Puntata precedenti qui e qui.
Il giorno dopo la parola d'ordine è rilassarci. Una colazione in una bella pasticceria, un giretto per Cervinia, e poi.. rafting! E finalmente riusciremo a farci una doccia..
Ci siamo, è il grande giorno. Tra
tutti quelli programmati sul Rosa, questo è quello a cui tengo
maggiormente visto che include la Traversata dei Lyskamm: aerea,
sottile, lunga, esposta, panoramica, e in alto. La sera prima abbiamo
fatto poche ma precise domande al gestore e alla guida (Simone Origone) che sedeva al tavolo con noi coi suoi clienti, ma
adesso le chiacchiere stanno a zero, adesso è il nostro momento.
Come da nostra abitudine,chiediamo
della possibilità di fare colazione prima, di lasciarci anche solo i
thermos con acqua calda e qualcosa da mangiare sul tavolo: vogliamo
partire per primi in modo da evitare traffico. 3e30 sveglia, alle 4
siamo in marcia ringalluzziti, ci sentiamo bene. Io dopo il malessere
che mi ha accompagnato da lunedì pomeriggio a ieri mattina prima
della cima del Castore, mi sento in forma: ne sono davvero contento.
Come avevamo temuto il giorno prima
scendendoci, la prima parte di ghiacciaio ci disorienta un po', e per
cercare la via vaghiamo un po' a destra e sinistra: ma la notte è
limpida, nella valle italiana nubi, ma ad accompagnarci sul
ghiacciaio del Felik ci sono le stelle. Poi inizia la salita alla
Punta Felik, e la musica cambia, le gambe devono iniziare a macinare
dislivello.
A un tratto ci fermiamo, noto qualcosa
di strano dietro la cima del Lyskamm Orientale, non capisco cosa sia
quella lama di luce dietro il pendio nevoso..un ufo? Poi in modo
repentino sorge: è la luna. Adesso ci fa compagnia anche lei. E
appena superiamo il pendio per mettere piede sul terrazzo del Felik,
abbiamo la compagnia di tutti i 4000 del Monte Rosa: che spettacolo.
Anche perché inizia ad albeggiare, e questa è la seconda alba a
4mila metri..in due giorni!
Sono li anche i due giganti, i Lyskamm,
col loro profilo possente: ci aspettano? Ieri ho scoperto leggendo la
guida del buon Buscaini (che ci portiamo dietro meglio della Bibbia)
qual'è il loro nome svizzero: Menschenfresser che tradotto sarebbe
“divoratore di uomini”. Quando inizi la cresta, e finchè non la
finisci, sono centinaia di metri di vuoto da una parte e dall'altra.
Se un componente della cordata dovesse scivolare, occorre buttarsi
nel versante opposto per avere qualche possibilità di reggere la
caduta. Non posso non dire che quello che ho letto e che mi hanno
raccontato mi mette un certo timore. Ma ci vuole la paura, aiuta a
rimanere attenti e coi piedi per terra. Beh, in più a cena ho detto
a marco che in cresta ci sono i funghetti di Mario Bros che saltano
da una parte all'altra per magniarti, e devi dargli un colpo di
piccozza per ucciderli!
Inizia la cresta, una cordata davanti a
noi, che presto supereremo. Intanto albeggia sempre più, intanto fa
freddino e tira vento: stare sul filo del rasoio è sconsigliato in
caso di vento. E la creta si rivela subito di parola, abbastanza
affilata, ma la neve è buona, lo spirito di più: canto Celentano,
“a mezzanotte sai..”, canto spesso in montagna, perché son
felice, sono in pace con me stesso. Io sono tranquillo (la cresta del
Monch, mio primo 4mila, me la ricordo più cazzuta, ma ero
accompagnato da guida alpina, qui siamo nelle nostre mani..) chiedo
se lo sono anche Riccardo e Marco. Bene, lo sono, allora andiamo.
Laggiù il Bianco, il Gran Paradiso, il Castore che si fa sempre più
basso: e pensare che per ora è la cima più alta che abbia salito,
sempre insieme a Marco e Riccardo. Una cordata che spero duri per
sempre.
Notiamo due sagome lontane sulla cima
dell'Orientale, loro la traversata la fanno da est a ovest, quello
che è il verso convenzionale, noi nell'altro verso. Ma no non siamo
mica normali.. il fatto di consigliare di partire da est è per via
della cresta est stessa del Lyskamm Orientale, da affrontare prima
che il sole la maciulli. Ma per la traversata dei 4mila del Rosa che
ho pensato, e per poterci garantire un graduale acclimatamento e un
graduale aumento della fatica e dell'impegno tecnico, dobbiamo farla
in questo verso. Intanto l'alba continua, giochi di luce e ombre:
l'ombra del Monte Rosa cade a fianco del Monte Bianco.
Sali sali, e più sali più ai nostri
lati la voragine di vuoto si apre, ma andiamo bene, non fosse per
Riccardo che inebriato dalla quota continua a dire “dai andiamo che
siamo in ritardo!”. E così, tra una pausa per prendere fiato e una
foto, arriviamo in cima al Lyskamm Occidentale (4481m): siamo davvero
contenti, ma adesso viene il bello, cioè il duro. Pausa breve e
ripartiamo.
Sul misto siamo scarsi, ci manca
l'esperienza, perciò normale che sul misto a 4400m ci sentiamo un
po' cauti. Ma aggira questo spuntone di qua, sali questa roccia di
la, scendi un po' per poi risalire, andiamo e andiamo che è uno
spasso. Da capocordata devo essere un po' audace e astuto nel cercare
le tracce dei precedessori, e nel valutarle ovviamente. Ma Marco e
Riccardo devono essere sempre attenti non solo a loro stessi, ma
anche a me nel caso di un mio passo falso. Essere in cordata è più
che essere amici o soci o compagni, ci vuole un feeling e una fiducia
che credo non si trovino in altre attività umane. Breve calata
(niente doppia, ma calata stile falesia) e il tratto di roccia più
infido finisce, ne resta un altro breve tratto, poi si torna su neve.
Alla fine la cresta ce la mangiamo
senza troppe preoccupazioni e difficoltà: o siamo diventati un po'
bravi, o dei totali incoscienti, o siamo solo fortunati, o tutte e
tre le cose. In ogni caso stiamo bene, ci sentiamo bene. Riccardo ha
già abbozzato l'idea di salire altri 4mila quando finiamo la cresta,
la cosa mi piace, a Marco meno, ma vedremo dopo, peliamo una gatta
alla volta.
Se ti guardi intorno solo cime,
ghiaccio, neve, roccia, nuvole, vento, cielo terso, il sogno di un
alpinista. È il terzo giorno in cui in pratica ci svegliamo e
claziamo subito i ramponi, la cordata non ha pause, non si riposa
tanto, è davvero un sogno. Immersi nella maestosità dei giganti del
Gruppo del Monte Rosa, con la vista superba su altri 4mila del Bianco
e sul Gran Paradiso. Siamo graziati da un meteo che ci concede
giornate favolose, almeno fino al primo pomeriggio, ma va benissimo.
Il punto cruciale del mio progetto era proprio il meteo, trovare
tanti giorni consecutivi di bel tempo a questa quota non è facile!
Ultima salita su cresta nevosa, sempre
guardandoci a destra e sinistra per ammirare e spaventarci del
fascino del vuoto, ed è cima, Lyskamm Orientale, ben 4527m, cima più
alta finora raggiunta dalla nostra cordata. Sono commosso, sono
contento, sono felice. Video. Ce l'abbiamo fatta, e non lo davo per
scontato. Mi guardo intorno, le altre cime, la traversata compiuta,
quello che resta. Non sento la quota, il mio fisico adesso sta bene,
posso assaporare il momento. È la realizzazione di uno dei progetti
alpinistici più arditi che (finora) avevo in programma. Ne parlavo
anni fa con Erica, con Roberto, con Nicola (“ragazzi, dei giorni
che fate sul Rosa la traversata dei Lyskamm interessa anche a me,
magari riuscissi a venire”), la sognavo coi video di youtube
. Ma prima di poter dire che la traversata è nostra, occorre
scendere al Colle del Lys.
Già perché la cresta est è anche lei
un tratto chiave. E in discesa le difficoltà aumentano. Ma ce la
facciamo senza troppi problemi, col giusto grado di attenzione e
senza nessuna tensione inutile. È fatta, adesso possiamo dire che la
Traversata dei Lyskamm è nostra. Onestamente, come detto, credevo
fosse più aerea e più sottile. Il mio metro di paragone era la
cresta finale al Monch dal Monchutte, ma si vede che li ero un
pulcino alpinista, adesso posso quasi credere di essere un alpinista
dilettante.
Finalmente ora di mangiucchiare
qualcosa, bere e spogliarci. Al buio, all'alba, in quota, al vento,
faceva freschino, adesso il sole è alto e si sente. Marco non si
oppone troppo alla salita di altri 4mila per aumentare il bottino,
finché siam qui sarebbe giusto approfittarne. Già..il programma dei
prossimi giorni prevede stasera pernotto al Gnifetti, domani salita
di tutti i 4mila minori per poi arrivare alla Capanna Margherita, li
dormire (sperando ci sia posto, giorni fa mi dissero fossero pieni) e
il giorno dopo Zumstein, Doufur e Nordend, per poi rientrare. Ma
Roberto mi ha già annunciato meteo bruttino per domani, perciò
inizia a farsi largo l'ipotesi di scendere già stasera..
Allora via verso il prossimo 4mila,
Punta Parrot! Li chiamano 4mila minori, perciò non sarà così
dura..e invece! Dal basso non sembra, ma dopo lo scivolo di neve da
salire, dove trovaimo ghiaccio vivo, la cresta per arrivare alla cima
è lunghetta, affilatina anche lei, e quindi più impegnativa di
quello che pensavamo. Marco infatti inizia ad averne abbastanza, ma
arriviamo in cima anche a Punta Parrot (4436m): 4436?! Pensavo fosse
più bassa! Scendiamo subito per via del vento che ci sta martoriando
il viso.
Riccardo ha preso il comando in
discesa, e arrivato al bivio delle tracce prende verso sinistra:
evvai, allora saliamo anche il prossimo 4mila! Ludwigshohe (4342m) e
il bottino sale. Qui tira meno vento, allora ci corichiamo sulla neve
(pur sapendo che quando ci solleveremo avremo il culo congelato) per
assaporare la giornata, per respirare il profumo della soddisfazione.
Uno sguardo ai Lyskamm, uno sguardo intorno. Poi via, siam qui, il
prossimo è a un passo.
Corno Nero (4322m), nostro anche lui,
nonostante un traffico infernale per salire, guide che portano su i
clienti come mucche al pascolo. Ma ci sono passato anche io, devo e
posso capire. Scendiamo anche da questa cima, e scambio due
chiacchiere con una guida francese “se fossi al vostro posto e se
al capanna margherita c'è posto, starei qui, domani salgo al
margherita e venerdì finisco con le altre cime, han messo tempo
buono per dopodomani, anche se domani temporali”.
Mettiamo così man mano piede
sull'autostrada del Lys, con le nubi che incombono da valle mentre in
quota tutto è ancora abbastanza sereno. Iniziamo a scendere nel
regno dei seracchi e crepacci, che saltiamo mano mano “Marco
occhio, ne salto uno”. La neve si fa molle, e quindi anche se in
discesa si fa una certa fatica. Anche perché, a conti fatti, oggi
arriviamo a quasi 1500m di dislivello a queste quote..ragguardevole.
E avvicinandoci al Rifugio Gnifetti le
cose non migliorano.. Non posso nemmeno dire a Marco e Riccardo di
stare attenti perchè sto attraversando un ponte, perchè nello
stesso momento lo stanno facendo anche loro. Io e Marco prendiamo in
giro Riccardo, che visto che il primo giorno è caduto in due crepi, lo farà anche oggi. Ma alla
fine arriviamo al rifugio. Birra, panino e torta, e siamo tutti
contenti. Accendo il cellulare per avvisare i cari e chi faceva il
tifo per la nostra traversata.
Riccardo e Marco entrando a prendere le
birre e la torta chiedono se ci sia posto a Capanna Margherita
domani: no. Roberto per sms mi conferma le avverse previsioni per
domani. In tre giorni abbiamo salito dieci 4mila:
Breithorn Occidentale 4165
Breithorn Centrale 4160
Roccia Nera 4075
Gemello del Breithorn 4106
Castore (ripetizione) 4228
Lyskamm Occidentale 4481
Lyskamm Orientale 4527
Punta Parrot 4436
Ludwugshohe 4342
Corno Nero 4322.
Il mio bottino personale sale (insieme
a Monch, Jungfrau, Auguille de Rochefort, questi tre con guida
alpina, Bishorn, Polluce) a 15 4mila, quello di Riccardo a 12 (con
lui ho salito tutti i 4mila senza guida alpina) e quello di Marco a
11 (al quale a differenza di Riccardo manca il Bishorn). Siamo sazi.
Come vezzo personale ho superato la quota 13 del nostro caro mentore,
ho argomento di invidia da parte sua, e la cosa mi rende orgoglioso
(spero anche a lui).
E così decidiamo di scendere a valle,
di lasciare questo regno incantato in anticipo rispetto al programma,
ma con la consapevolezza che il meteo e le condizioni ci hanno già
regalato tre giornate di bel tempo, cosa non facile e invidiabile. Ma
l'avventura inizia ora: tornare coi mezzi pubblici dal Rifugio
Gnifetti a Cervinia. Senza considerare che sono tre giorni che non ci
laviamo, che più o meno indossiamo gli stessi vestiti, e che ne
abbiamo fatte di sudate..
Discesa verso Punta Indren, in mezzo a
sfasciumi, canaponi, nebbia, e ciò che resta del ghiacciaio di
Indren (una lastra di ghiaccio vivo sulla quale scendono sassi).
Funivia verso il Passo dei Salati, poi verso il Rifugio del Lys e in
seguito a Staffal. Adesso lo zaino pesa eccome.. Tutto il nostro
materiale sta al suo interno, non più addosso: cambia per la
schiena.. A Staffal autobus per Pont Saint Martin, dove alla stazione
dei treni il nostro trasporto arriva in ritardo perché ha investito
un mulo: il treno arriva con la testa della locomotiva bella
imbrattata di schizzi di sangue. Povera bestia. Arrivo alla stazione
di Chatillon, dove aspettiamo l'autobus per Cervinia. Studiare il
rientro non è stato facile..
Dopo aver preso la prima funivia alle
15, arriviamo alla macchina alle 20e30.. Cosa desideriamo? Una
doccia, una birra, una pizza: a caccia della prima pizzeria! E con
una bella pizza, due medie, un dolce, finisce la nostra avventura sul
Rosa. Cerchiamo un campeggio e alla fine ne troviamo uno che ha
posto, ma così tardi nessuno ha voglia di far la doccia, e finiamo a
letto tutti zozzi e puzzolenti.
Il giorno dopo la parola d'ordine è rilassarci. Una colazione in una bella pasticceria, un giretto per Cervinia, e poi.. rafting! E finalmente riusciremo a farci una doccia..
Come finale vorrei ringraziare Roberto,
che da casa ci ha fornito l'evoluzione del meteo, cosa utilissima
passanso tre giorni fuori dal mondo. E ci sentiamo di ringraziare
anche Nicola, che nonostante ci avrà (sanamente) odiato pensandoci
sulla neve mentre lui si cuoceva sotto il sole greco, capirà che
tutto ciò è anche merito suo, dei suoi insegnamenti, del suo
“tenerci sotto l'ala”, e allo stesso modo tutte le persone che ci
hanno insegnato l'alpinismo e quelle che ce l'hanno fatto amare. Infine un grazie a noi tre, perchè
gambe, polmoni, cuore, testa, alla fine li abbiamo messi noi, e
nessun altro.
All'anno prossimo, per l'assalto al
Gruppo del Monte Bianco!
Qui altre foto.
Qui video dalla vetta del Lyskamm Orientale.
qui relazione coi tempi.
Non posso fare altro che farvi i miei più sentiti complimenti.
RispondiEliminaOltre che a crepare d'invidia!