sabato 26 agosto 2017

Innamorarsi del granito: Cresta NordOvest di Cima Plem

Bisogna esser pronti a tutto. Anche agli inconvenienti dell'ultimo momento che impediscono al compagno di cordata di esser presente; ma data la sua disponibilità per domani, non cambio piani e parto per una trasferta adamellica alla scoperta dell'arrampicata su granito. Potevo già esserci la settimana di ferragosto, ma anche lì all'ultimo mento cambiarono i piani. Sempre pronti bisogna essere!
Pronti via, auto di nuovo carica e pronta a ospitarmi per dormire. Solo che fatica arrivare al Ponte del Guat, che sonno.. Che strade verso la fine! Per fortuna mi viene in mente di mandare un sms a casa prima, perchè poi il cellulare non prenderà fino a quando non tornerò in valle: spettacolo.
Suona la sveglia, e intorno a me è già un brulicare di persone che arrivano e partono: ella madonna, io che pensavo di esser mattiniero! Il giro che ho pensato è ambizioso, lo temo lungo, lo sò tecnico: Cima Plem, ma salendo dalla Cresta NordOvest. Vabbeh, arriviamo al Rifugio Tonolini poi vediamo se no se fare la normale passando per il Passo Cristallo.
È incredibile come la "montagna" sappia essere plurale. Nel senso che ogni luogo ha le sue caratteristiche. Si parte su forestale nel bosco, e dopo la Malga Premassone, boom un sentiero ripido di ciottoli impenna verso sinistra. Squarci nel bosco mi consentono la visuale su un canale finito nella to do list dopo averne letto il report. Ma intanto oggi..
Zigzag che sembrano portarmi altrove, mentre intorno il sole sorge e illumina le cime. Ancora verde prima di trovare il grigio. Mi godo il paesaggio, brullo e selvaggio, solitario. Non guardo l'orologio ma cerco anche di non perdere tempo. Verrà un weekend di brutto altrove, così riposerò totalmente, no?! No.
Nelle praterie in vista della diga del Baitone. Le prima creste in vista, e l'aria frizzante. Scorro sul lato del Lago Baitone sapendo che la scelta sul da farsi si avvicina. Dovrei essere in grado, dovrei esser pronto, ma in montagna non tutto è controllabile.
Un caffe al Rifugio Tonolini: è presto, sono stato veloce. Potrei anche concedermi di salire al Passo di Premassone, valutare la cresta, e se non me la sento tornare giù e risalire al Passo Cristallo. Ma sì dai, facciamo così.
Intano non posso non pensare quando qualche anno fa passai di qui con Erica, Marco e Riccardo , per uno dei giri più epici della storia (correlati alle nostre capacità): Malga Caldea, Passo di Premassone, Rifugio Tonolini, Rifugio Gnutti con pernottamento, via Terzulli, Monte Adamello, Passo degli Italini, Passo Brizio, Malga Caldea. Anche gli altri tre se lo ricordano bene mi sa..
E il verde lascia posto al girgio. Al rosa. Al  nero. Al rosso. Questo granito ha mille colori diversi! Massoni su cui saltare, giocare, tirarsi di quadricipite, scivolare (ziocca). Equilibri approssimati su questo Mikado di pietre.
Eccomi al bivio per il Passo Cristallo. Un occhiata alla cresta. Oh però se è ripida in alto. Va beh, vado a vedere. Continuo la danza sulle pietre, lo scivolamento di scarpe quando mi coglie impreparato dello sporco sulla roccia o un salto azzardato.
Ancora all'ombra, ma meglio così. Il Lago di Premassone è uno specchio perfetto con questa acqua calma e limpida. Spettacolo. Altri pochi metri e sarò al Passo di Premassone, ma il sentiero qui si perde parecchio: cammino non obbligato, e siccome a me interessa salire la cresta e non scendere in Val d'Avio..punto verso la cresta.
Pausa cibo, bere, imbragarsi (che non si sa mai), un po' di materiale (come prima), il casco (eccerto) m ancora niente scarpette. Camosci grandi e piccini pascolano sulla prima parte della cresta, loro forti delle quattro zampe e della classe che hanno nell'andare per grippi. è la mia volta? Andiamo su.
Prima parte facile. Si sale bene e comodi, le mani servono poco. Poi c'è da aggirare a nord la prima elevazione, e partiamo male. "seguire la cengia erbosa", ma quella che seguo sale a un vicolo cieco. Che palle, scendo ne seguo un altra che scende, questa forse è giusta, e i primi III si fanno sentire con le scarpe.
E ora, seconda elevazione. Si sale bene, prima tra sfasciumi, poi la roccia migliora e si fa più ripida, le mani servono. Servono alla grande! Placchetta finale con passi delicati e muschiosi e..cucu! Mentre arrampico all'ombra, puntando al terrazzo soleggiato della "cima", da lì un camoscio si sporge. Siamo a 3m uno dall'altro e ognuno pensa la stessa cosa "ma che diavolo ci fa lui lì?!". Scappa e mi lascia il posto.
E ora la discesa alla Carmelo. Madonna che affilato questo spigolo! Letteralmente si sta a cavalcioni, avanzando con le mani e tirando su il culo tenendo stretto lo spigolo con l'interno delle gambe. Ecco, questa esperienza mi mancava! Mado' che caga.. Ho gli adduttori di ghisa.. Si allarga, salgo in piedi, esposizione. Si restringe, e torna a fare esercizi per l'interno coscia..

Porco cane che avventura! Arrampicare stringendo l'interno non mi era mai capitato! Altro che yoga!, OK, non può che essere il Passo del Soldato questo, vedo il canalone a destra e la cengia a sinistra. Metto le scarpette adesso che nel diedro è meglio averle. E parte l'odissea, la piccola odissea.

Una relazione dice di percorre 15m di cengia, un'altra alcune di decine di metri, un altra 150m. Uno ha preso un diedro errato trovandosi su del IV+ (da solo anche no, grazie), un altro dice di non prendere il primo invitante dietro. Io non vedo una mazza, che cazz.
Conta i passi per capire quanti metri cammino. Terreno instabile ed esposto, mani su rocce mobili e piedi su terriccio misto ghiaia. Bellissimo, eh! Cammina, guarda su, vedo nulla. Un diedro nero e uno bianco, mah, qui è tutto uguale, tutto indecifrabile. Ma ormai sono qui e devo andare.

Avrò fatto 200 passi, mi son rotto, ora salgo. Sembra abbordabile qui, più su..sperom. E sta per sbocciare l'amore. Ma quanto è bello il granito (solido)! Piedi in aderenza che ci stanno, lame e lamette da afferrare, fessure orizzontali nette e dritte (solo dita). La verticalità che si fa ampia. Il labirinto di blocchi.
Cerca la via, a destra liscio, a sinistra più verticale ma con roccia indebolita da fessura e tacchette. Dai che dura poco, una volta in cresta sarà tutto più facile: qui non c'è possibilità di errore, meglio dosare bene i piedi, tastare bene con le mani, fidarsi poco.
Vedo il sole, sono al sole, sono in cresta. Chissà in che punto.. Troppo giù? Troppo su? Beh, in ogni caso si impenna bene la bambina.. Bando alle ciance, salire verso la tranquillità! E la salita si fa più plaisir, ora che le difficoltà maggiori le credo superate. E infatti cerco di non prendere sempre il terreno che pare più facile, ma di godermi questa bella arrampicata..
Mah, mi pare d'esser quasi in vetta, ma è impossibile, dall'anticima alla cima mi pareva ci fosse della strada. Stiamo calmi, come diavolo scendo da qui?! Ma porco cane, dimmi te mi devo trovare a disarrampicare dello strapiombo.. Occhio questa si muove, questa si muove tanto! Giù, due passi e..
E sono in vetta a Cima Plem, tie!
Bella salita, non banale, ma di cresta come piace a me, esposta come amo arrampicare. Mi godo il panorama, e prima di mangiare libero i piedi dalle scarpe: su queste lastre di granito si può stare a piedi scalzi, e lo faccio. Che secco intorno però..
Una bella pausa appagante e rinfrescante, e ora giù per la normale. Interessanti placconate che da bagnate o verglassate devono essere più che mortali. Di nuovo il grigio ha lasciato posto al rossiccio. La mia sete di birra si fa sentire, ma qui non è il caso di mettersi in modalità corsetta.
Da Passo Cristallo la cresta non si vede. Continuo la mia discesa, che si fa man mano lunghissima in queste blande pendenze e paesaggio uniforme: placche rocciose intervallate da un po' d'erba sparsa. Ma preferisco corricchiare sulla roccia..
In vista dell'acqua, dei laghetti, la voglia di fare un bagno con questo caldo torrido.. Intanto al Rifugio Gnutti mi faccio una birra per reidratarmi. Mangio e mi svacco va la, che non mi corre dietro nessuno! Gente che arrampica, gente che torna dall'Adamello, gente che arriva urlando in direzione di suoi amici lontani. Ma comunque posti selvaggi e dal non facile accesso.
Andiamo a vedere queste famose Scale del Miller. Che palle la discesa oggi! Mi spinge bene solo la voglia di rinfrescarmi. All'ombra nella parte più ripida, con qualche altro scivolone, e poi si spiana sui pascoli adamellici: prati, qualche albero, e massoni erranti.
Ultimo tratto di strada forestale per arrivare al Ponte del Guat. Sono sul ponte: riesco a scendere? Mah vediamo, passo davanti all'auto, ecco il passaggio! Metto via un po' di roba e scendo a fare un bagno integrale, sollievo. Lavatina con sapone biodegradabile e sono come nuovo!
Torno alla macchina e il cell ancora non prende: sono cotto, dormo un po'. Sveglia con un gocce di pioggia che non si capisce da dove arrivino, accendo l'auto e parto per scendere. Dopo aver letto un bruttissimo messaggio, ne leggo un altro, brutto anch'esso ma non certo paragonabile "domani non riesco". Bon, torno in pianura. Io almeno posso tornare.

(Ciao M)

Qui altre foto.
Qui report.
Qui la guida.

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