verticalità che si fa ampia. Il labirinto di blocchi.
Cerca la via, a destra liscio, a sinistra più verticale ma con roccia indebolita da fessura e tacchette. Dai che dura poco, una volta in cresta sarà tutto più facile: qui non c'è possibilità di errore, meglio dosare bene i piedi, tastare bene con le mani, fidarsi poco.
Vedo il sole, sono al sole, sono in cresta. Chissà in che punto.. Troppo giù? Troppo su? Beh, in ogni caso si impenna bene la bambina.. Bando alle ciance, salire verso la tranquillità! E la salita si fa più plaisir, ora che le difficoltà maggiori le credo superate. E infatti cerco di non prendere sempre il terreno che pare più facile, ma di godermi questa bella arrampicata..
Mah, mi pare d'esser quasi in vetta, ma è impossibile, dall'anticima alla cima mi pareva ci fosse della strada. Stiamo calmi, come diavolo scendo da qui?! Ma porco cane, dimmi te mi devo trovare a disarrampicare dello strapiombo.. Occhio questa si muove, questa si muove tanto! Giù, due passi e..
E sono in vetta a Cima Plem, tie!
Bella salita, non banale, ma di cresta come piace a me, esposta come amo arrampicare. Mi godo il panorama, e prima di mangiare libero i piedi dalle scarpe: su queste lastre di granito si può stare a piedi scalzi, e lo faccio. Che secco intorno però..
Una bella pausa appagante e rinfrescante, e ora giù per la normale. Interessanti placconate che da bagnate o verglassate devono essere più che mortali. Di nuovo il grigio ha lasciato posto al rossiccio. La mia sete di birra si fa sentire, ma qui non è il caso di mettersi in modalità corsetta.
Da Passo Cristallo la cresta non si vede. Continuo la mia discesa, che si fa man mano lunghissima in queste blande pendenze e paesaggio uniforme: placche rocciose intervallate da un po' d'erba sparsa. Ma preferisco corricchiare sulla roccia..
In vista dell'acqua, dei laghetti, la voglia di fare un bagno con questo caldo torrido.. Intanto al Rifugio Gnutti mi faccio una birra per reidratarmi. Mangio e mi svacco va la, che non mi corre dietro nessuno! Gente che arrampica, gente che torna dall'Adamello, gente che arriva urlando in direzione di suoi amici lontani. Ma comunque posti selvaggi e dal non facile accesso.
Andiamo a vedere queste famose Scale del Miller. Che palle la discesa oggi! Mi spinge bene solo la voglia di rinfrescarmi. All'ombra nella parte più ripida, con qualche altro scivolone, e poi si spiana sui pascoli adamellici: prati, qualche albero, e massoni erranti.
Ultimo tratto di strada forestale per arrivare al Ponte del Guat. Sono sul ponte: riesco a scendere? Mah vediamo, passo davanti all'auto, ecco il passaggio! Metto via un po' di roba e scendo a fare un bagno integrale, sollievo. Lavatina con sapone biodegradabile e sono come nuovo!
Torno alla macchina e il cell ancora non prende: sono cotto, dormo un po'. Sveglia con un gocce di pioggia che non si capisce da dove arrivino, accendo l'auto e parto per scendere. Dopo aver letto un bruttissimo messaggio, ne leggo un altro, brutto anch'esso ma non certo paragonabile "domani non riesco". Bon, torno in pianura. Io almeno posso tornare.

(Ciao M)

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lunedì 21 agosto 2017

Vacanza Vagabonda 2017

Vacanze non programmate, vacanze vagabondate, vacanze fortunate.
Si parte venerdì pomeriggio, con logistica impeccabile: ognuno con la propria auto. Strada normale fino al Decathlon di Verona, illuso di trovare l'amaca, rimedierò con una sedia. Mi trovo a Sarche col mio compagno di avventura dei primi due giorni: Giorgio. Destinazione Vallesinella: parte la prima e la seconda avventura.



Io e Giorgio scendiamo da Vallesinella, aggiriamo il Brenta da sud per recarci verso l'imbocco della Val d'Ambiez, dove Riccardo e Lorenzo ci aspettano: mentre il mio compagno di scorribande dei primi due giorni raggiunge la famiglia, io mi fermo con loro per fare qualcosa nei prossimi due giorni. Saltati i possibili piani che ci eravamo fatti venerdì, dopo una bella pizza apparecchio la mia auto per dormirci dentro: l'indomani Lorenzo resterà a riposo, con Riccardo invece andrò a scalare.


Di nuovo al mio campo base itinerante, la mia auto. Lorenzo e Riccardo stanchini dei giorni passati, e vogliosi di non rimanere imbottigliati nel traffico domani, optano per rientrare domattina a casa. E io? Allungo a Giorgio il materiale che mi ha lasciato in auto: il carissimo mi concede la doccia che gli avevo implorato, e mi offre la cosa che speravo "Vuoi fermarti a cena?" "Se proprio insistete..". Un piacevole ristoro per stomaco e mente, e via verso la Val di Peio, che in questa settimana ci inserisco un progettino che avevo in mente da un po'.


Sceso all'auto, ristorato con la birra e il pane col pesto, sdraiato un po' al sole sonnecchiare, che si fa? Sapevo che erano in valle, un saluto mi faceva piacerissimo farlo a tutti. E invece altro che saluto! Aperitivo con Erica, Manuel, figli, Claudia, Roberto, cani, doccia (questa spudoratamente chiesta), cena in compagnia, e pure ospitato a dormire su un divano letto. Ospitato-minacciato da più fronti.. Ma di certo riposato, e visto il meteo e la proposta di Flavio per i prossimi giorni, me ne sto a letto fino alle 8 e poi relax!
Segue una pacata di giornata alla ricerca di qualche oggetto da acquistare, per poi finire a comprare due magliette. La spesa per il pranzo a base di formaggio, pomodoro, mele e pane, la telefonata di Flavio per concordare la logistica di stasera, la sistemazione di alcune foto, e via verso le Dolomiti! Gran traversata per evitare l'A22, e alle 20e15 accendo il fornellino per la mia cenetta.

Zaino fatto, cena fatta, a nanna in auto: i due bergamaschi arriveranno verso mezzanotte, alle 6 suonerà la sveglia per la colazione e per poter partire presto per un'altra gran salita.


In rientro dal giornatone di oggi, già si pensa al prossimo. Sistematici a Passo Sella, una nuova notte a dormire nel mio campo base itinerante, per poi svegliarsi all'orario bergamasco e ripartire insieme a Cristina, Ermes e Luca, alla volta di una via che avevo già salito ma che ripeto volentieri, non fosse per la compagnia.  Non fosse per i due giorni di prese in giro sul mio non accento romagnolo..


Il meteo non concede spazio: oggi non si fa una mazza. O meglio, non si può pianificare nulla finchè il cielo non si sistema. E allora.. dopo una bella colazione e qualche commissione, ci incastro ad hoc una cosa a cui tenevo.


Decisamente  cotto, guidare fino in Valsugana con questo meteo e con l'A22 bloccata (faccio tutta strada normale) è lunga. Speravo fare in tempo ad arrivare al Rifugio Erterle per salutare Maurizio, ma è troppo tardi, e di certo il temporale che imperversa da qualche ora in queste zone, non aiuta. Torna giù, trova una pizzeria, e vai su verso Malga Sorgazza. Preparato il letto, buonanotte che tra poche ore si corre.


Coi piedi a mollo a riattivare la circolazione, il mars e la birra presi in auto, la vacanza va finendo. Il lungo viaggio per evitare la A22 fino a Verona, la ricerca di un santissimo bar aperto per prendere un caffe, e i pomodori mangiati come mele ma che mi fanno venire mal di stomaco, torno in pianura in tempo per una cena con amici.

Amici, tanti ne ho trovati e ritrovati in questi giorni. Grazie alle persone che mi hanno tenuto compagnia in questa vacanza atipica (diciamo anormale per i normali) e di un po' fuga dalle preoccupazioni: Giorgio, Riccardo, Lorenzo, Chiara, i Malagutti, Erica, Manuel, Claudia, Roberto, Flavio, Fabio, Cristina, Ermes, Luca. Grazie a chi mi ha concesso ben due docce (per il resto mi son dovuto ingegnare come si poteva), alle due notti nel letto del rifugio, a quella nel divano letto, alle restanti nel mio campo base itinerante. Grazie alle stelle, che spesso mi davano la buonanotte essendo l'ultima cosa che vedevo prima di addormentarmi.
Life is a journey, you must travel.

Enjoy Life.

domenica 20 agosto 2017

Chiudendo in fatica: Alta Via del Granito

It's long way to the top.. In questa imprevedibile vacanza, chiudo le scorribande con un altro trekking-trail, uno di quelli programmati da tempo ma che lascio sempre il "se non ho altro da fare". Il meteo di ieri ha bagnato ovunque, oggi è previsto un gran freddo, occorre partire presto per non morire in coda in strada, perciò incastro bene il tutto.

Ieri sera dopo aver lasciato Ilaria al suo meritato riposo e salutato Checca e Checco, mi sposto rapido verso la Valsugana. Rapido insomma, la stanchezza e il sonno si fanno sentire, una pausa per un pisolino è doverosa. Volevo fermarmi a salutare Maurizio al suo nuovo Rifugio Erterle, ma ci arrivo troppo tardi ahime.. Il cielo è uno spettacolo, verso sud imperversa un temporale luminosissimo. Arrivo a Malga Sorgazza, sistemo i materassi, e ciaone mondo! 

Suona la sveglia, minchia che vento! Mi sa che (anche) oggi si prende del freddo: meglio mettere i pantaloni lunghi e vestirsi in auto. Colazione fredda e via! Questa zona la conosco poco, e ho l'occasione per esplorarla in lungo e in largo percorrendo l'Alta Via del Granito. Solo qualche dubbio ce l'ho.. La gente normale la fa in tre giorni. La gara di trail che fanno è data 31km per 2500m D+. Io punto a metterci circa 7h. A volte non so se ci sono o se ci faccio. 

Costeggio il lago vicino al parcheggio e già pregusto il pediluvio che ci farò al ritorno: bagnetto freddo che bramo da una settimana ma ancora non compiuto. Forestale che sale, e che affronto con già buon ritmo: ma ben presto la stanchezza dei giorni passati si farà sentire. 

Questa salita l'ho affrontata in una delle più belle salite invernali che abbia compiuto, in ottima compagnia che poi mi ha maledetto: Cima d'Asta per il Canale dei Bassanesi in invernale con..le ciaspole! I miei amici se la ricordano ancora.. 

Un freddo cane, il vento gelido, mi spingono a sudare per scaldarmi e non fermarmi per non raffreddarmi. Ma qualche sosta per riposare le gambe non riesco ad evitarla. Esco dal bosco, e tutte queste guglie rocciose provocano in me un unico pensiero: voglio scalare. "Brutta" malattia questa passione.. 

Lassu vedo chiazze bianche, sta a vedere che ha nevicato! E no, non è neve, è grandine! Il temporale che ho visto a sud arrivando a Malga Sorgazza, nelle ore prima deve aver fatto un bel trambusto dove sono io ora. Acqua ne scende da tutti i versanti, ma è quella di stanotte, non certo di avanzo dall'inverno siccitoso.. Acquitrini da saltare nella speranza di non bagnare un piede che poi diventerebbe ghiacciolo in fretta.. 

Bosco, erba, e ora lastre di roccia scivolose e dove cercare buon grip. Primi scivoloni che mi obbligano a settare la testa. Gironzolando per queste distese granitiche, ecco il Lago di Cima d'Asta, e il sentiero che dovrei prendere per seguire l'Alta via del Granito. Il Rifugio Brentari dista poco però, vado a farci un giro. 

Arrivo, due foto, riparto, che maledetto il freddo che non ne posso più! Vorrei i guanti da tanto ho le dita intorpidite! La salita a Cima d'Asta avevo già deciso di non compierla, farei tardi. Torno brevemente sui miei passi, preceduto da due tizi dall'outfitimprobabile.. Ma come di ce il saggio "a ogni caiun la sua pasiun" (nei caiun mi ci metto anche io eh..). 

Il sole è un miraggio che si avvicina. Breve discesa danzando sulle rocce, e a Passo Socede riesco a prendere qualche raggio tiepido, e delle folate gelide. La discesa è tutt'altro che banale: tecnicissima, scivolosissima. Azzarderei a descriverla "placche rocciose di I grado". Scivolo veh, mi spavento, risetta la testa.. 

Sembra di scendere tanto, mah. No invece va bene, quello che non va bene è essere sempre all'ombra, questi sassi maledetti che mi tiro sui malleoli: per uno mi manca addirittura il respiro tanto è il male. Setta la testa.. Forcella Magna segna il passaggio tra ombra e sole. Il vento, sempre presente. 

Altra salita, poi incappo in questi tratti. Pietraie, sentieri in single treck, esposti e panoramici, magari in leggere discesa. Mollo le briglie, libero i cavalli, controllo comunque di quadricipiti per frenare e non sovraccaricare le articolazioni. L'aria che mi accarezza le guance. Un senso di libertà mi pervade, e allora la stanchezza non esiste più, solo gioia e felicità. Anche piccole salite possono essere affrontate su questa scia di pensieri. Il naufraga m'è dolce in questo single treck. 

Il panorama è stupendo, il Lagorai lì a guardarmi. Grande guerra presente in ogni angolo della montagna: un luogo che reputo di pace e serenità, sporcato da sangue e deprecabili faide. Prosegui va la, che la strada è lunga e sconosciuta.. 

Discesa per prati, sentieri ripidi, persone che escono dai bivacchi dopo una notte riposante (anche la mia, ma ben più breve), gente che gira in modo classico per sentieri. Io non rompo le balle. Chi incrocio in discesa lo vorrei far passare perchè "precedenza a chi sale": ma tanti prendono paura già quando sono a 20m di distanza e vedono questo bufalo correre in discesa. Chi "raggiungo" lo supero quando posso, oppure aspetto sia lui a notare che qualcuno gli sta col fiato sul collo. Rispetto innanzi tutto. 

Eccolo il Rifugio Caldenave! Altra sosta per bere, mangiare, e guardare la cartina. E di nuovo prendere un po' di sole. La situazione si sta scaldando, avrei quasi in mente di mettere i pantaloncini corti ma..meglio aspettare. 

Un gregge di pecore sbarra il sentiero per 150m, tornante compreso. Sentiero che taglia un costone ripido, cerco di essere il Mosè del Mar Bianco di lana, educato, calmo, senza spaventare le bestie, ma che due coioni! Minuti per superare 150m di terra. Poi pietraia ripida a sentimento e ghiaione scomposto dai temporali fino a Forcella Ravetta. 

E guarda un po, cielo carico: sta a vedere che oggi prendo l'acqua. Giornata limpida, ventosa e fresca: ma dove? Mamma cara, come non vorrei fare il meteorologo di questi tempi: mai il termine "previsioni" è stato tanto azzeccato! 

Di nuovo, traversone sul pendio, corricchio dopo aver mangiato la mia barretta milka: infatti, troppo ingordo, mi sento pesante. Cammino, risalgo verso il Forcellone di Cimon Rava. Zone frequentate ma che hanno sapore selvaggio per me che non le conosco: che poi, frequentate, nelle parti alte non è che stia trovando tanta gente.. 

La cima è a due passi..perchè non andarci? Altri metri di placca di I e poi breve paretina per giungere in vetta (dove ovviamente non prendo la via più facile..). Gran panorami e la voglia di esplorare ancora di più: veh chre crinali, che sentieri, che creste, chissà la dietro cosa c'è. 

Dietro il mio angolo c'è la sete di birra e la voglia di arrivare presto all'auto. Quindi torna giù, riprendi i bastoncini e scendi. Corsetta a saltare sui massi, ad accorciare o allungare i passi a seconda della sconnessione del sentiero. Un agnello solitario che ha perso il gregge: momento tristezza. Ma che posso fare io? Nulla. La natura è cinicamente sincera. Il cinismo sincero lo reputo un pregio. Il pastore tornerà a prenderlo. 

Il sentiero compie ampi raggi che disorientano: meglio, minor pendenza vuol dire maggior possibilità di correre senza frenare troppo. Spit sulle pareti e voglia di arrampicare.. Il Lago di costa Brunella: acque limpide, blu, io caldo, gambe stanche, piedi gonfi. Voglia di fare il bagno.. Scendi pirla.

Alla diga trovo due persone e zero cartelli. Estraggo la cartina mentre mi chiedono indicazioni: "sì sì, si scende di la sotto la diga". Anche loro stanno percorrendo l'Alta Via del granito, questo è il loro ultimo giorno..di tre. Corri giù dai, che fai in tempo a fare tutto e esser a casa per cena dagli amici.

Ultimo tratto di discesa, pratoni con erba alta e poi bosco sconnesso. Ginocchia che iniziano a cantare canzoni metal, mi fermo a prendere fiato e forze. La parte finale della discesa coincide con l'ice arena: le cascate di Malga Sorgazza. Ogni anno una puntatina la faccio, ma ora che non c'è più Maurizio e la sua accoglienza..non so. 

Ecco la malga, ecco il maraspa: parcheggio imballato di auto, schiamazzi. Quanto stavo meglio lassu. Alla fine ci ho messo 7h30 (pause comprese), contentisismo! Ora però.. piedi a bagno nel lago, mars, birra. Contemplazione, soddisfazione dei giorni passati e..rituffiamoci nella solita routine, nelle preoccupazioni e nei pensieri della pianura.

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