mercoledì 15 agosto 2012

Alla conquista dei 4mila del monte Rosa, giorno 3/3, il cruciale

Puntata precedenti quiqui.

Ci siamo, è il grande giorno. Tra tutti quelli programmati sul Rosa, questo è quello a cui tengo maggiormente visto che include la Traversata dei Lyskamm: aerea, sottile, lunga, esposta, panoramica, e in alto. La sera prima abbiamo fatto poche ma precise domande al gestore e alla guida (Simone Origone) che sedeva al tavolo con noi coi suoi clienti, ma adesso le chiacchiere stanno a zero, adesso è il nostro momento.
Come da nostra abitudine,chiediamo della possibilità di fare colazione prima, di lasciarci anche solo i thermos con acqua calda e qualcosa da mangiare sul tavolo: vogliamo partire per primi in modo da evitare traffico. 3e30 sveglia, alle 4 siamo in marcia ringalluzziti, ci sentiamo bene. Io dopo il malessere che mi ha accompagnato da lunedì pomeriggio a ieri mattina prima della cima del Castore, mi sento in forma: ne sono davvero contento.
Come avevamo temuto il giorno prima scendendoci, la prima parte di ghiacciaio ci disorienta un po', e per cercare la via vaghiamo un po' a destra e sinistra: ma la notte è limpida, nella valle italiana nubi, ma ad accompagnarci sul ghiacciaio del Felik ci sono le stelle. Poi inizia la salita alla Punta Felik, e la musica cambia, le gambe devono iniziare a macinare dislivello.
A un tratto ci fermiamo, noto qualcosa di strano dietro la cima del Lyskamm Orientale, non capisco cosa sia quella lama di luce dietro il pendio nevoso..un ufo? Poi in modo repentino sorge: è la luna. Adesso ci fa compagnia anche lei. E appena superiamo il pendio per mettere piede sul terrazzo del Felik, abbiamo la compagnia di tutti i 4000 del Monte Rosa: che spettacolo. Anche perché inizia ad albeggiare, e questa è la seconda alba a 4mila metri..in due giorni!
Sono li anche i due giganti, i Lyskamm, col loro profilo possente: ci aspettano? Ieri ho scoperto leggendo la guida del buon Buscaini (che ci portiamo dietro meglio della Bibbia) qual'è il loro nome svizzero: Menschenfresser che tradotto sarebbe “divoratore di uomini”. Quando inizi la cresta, e finchè non la finisci, sono centinaia di metri di vuoto da una parte e dall'altra. Se un componente della cordata dovesse scivolare, occorre buttarsi nel versante opposto per avere qualche possibilità di reggere la caduta. Non posso non dire che quello che ho letto e che mi hanno raccontato mi mette un certo timore. Ma ci vuole la paura, aiuta a rimanere attenti e coi piedi per terra. Beh, in più a cena ho detto a marco che in cresta ci sono i funghetti di Mario Bros che saltano da una parte all'altra per magniarti, e devi dargli un colpo di piccozza per ucciderli!
Inizia la cresta, una cordata davanti a noi, che presto supereremo. Intanto albeggia sempre più, intanto fa freddino e tira vento: stare sul filo del rasoio è sconsigliato in caso di vento. E la creta si rivela subito di parola, abbastanza affilata, ma la neve è buona, lo spirito di più: canto Celentano, “a mezzanotte sai..”, canto spesso in montagna, perché son felice, sono in pace con me stesso. Io sono tranquillo (la cresta del Monch, mio primo 4mila, me la ricordo più cazzuta, ma ero accompagnato da guida alpina, qui siamo nelle nostre mani..) chiedo se lo sono anche Riccardo e Marco. Bene, lo sono, allora andiamo. Laggiù il Bianco, il Gran Paradiso, il Castore che si fa sempre più basso: e pensare che per ora è la cima più alta che abbia salito, sempre insieme a Marco e Riccardo. Una cordata che spero duri per sempre.
Notiamo due sagome lontane sulla cima dell'Orientale, loro la traversata la fanno da est a ovest, quello che è il verso convenzionale, noi nell'altro verso. Ma no non siamo mica normali.. il fatto di consigliare di partire da est è per via della cresta est stessa del Lyskamm Orientale, da affrontare prima che il sole la maciulli. Ma per la traversata dei 4mila del Rosa che ho pensato, e per poterci garantire un graduale acclimatamento e un graduale aumento della fatica e dell'impegno tecnico, dobbiamo farla in questo verso. Intanto l'alba continua, giochi di luce e ombre: l'ombra del Monte Rosa cade a fianco del Monte Bianco.
Sali sali, e più sali più ai nostri lati la voragine di vuoto si apre, ma andiamo bene, non fosse per Riccardo che inebriato dalla quota continua a dire “dai andiamo che siamo in ritardo!”. E così, tra una pausa per prendere fiato e una foto, arriviamo in cima al Lyskamm Occidentale (4481m): siamo davvero contenti, ma adesso viene il bello, cioè il duro. Pausa breve e ripartiamo.
Sul misto siamo scarsi, ci manca l'esperienza, perciò normale che sul misto a 4400m ci sentiamo un po' cauti. Ma aggira questo spuntone di qua, sali questa roccia di la, scendi un po' per poi risalire, andiamo e andiamo che è uno spasso. Da capocordata devo essere un po' audace e astuto nel cercare le tracce dei precedessori, e nel valutarle ovviamente. Ma Marco e Riccardo devono essere sempre attenti non solo a loro stessi, ma anche a me nel caso di un mio passo falso. Essere in cordata è più che essere amici o soci o compagni, ci vuole un feeling e una fiducia che credo non si trovino in altre attività umane. Breve calata (niente doppia, ma calata stile falesia) e il tratto di roccia più infido finisce, ne resta un altro breve tratto, poi si torna su neve.
Alla fine la cresta ce la mangiamo senza troppe preoccupazioni e difficoltà: o siamo diventati un po' bravi, o dei totali incoscienti, o siamo solo fortunati, o tutte e tre le cose. In ogni caso stiamo bene, ci sentiamo bene. Riccardo ha già abbozzato l'idea di salire altri 4mila quando finiamo la cresta, la cosa mi piace, a Marco meno, ma vedremo dopo, peliamo una gatta alla volta.
Se ti guardi intorno solo cime, ghiaccio, neve, roccia, nuvole, vento, cielo terso, il sogno di un alpinista. È il terzo giorno in cui in pratica ci svegliamo e claziamo subito i ramponi, la cordata non ha pause, non si riposa tanto, è davvero un sogno. Immersi nella maestosità dei giganti del Gruppo del Monte Rosa, con la vista superba su altri 4mila del Bianco e sul Gran Paradiso. Siamo graziati da un meteo che ci concede giornate favolose, almeno fino al primo pomeriggio, ma va benissimo. Il punto cruciale del mio progetto era proprio il meteo, trovare tanti giorni consecutivi di bel tempo a questa quota non è facile!
Ultima salita su cresta nevosa, sempre guardandoci a destra e sinistra per ammirare e spaventarci del fascino del vuoto, ed è cima, Lyskamm Orientale, ben 4527m, cima più alta finora raggiunta dalla nostra cordata. Sono commosso, sono contento, sono felice. Video. Ce l'abbiamo fatta, e non lo davo per scontato. Mi guardo intorno, le altre cime, la traversata compiuta, quello che resta. Non sento la quota, il mio fisico adesso sta bene, posso assaporare il momento. È la realizzazione di uno dei progetti alpinistici più arditi che (finora) avevo in programma. Ne parlavo anni fa con Erica, con Roberto, con Nicola (“ragazzi, dei giorni che fate sul Rosa la traversata dei Lyskamm interessa anche a me, magari riuscissi a venire”), la sognavo coi video di youtube . Ma prima di poter dire che la traversata è nostra, occorre scendere al Colle del Lys.
Già perché la cresta est è anche lei un tratto chiave. E in discesa le difficoltà aumentano. Ma ce la facciamo senza troppi problemi, col giusto grado di attenzione e senza nessuna tensione inutile. È fatta, adesso possiamo dire che la Traversata dei Lyskamm è nostra. Onestamente, come detto, credevo fosse più aerea e più sottile. Il mio metro di paragone era la cresta finale al Monch dal Monchutte, ma si vede che li ero un pulcino alpinista, adesso posso quasi credere di essere un alpinista dilettante.
Finalmente ora di mangiucchiare qualcosa, bere e spogliarci. Al buio, all'alba, in quota, al vento, faceva freschino, adesso il sole è alto e si sente. Marco non si oppone troppo alla salita di altri 4mila per aumentare il bottino, finché siam qui sarebbe giusto approfittarne. Già..il programma dei prossimi giorni prevede stasera pernotto al Gnifetti, domani salita di tutti i 4mila minori per poi arrivare alla Capanna Margherita, li dormire (sperando ci sia posto, giorni fa mi dissero fossero pieni) e il giorno dopo Zumstein, Doufur e Nordend, per poi rientrare. Ma Roberto mi ha già annunciato meteo bruttino per domani, perciò inizia a farsi largo l'ipotesi di scendere già stasera..
Allora via verso il prossimo 4mila, Punta Parrot! Li chiamano 4mila minori, perciò non sarà così dura..e invece! Dal basso non sembra, ma dopo lo scivolo di neve da salire, dove trovaimo ghiaccio vivo, la cresta per arrivare alla cima è lunghetta, affilatina anche lei, e quindi più impegnativa di quello che pensavamo. Marco infatti inizia ad averne abbastanza, ma arriviamo in cima anche a Punta Parrot (4436m): 4436?! Pensavo fosse più bassa! Scendiamo subito per via del vento che ci sta martoriando il viso.
Riccardo ha preso il comando in discesa, e arrivato al bivio delle tracce prende verso sinistra: evvai, allora saliamo anche il prossimo 4mila! Ludwigshohe (4342m) e il bottino sale. Qui tira meno vento, allora ci corichiamo sulla neve (pur sapendo che quando ci solleveremo avremo il culo congelato) per assaporare la giornata, per respirare il profumo della soddisfazione. Uno sguardo ai Lyskamm, uno sguardo intorno. Poi via, siam qui, il prossimo è a un passo.
Corno Nero (4322m), nostro anche lui, nonostante un traffico infernale per salire, guide che portano su i clienti come mucche al pascolo. Ma ci sono passato anche io, devo e posso capire. Scendiamo anche da questa cima, e scambio due chiacchiere con una guida francese “se fossi al vostro posto e se al capanna margherita c'è posto, starei qui, domani salgo al margherita e venerdì finisco con le altre cime, han messo tempo buono per dopodomani, anche se domani temporali”.
Mettiamo così man mano piede sull'autostrada del Lys, con le nubi che incombono da valle mentre in quota tutto è ancora abbastanza sereno. Iniziamo a scendere nel regno dei seracchi e crepacci, che saltiamo mano mano “Marco occhio, ne salto uno”. La neve si fa molle, e quindi anche se in discesa si fa una certa fatica. Anche perché, a conti fatti, oggi arriviamo a quasi 1500m di dislivello a queste quote..ragguardevole.
E avvicinandoci al Rifugio Gnifetti le cose non migliorano.. Non posso nemmeno dire a Marco e Riccardo di stare attenti perchè sto attraversando un ponte, perchè nello stesso momento lo stanno facendo anche loro. Io e Marco prendiamo in giro Riccardo, che visto che il primo giorno è caduto in due crepi, lo farà anche oggi. Ma alla fine arriviamo al rifugio. Birra, panino e torta, e siamo tutti contenti. Accendo il cellulare per avvisare i cari e chi faceva il tifo per la nostra traversata.
Riccardo e Marco entrando a prendere le birre e la torta chiedono se ci sia posto a Capanna Margherita domani: no. Roberto per sms mi conferma le avverse previsioni per domani. In tre giorni abbiamo salito dieci 4mila:
Breithorn Occidentale 4165
Breithorn Centrale 4160
Roccia Nera 4075
Gemello del Breithorn 4106
Castore (ripetizione) 4228
Lyskamm Occidentale 4481
Lyskamm Orientale 4527
Punta Parrot 4436
Ludwugshohe 4342
Corno Nero 4322.
Il mio bottino personale sale (insieme a Monch, Jungfrau, Auguille de Rochefort, questi tre con guida alpina, Bishorn, Polluce) a 15 4mila, quello di Riccardo a 12 (con lui ho salito tutti i 4mila senza guida alpina) e quello di Marco a 11 (al quale a differenza di Riccardo manca il Bishorn). Siamo sazi. Come vezzo personale ho superato la quota 13 del nostro caro mentore, ho argomento di invidia da parte sua, e la cosa mi rende orgoglioso (spero anche a lui).
E così decidiamo di scendere a valle, di lasciare questo regno incantato in anticipo rispetto al programma, ma con la consapevolezza che il meteo e le condizioni ci hanno già regalato tre giornate di bel tempo, cosa non facile e invidiabile. Ma l'avventura inizia ora: tornare coi mezzi pubblici dal Rifugio Gnifetti a Cervinia. Senza considerare che sono tre giorni che non ci laviamo, che più o meno indossiamo gli stessi vestiti, e che ne abbiamo fatte di sudate..
Discesa verso Punta Indren, in mezzo a sfasciumi, canaponi, nebbia, e ciò che resta del ghiacciaio di Indren (una lastra di ghiaccio vivo sulla quale scendono sassi). Funivia verso il Passo dei Salati, poi verso il Rifugio del Lys e in seguito a Staffal. Adesso lo zaino pesa eccome.. Tutto il nostro materiale sta al suo interno, non più addosso: cambia per la schiena.. A Staffal autobus per Pont Saint Martin, dove alla stazione dei treni il nostro trasporto arriva in ritardo perché ha investito un mulo: il treno arriva con la testa della locomotiva bella imbrattata di schizzi di sangue. Povera bestia. Arrivo alla stazione di Chatillon, dove aspettiamo l'autobus per Cervinia. Studiare il rientro non è stato facile..
Dopo aver preso la prima funivia alle 15, arriviamo alla macchina alle 20e30.. Cosa desideriamo? Una doccia, una birra, una pizza: a caccia della prima pizzeria! E con una bella pizza, due medie, un dolce, finisce la nostra avventura sul Rosa. Cerchiamo un campeggio e alla fine ne troviamo uno che ha posto, ma così tardi nessuno ha voglia di far la doccia, e finiamo a letto tutti zozzi e puzzolenti.

Il giorno dopo la parola d'ordine è rilassarci. Una colazione in una bella pasticceria, un giretto per Cervinia, e poi.. rafting! E finalmente riusciremo a farci una doccia..
Come finale vorrei ringraziare Roberto, che da casa ci ha fornito l'evoluzione del meteo, cosa utilissima passanso tre giorni fuori dal mondo. E ci sentiamo di ringraziare anche Nicola, che nonostante ci avrà (sanamente) odiato pensandoci sulla neve mentre lui si cuoceva sotto il sole greco, capirà che tutto ciò è anche merito suo, dei suoi insegnamenti, del suo “tenerci sotto l'ala”, e allo stesso modo tutte le persone che ci hanno insegnato l'alpinismo e quelle che ce l'hanno fatto amare. Infine un grazie a noi tre, perchè gambe, polmoni, cuore, testa, alla fine li abbiamo messi noi, e nessun altro.
All'anno prossimo, per l'assalto al Gruppo del Monte Bianco!

Qui altre foto.
Qui video dalla vetta del Lyskamm Orientale.
qui relazione coi tempi.

1 commento:

  1. Non posso fare altro che farvi i miei più sentiti complimenti.
    Oltre che a crepare d'invidia!

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