domenica 19 novembre 2017

Appagamenti senza tecnicismi: Cusna ventatamente imbiancato

Ci sono giornate che vanno ti riempiono anche senza tecnicismi o cose sofisticate: la nostra intenzione era comunque di percorre un itinerario alpinistico, ma desistiti per un paio di buoni motivi, ne è venuta fuori comunque una gran bella giornata da gambe, polmoni e cuore (non solo per la fatica).
L'idea sarebbe quella di partire di buon ora, e lo facciamo. Ma il sonno e la stanchezza , microsonni lungo la strada e delle sveglie che sembrano puntate ma non lo sono, ci fa arrivare con un'ora di ritardo sulla tabella di marcia. Si parte lo stesso con la frontale, non fa nemmeno troppo freddo e almeno qui il vento non c'è: ma so bene che ci può sorprendere più su..
Stefania al suo primo (primo?!) approccio con le ciaspole avrà una piena giornata d'odio: prima utili, poi vele, poi trappole, poi giavellotti. Ma pure una bella giornata appagante con ambienti maestosi, dolci e amari, e foto spettacolari. Saliamo per il solito sentiero che ci porta verso il Passone, ammirando la dama bianca che tutto ha avvolto.
Un'alba lontana vista in mezzo ai nudi faggi ci fa capire che siamo in ritardo, ma meglio così forse. Infatti quando il bosco inizia a farci percepire che finisce, inizia il vento, il solito vento appenninico che frusta. Sosta per mangiare qualcosa, giacchetta e si riparte. Il Passone meglio lasciarlo stare e puntare ai crinali a destra, meno pericolosi. 
Vento, vento, vento, e il sole coperto dalle nuvole. Ma che freddo.. Ma che bello. Bianco a più non posso, che contrasta con un azzurro brillante del cielo: due colori che si donano a vicenda, che si combinano in un senso di pace e serenità senza paragoni.
Finalmente il sole emerge dalle nuvole, ma quando ormai siamo in balia del vento. ben presto tocca toglier e le ciaspole che iniziano a essere troppo scivolose su queste pendenze e con questa neve ghiacciata. Daje de punta! E via a goccia d'acqua a scalciare come un toro. Con le ciaspole che, tenute in mano per non togliersi lo zaino, fanno effetto vela e..ci sbilanciano spesso.
Sbuco sulla schiena del gigante, con gli ultimi metri che fanno sentire a pieno la potenza del vento che soffia da sud! "Ste occhio agli ultimi metri, arpionati bene". Non un canale tecnico o simili, ma in ogni caso sbuchiamo su qualcosa che ci cambia completamente la visuale di quello che avevamo finora. E il crinale, compreso Prado e Cipolla, sono dentro le nuvole.
Scarsa visibilità e vento impetuoso: no good per affrontare una cresta. Cerchiamo un posto al riparo, e una delle soddisfazioni maggiori è qui che mi aspetta: la Ste non riesce a parlare per il congelamento facciale. Ho trovato il sistema per! una conchetta ci ripara a sufficienza per poter banchettare e godere del luogo, del posto, delle luci, delle nuvole che accarezzano le montagne.
Fine della pausa, ora mettiamo i ramponi che la cresta precedente non era gustosissima senza. Le nuvole decidono di accompagnarci nella nostra marcia verso la vetta del Cusna: ma mica le volevamo.. Fortuna il posto lo conosco e so dove andare.
Spettacolari i giochi del vento con la neve. Vento che sposta, lavora, irrefrenabile. Muri di neve di due metri, e pochi metri a valle l'erba in vista. Onde bianche che danno una dinamicità a qualcosa che spesso siamo abituati a pensare statico. Beh si deve vedere, non si può scrivere ne leggere.
Sempre da soli, si arriva agli impianti, spenti. Proseguiamo verso il Sasso del Morto sotto cori da stadio che servono per ringalluzzire lo spirito. Buchi nella neve, trappole per le caviglie, e ancora scarsa visibilità che non ci fa percepire quanto manchi (beh io lo so, lei no). Tutta la cresta, ed eccoci al passo sotto la vetta principale.
Ovvio che si va per le roccette, almeno un po' di brio oggi! Cerco pure di complicarmi la vita, famelico di arrampicare su roccia e usare tutti gli arti che ho. Una breve paretina finale mi rilascia le ultime endorfine, e quando mi giro dietro "Ste ma che fai, segui le mie michiate?!".
Ed eccoci in cima, dove il vento non ci lascia, ma almeno le nuvole si sono un po' diradate per lasciarci ammirare un po' di panorama. In compagni, perchè ormai non siamo più soli, la giornata inizia ad affollarsi. Fame e sete, ma troppo vento qui, si scende a cercare un posto riparato, ma si scende tanto!
Si trova il meno peggio, e infatti la pausa non è molto lunga ne gustosa. Il tempo di mangiare qualcosa e mettere gli occhiali da sole. Poi già verso la Peschiera Zamboni, dove torniamo a essere un po' più soli, e dove ammiriamo la conca nordest del Cusna. Che voglia di fare ancora. E guarda qua, un bel masso comodo dove sostare al sole.. tardi, si va!
E al di la del fosso, inizia la tragedia: la neve torna bella fresca e si affonda parecchio. Ma finchè siamo in discesa marcata, si può continuare. Solo che passiamo sopra dei ruscelli, e non è bello: due tre tonfi verso il basso mi fan paura di passare dal trekking alle immersioni. No no, meglio rimetterle..
Le ciaspole. Vanno rimesse, si affonda troppo, ma in discesa se non sono ben strette, sono a rischio di uscita continuo. E infatti la ragazza se ne accorge e comincia a maledire gli attrezzi infernali, ma utili d'inverno. Eh lo so, scomodi a volte, ma impara ad usarli. E il vento spazza ancora, anche qui.
Tanta pazienza ad aspettare la Ste, ma così posso inebriarmi maggiormente dell'ambiente calmo e pacato innevato.
Giù per il sentiero, perchè prendere le piste? Rimaniamo lontano dalla bolgia finchè si può.. Un continuo litigare con le ciapsole per lei, e io che mi cero la neve fresca per divertirmi di più. Solo che il bivio che porta a Febbio non arriva.. Inizio a temere che finiamo alla Peschiera Zamboni.. No eh.. Eccolo! e possiamo pure togliere le bagaglie ai piedi, e sentire odore di "svacco".
Parcheggio, auto al sole, tepore. Ci si cambia, si sistema, giro l'auto in modo che sia rivolta al soel per quando vorremo dormirci dentro prima di ripartire, e via sulla panchina al sole a mangiare panini e bere birra! Finito lo spuntino..il sole tramonta dietro il gigante, spegnendo le nostre speranza di una dormita paonazza al sole. Tocca andare al parcheggio di Villa Minozzo!

Qui altre foto.
Qui report.

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