domenica 6 maggio 2018

Il Santo col manganello: Cengia Grassa (Rossa) e Caldo Inferno (Inverno)

L'incertezza meteo non consente ascensioni alpinistiche, e nemmeno vioni di roccia a valle. Ma tra un cosa e l'altra, maggio è praticamente già finito, e quindi la voglia di arrampicare è scalpitante. Dovevamo essere in 4, finiamo in 2: la meta resta la stessa, quella Arco che fino a qualche anno fa denigravo, e che ora invece frequento assiduamente, tanto che ormai la signora della pasticceria La Bologna ci riconosce alla colazione pre arrampicata.
E così eccoci qui, in una bella giornata che parte bene sulla Parete di San Paolo e poi finisce a bastonate. Beh bastonate, direi che il santo mi riempie di manganellate vista l'intensità, le ferocia, la frequenza delle botte. Una testa che ci molla ma che non ci vuole mollare e cerca il modo di sopravvivere fisicamente e spiritualmente. Mo' vediamo prossima uscita come va..
Parcheggio a La Lanterna, dove poi sarà doverosa una consumazione per rendere l'obolo del posto auto, e via di corsa verso.. verso.. Vie sportive o alpinistiche? Decidiamo messo piede sulla strada asfaltata con uno dei migliori metodi quando si è indecisi su cosa scegliere: il pari o dispari. Si va verso le sportive, sperando di riuscire a fare entrambe: maledetta ingordigia.
Si ruma nell'avvicinamento della Parete di San Paolo, ed eccoci arrivare giusto giusto alla Cengia Rossa: beh sulla carta è più dura di quel Caldo Inverno che mi cacciò mesi fa, quindi partiamo con questa. Solo noi al momento, ma ben presto formichine arrivano dietro di noi e quasi tutte se ne vanno su Sabina, che diventa cosi affollata da 10-12 persone: follia.
Parte Giorgio, che squadra che vince non si cambia, quando sono con lui, parte sempre lui. E direi sia evidente che oggi siamo la limite: sale con calma, si muove delicato, e quel traversino lassù vedo che lo lascia pensare bene prima di arrivare in sosta. Intanto che caldo che fa.. Però son contento, ci arrivo pulito in sosta.
Ok, vado io. Meno male nessuno sopra di noi e una cordata sotto di noi ma che resterà distante. Peccato il caldo che mi obbliga all'uso della magnesite: che mi vorrei spalmare anche in fronte, se servisse ad assorbire il sudore..
Riparte Giorgino per l'altro tiro duro della via. E anche qui non c'è male, ma con un po' di pazienza entrambi passiamo bene. Tiro lungo come da relazione per superare anche qui metri di trasferimento. Insomma dai, va ancora bene. bastoni nel senso che magari si sperava di esser messi anche meglio, ma va bene,
Riparto con l'ottica di unire i prossimi due tiri in modo da risparmiare tempo. Accidenti allo strampiombetto! Provo a passare a destra che sembra più facile, ma poi finisce su una pancia senza mani. Calma e gesso, torna giù e prendilo di petto: mani ce ne saranno vero.. Beh, non manone ma..uff, issato. Passaggi particolari per arrivare in sosta, ma anche questa è fatta.
Cordata alternata, e va il mio amico a districarsi in queste strani conformazioni rocciose che sembrano un caotico assemblaggio di mattoni giganti. Infatti ognuno dei due la leggerà in modo diverso, ma l'importante è il risultato.
Ultimo tiro, placca ne abbiamo?! Che cavolo se ne abbiamo! Peccato solo questo piede che mi si incastra in una fessura, con l'altro su un appoggino unto che se scivolo mi spacco quello incastrato. E vabbeh, A0 e buonanotte, preferisco portare a casa le articolazioni e ossa.
Foto di via ed eccoci, bastonati ma felici su questa caratteristica cengia davvero..rossa. Giù di corsa che magari resta tempo di farne un'altra. Scendendo troviamo parecchia gente, tra cui FurlaniGogna. Finiamo troppo avanti e tocca tornare indietro per trovare l'attacco di Caldo Inverno, che abbiamo lasciato per seconda in modo da salire la più dura da freschi e lasciare la più facile per eventuale seconda.
Più facile un corno! Dalle relazioni sulle guide dovrebbe essere così, ma dalla nostra esperienza decisamente no, e da altre relazioni trovate in rete..nemmeno. E poi è davvero unta. Luccica la maledetta. Madonna che bastonate, che legante, che manganellate! Ma veniamo con ordine.
Il primo tiro mi aveva lasciato perplesso già l'altra volta, perciò lascio partire Giorgio: così facendo mi toccano i due tiri chiave della via, ma tanto sono dei 5c, che ho fatto anche prima, quindi sono quasi sereno. Ma già sulla prima lunghezza siamo lenti, delicati, e io azzero tanto. C'ho paura evidentemente, non la sto prendendo bene, e tutto questo unto non mi piace per nulla. Un conto sono le difficoltà, un conto sono avere tutti i piedi saponati che scivolano anche sul pari.

Tocca a me partire per il diedro. Sembra più facile attaccare sulla destra e poi traversare a sinistra, rinvio nei cordoni marciotti, lo spit ancora su. Ma traversare è durissima, un piede sinistro su quasi nulla, il destro su un bel terrazzino ma scivoloso: se smetto di caricarlo totalmente, sento già il piede andare via. Appoggio il sinistro su qualcosa che sembra buono, ma scivola via. Le mani sono pessime. Provo a sbilanciarmii a sinistra, mollando il piede destro..

Ecco, sono in trappola. Non riesco a salire, mi ghiso le braccia per stare in posizione, non riesco a riportare il piede destro dov'ero prima. Non riesco ne a salire, ne a scendere. Inizia a fare buio.. La testa tramonta e la notte avanza dentro di me. Sempre più ghisato, le mani che scivolano, le braccia che non tengono, i piedi sull'unto. Qualche frase col mio amico per trovare una soluzione, ma avvisandolo che sto cedendo. "Gio, sto per volare, non ce la faccio più"

Volare. In realtà sono un metro e mezzo sopra di lui, rinviato su un cordone marciotto, ma tutto a sinistra. Volando ho paura di schiantarmi, o al suolo o addosso a lui. Ma non ce la faccio più. Mi lascio andare. Ziocanta la Baldo Groaz. Ma dura meno e senza conseguenze..fisiche. 
Calmo, pacato, è passata. Bon adesso direi fine. Ma il mio amico mi dice "Se vuoi provo io", ma non è una domanda, è un affermazione. Quasi quasi spero non ce la faccia, così ce ne andiamo da questa via saponata e buonanotte. E invece sale, bene, attaccando la partenza del tiro al centro, e non a sinistra. Ah ma allora era così, è "facile".
Facilissimo. Va beh, ho spento il cervello, ho preso paura, la via è partita male e sta proseguendo peggio. Azzero l'azzerabile, ma anche così fatico e non poco a partire. Una via in A0 con resting su rinvio all'imbraco. Ah ma son proprio in forma!

Dando un occhiata alla relazione dico al mio amico che riparto io, me la sento. E provo pure a concatenare due tiri, così facciamo prima che siamo già lenti e vogliamo tornare presto. Riprendo a fischiettare, parto sul facile e tranquillo. Lascio la vera terza sosta e proseguo. Una bella placca ma con delle debolezze da sfruttare. Debolezze, all'inizio, poi resta solo placca.

Porco cane, ma che è sta roba? Sulle placche ultimamente mi sento meglio, ma dei piedini devono esserci. Questa è verticale e liscia. Zio bomba, ma cosa sono queste sorprese?! Anche azzerando non si sale.. Va beh, cordino e staffa, A1 e vaffanculo. Primo spit così, rinvio sul secondo, mi ci appendo, ma non è finita. Amen, altra staffa.

Rinvio sull'altro spit, cerco di alzarmi e infilare il piede nella staffa sullo spit che ho all ombelico ma il cordino gira, non riesco, cazzo, son ghisato sulle braccia che non tengono il rinvio in A0. Rieccheggia per la valle un grido "Giorgiooooooo Bloccaaaaaaaa". Mamma mai che caga, con le ultime forze riesco a trovare la posizione, a staffare, a dire al mio amico di "liberarmi". Salire con le ultime forze nelle braccia. 
Arrivo in sosta, recupero Giorgio, che vedo anche lui in forte difficoltà su quella placca. Forse sfruttare la fessurina a sinistra. Qualche piede c'era, anche a destra, ma non per il mio 45 di piede.. Va bene, "Gio riparto io? Così concateno i due prossimi e lascio a te l'ultimo che è duro". Ghisato son ghisato, demoralizzato, non in forma ne fisicamente ne moralmente, ma..non mollo.
Porco cane se non mollo! Vado, e dopo poco trovo subito il passaggino delicato in diedro con strapiombo sopra e..piedi unti. Madonna se è unta 'sta via. Ma vado, e nel mentre parlotto pure col mio amico. Supero di petto il risalto successivo senza cercare il facile sulla sinistra, continuo a salire e sostare sotto lo strapiombo ad arco dell'ultimo tiro.
Forza Gio, portami fuori che ho sete, fame, e mi son rotto i maroni! Manganelli! Ma il passa per superare lo strapiombo sembra davvero ostico, tantochè vedo anche il mio amico azzerrare.. Mo vacca miseria, siamo spacciati. E anche dopo non sale proprio allegro.. Dai vai fuori che la finiamo.
Tocca a me,provo a cercare manette che non ci sono, e allora puppa, azzero pure io. Solo che anche dopo è dura.. Pochi piedi, zero mani.. Merda che tiro maledetto anche questo.. A saperlo fare sarebbe bello, con la seconda parte in traverso esposto sul niente, gocciole sui piedi che fan male, l'unica mano buona alla fine, e anche gli ultimi metri da guadagnare.
Siamo fuori, madonna santa! Andiamocene che voglio bermi una birra, dissentante e confortante come quelli che abbandonano nell'alcool le delusioni amorose. Che legnate.. Davanti alla birra ci conforterà sapere che molte relazioni su web danno Caldo Inverno ben più dura di Cengia Rossa. In ogni caso, ceh ridimensionata..

Qui altre foto.
Qui e qui report di Cengia Rossa.
Qui report di Caldo Inverno.
Qui e qui relazioni di Cengia Rossa.
Qui e qui relazioni di Caldo Inverno (vedi sassbaloss come gradi..).
Qui e qui guide.

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